Basket, Serie A: quando e come ripartire in Italia? Gli scenari

Il futuro

Pietro Colnago

All'indomani del protocollo sanitario il basket italiano imposta le regole d'ingaggio per la prossima stagione: dall'inizio del campionato alla riforma sugli stranieri

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In attesa di capire cosa succederà il 18 maggio, data della riapertura per gli allenamenti degli sport di squadra e soprattutto di trovare chiarezza sul protocollo sanitario del Politecnico di Torino (che ha ancora moltissime ombre), le società di Serie A stanno ragionando sulla formula e sulle date di ritorno in campo nella stagione 2020/21.

Le linee guida

Tre le linee guida uscite dal confronto tra i club con un'appendice riguardante un'ipotesi esterna alla serie A: la prima fa riferimento diretto alle conclusioni che arriveranno dalla Comtec, l'organismo che controlla la situazione economica delle società. A seconda di quante squadre supereranno l'esame si procederà alla stesura del calendario: la prima regola sarà il numero pari delle partecipanti. Se tutte e 17 le squadre che hanno chiuso anzitempo la stagione saranno in regola con i conti per il prossimo campionato, si procederà all'inserimento di una squadra proveniente dalla A2 senza dare priorità alla classifica ma, tra quelle che daranno la disponibilità, alla situazione dei bilanci in regola, della capienza dell'impianto e della comprovata solidità economica per quanto riguarda tassa d'iscrizione e fidejussione. Da qui si partirà per capire se sarà un campionato a 16 o a 18, a girone unico vista che sembra tramontata l'ipotesi di una serie A a 20 squadre divise in due gironi da 10 secondo il criterio Est e Ovest.

 

Il secondo punto di partenza è l'inizio della stagione: partendo dal presupposto che nessun club vuole giocare a porte chiuse, visto che il pubblico sugli spalti rappresenta più del 50% degli introiti societari, l'idea è quella di un inizio a gennaio 2021 rispettando sempre i distanziamenti e quindi con gli impianti a capienza ridotta, con conclusione entro l’11 giugno, data limite decretata dalla Fiba per permettere lo svolgimento dei tornei preolimpici, inserendo magari un prologo natalizio con le Final Eight per avere la massima esposizione televisiva. Detto questo, potrebbe essere l'occasione di una vera e propria riforma dei roster, diminuendo il numero degli stranieri per dare più spazio agli italiani e lasciando invece alle squadre che giocano le coppe l'opportunità di mettere sotto contratto più giocatori stranieri per aumentarne la competitività.

 

E a proposito di ciò l'idea della Lega sarebbe quella di creare un vero e proprio secondo campionato riservato agli under 22, una sorta di quello primavera del calcio, obbligatorio per tutte le squadre di Serie A e facoltativo per quelle che vorranno aggiungersi. Il tutto ovviamente sempre avendo come rifermento quel protocollo sanitario che ora sta facendo molto discutere.