L'INTERVISTA. Nuova carena con enormi prese d'aria all'altezza del cupolino. La spiega nei dettagli l'Ing. Albesiano che lancia anche una frecciata alla Yamaha: "La loro è una forzatura, noi più attenti al principio originale"
A metà giornata mini assembramento di fotografi e giornalisti di fronte al box dell'Aprilia in attesa dell'uscita di Aleix Espargaró con la nuova aerodinamica. Una scelta diversa rispetto alla doppia carena della Yamaha che potremmo vedere su altri Team al debutto in Qatar. L'Ing. Romano Albesiano, responsabile di Aprilia Racing spiega cosa c'è dietro il progetto.
Ing Albesiano da dove nasce questa idea?
"Nasce dall'interpretazione dei nuovi regolamento nel tentativo di recuperare una quota di down force che lo scorso anno ē stata sperimentata positivamente. Non ē facile ma ognuno di prova a suo modo."
Perché avete optato per delle presa d'aria davvero molto ampie nell'area del cupolino?
"L'effetto aerodinamico di una superficie è legato all'entitá della stessa così abbiamo cercato di trovare il giusto compromesso allargando di molto le prese d'aria. Massimizzando il flusso che colpisce quell'area abbiamo creato una forma opportuna per avere a nostro avviso il miglior effetto anti inpennamento."
Ci sono delle alette all'interno della carena dove scorrono i flussi?
"Piü che delle alette si tratta di forme della carena che generano dei punti di depressione che producono deportanza."
Una scuola di pensiero diversa rispetto a quella della Yamaha?
"Diciamo che è una scuola basata sulla interpretazione che noi abbiamo dato del regolamento che partendo da una forma di carenatura standard al suo interno può accogliere forme che generano downforce. Quello che abbiamo visto sulla Yamaha mi è sembrata una forzatura, vale a dire un'applicazione dall'esterno su una forma di careno tradizionale. Siamo in una fase in cui il regolamento deve essere interpretato e bisogna anche capire anche quali saranno le interpretazioni accettate dalla FIM. Chiaro che noi siamo stati più ligi al principio originale del regolamento però se si puó fare anche quello che hanno fatto gli altri ci penseremo anche noi".
Quanto tempo siete stai in galleria del vento?
"Siamo stati due giorni nella Galleria del Vento dell'Universitā di Perugia per verificare ció che abbiamo realizzato nella simulazione al computer. Ormai l'aereodinamica si riesce ad elaborare abbastanza bene in simulazione dunque si va in galleria per verificare cosa si è simulato con i metodi CFD (fluidodinamica computazionale o numerica)".
Che futuro immagina per questa componente?
"Questa è una pista molto critica per l'aereodinamica basti pensare alla sensibilitā al vento laterale. Ci sono curvoni velocissimi e cambiamenti di rollio molto rapidi ad alta velocità. L'abbiamo portata qui perché se funziona su questo tracciato e non disturba la guida allora può funzionare bene su tutte le piste."