Il 31 luglio 1954 la spedizione italiana giunse in vetta alla cima regina del Karakorum. L'assalto finale fu di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, ma per decenni il caso Bonatti ha fatto discutere. Senza dimenticare la morte di Puchoz
31 luglio 1954: Achille Compagnoni e Lino Lacedelli conquistano, per la prima volta, il K2, cima principe del Karakorum. Sono passati 60 anni. Chi dei due mise per primo piede ai 8.611 metri della vetta, resta ancora oggi un mistero -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
I due conquistatori del K2 hanno a lungo conservato anche il segreto sul ruolo di Walter Bonatti (nella foto al campo base) nell'impresa. Il "caso Bonatti" ha fatto discutere per decenni -
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In questa immagine, il francobollo emesso dalle poste italiane nel 1954 per commemorare l'impresa della spedizione organizzata da Ardito Desio -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
La via cosiddetta "normale" per raggiungere la vetta sale dal versante pakistano, il più conosciuto, lungo lo Sperone degli Abruzzi, o cresta sud-ovest -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
Si tratta di una via molto dura e pericolosa, aperta appunto con la prima ascesa in cima, quella compiuta dalla spedizione italiana nel 1954 -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
Per questo da allora il K2 è considerata la "montagna degli italiani". In questa immagine, un francobollo pakistano che celebrava i 50 anni della scalata, dieci anni fa -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
A guidare la spedizione italiana, composta da 13 alpinisti italiani, 10 alpinisti hunza, 5 ricercatori e 2 tecnici pakistani, fu Ardito Desio, qui festeggiato al rientro in Italia -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
Un'immagine del magazzino grande ai piedi del K2 scattata nel 1954. La spedizione visse anche la tragedia di Mario Puchoz, l'alpinista che morì di edema polmonare il 21 giugno 1954, a quota 6000 metri -
Quel discusso assalto al K2, il giorno più lungo
Lacedelli (nella foto) e Compagnoni, per anni, sostennero di avere scalato gli ultimi 200 metri senza bombole d'ossigeno, Una ricostruzione contro la quale Bonatti lottò sempre, con interviste e libri in cui puntigliosamente smontava le insinuazioni -
Lino Lacedelli è morto nel novembre 2009 a 84 anni
I due (nella foto Compagnoni) erano stati preferiti al 24enne Bonatti nell'assalto finale. Bonatti accettò gli ordini di Desio. Assieme all'hunza Mahdi portò le bombole di ossigeno fin oltre gli ottomila metri, dove avrebbe dovuto incontrare i compagni -
Pochi mesi prima di Lacedelli si era spento anche Compagnoni, a 94 anni
I due, però, si erano spostati, così Bonatti (qui con Erich Abram) e l'hunza Mahdi dovettero bivaccare all'aperto, rischiando la morte a quell'altezza e a quelle temperature. Bonatti, che è morto nel 2011, aveva sempre detto la verità -
Bonatti se ne è andato appena due anni dopo i compagni di avventura, a 81 anni