L'Italia dei motori torna grande in Formula 1 con il successo di Vettel e della Ferrari al GP d'Australia. Ma non solo. E' stata un'alba molto più tricolore con il 12° posto di Antonio Giovinazzi
E' un'alba rossa. Ma anche italianissima. Dopo un anno e mezzo e 27 gare la Ferrari con Sebastian Vettel è tornata alla vittoria. E lo ha fatto con una grande prova di forza e coraggio. La forza è nella nuova monoposto: veloce, precisa e realmente competitiva. Che ha permesso al tedesco di rimanere attaccato a Lewis Hamilton sin dalla partenza senza perdere terreno e fiducia.
Come è capitato troppo spesso nella scorsa stagione. Il coraggio è stato nelle scelte legate a un progetto ambizioso e in una squadra che dalle ceneri del 2016 si è ricompattata intorno a Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto. Ma anche e soprattutto durante i 58 giri del primo gran premio della stagione.
Rimanere concentrati dopo il primo pit stop di Lewis Hamilton al diciassettesimo giro e aspettare è stato fondamentale. Arrogante mossa Mercedes che non ha fatto i conti con il traffico e la difficoltà di soprasso maggiore con queste nuove monoposto. Il tre volte campione del mondo è rientrato dietro all’ostico Max Verstappen e ha perso gomma e tempo preziosi.
Lui dice che avrebbe vinto, ma i pugni di Toto Wolff e il podio raccontano una storia diversa. E' un punto di partenza, per usare le stesse parole del presidente Marchionne. E' un'alba rossa che è stata anche un po’ più italiana con il 12° posto di Antonio Giovinazzi. E adesso la speranza è che non rimanga solo un’alba, per entrambi.