MotoGP, Meda: "Caos di metà stagione. Ma il talento non si discute"

MotoGp

Guido Meda

È uno dei mondiali più convulsi e imprevedibili della storia. Le sorprese sono all'ordine del giorno e ora tocca a Folger, anche se i nomi grossi in classifica sono sempre gli stessi

Nemmeno a scriverlo con tanto di sceneggiatori e registi il mondiale MotoGP sarebbe venuto così bello. È incerto, mozzafiato, apertissimo, con 5 piloti in un pugno di punti alla metà stagione precisa precisa. Peccato che ai piloti questa storia pazzesca che diverte tanto tutti noi, non stia poi piacendo granché. Quello che apprendono su una pista non vale più niente su quella successiva. Un giorno hai una moto docile e guidabile, una settimana dopo la stessa moto scalcia e non sta in strada. Le gomme girano in una sinfonia di gradazioni e temperature di utilizzo tra le quali beccare quella adatta non è sempre garantito. Serve che tutto sia al massimo: il pilota, la moto, il setting, il team, l'elettromica, in un lavoro di ingegneria per il quale tre giorni a volte sembrano pochi e a volte sono pochi davvero.

Vinales sembrava imbattibile nelle prime gare, in Germania ha fatto una gran rimonta da undicesimo a quarto, ma sembra lasciarsi ridimensionare da mezze paure e consapevolezze sulle quali mugugna, come se la ragione cominciasse ad affacciarsi minacciosa nel suo istinto bestiale; mentre Marquez con ragione e istinto ricostruisce pezzo su pezzo un avvio di stagione stentato. Il suo Sachsenring è il solito capolavoro, messo a rischio in maniera del tutto originale dal tedesco Jonas Folger che abbiamo visto, secondo davanti a Pedrosa, e adesso chissá quando lo rivedremo ancora forte così. Dovizioso tiene su la Ducati che ciondola tra tirate straordinarie e certi sprofondi improvvisi che cominciano ad essere un tantino frequenti per Lorenzo. Valentino Rossi guida con garbo ed esperienza lo sviluppo di una Yamaha che è tutto e il contrario di tutto, la migliore e la peggiore, la più facile e la più difficile, la più vecchia e la più nuova. È un caos, sì, ma il risultato sintetico dice che quei cinque piloti in 26 punti, sono tutti nomi del giro grosso, in sella a moto ufficiali. Come a dire che in questo affascinante delirio di metá anno tutto si può discutere ma il talento e le eccellenze... quelli no.