Alle 17 (Diretta Sky Sport Football) la sfida tra i due ex allenatori del Napoli, quelli con cui è iniziata la "rivoluzione" del bel calcio: Benitez il tecnico che piantò il seme, Sarri l'uomo che l'ha fatto germogliare. Adesso si affrontano in Premier League
NAPOLI DA RIMONTA, 3-2 AL MILAN: I GOL
Anche se si giocherà a 2.500 chilometri di distanza, in un altro campionato, sarà ugualmente la partita di tutti i napoletani, che dopo la bella serata del San Paolo possono accomodarsi in poltrona con la pancia piena per un piccolo tuffo nel passato. Newcastle-Chelsea è Benitez contro Sarri, il passato contro il recente passato (gli ultimi 5 anni in due), il “professore” contro il “maestro”. È la sfida tra due che a Napoli, al Napoli, hanno lasciato tracce evidenti. Facile che i tifosi azzurri, oggi, si schierino dalla parte di Sarri: ancora fresca la ferita dopo l’addio, così come il ricordo delle meraviglie mostrate in campo dal suo Napoli. Sarri è l’amore che è stato strappato via all’improvviso, è l’uomo della rivoluzione impossibile fallita per pochi punti, nonostante il record di punti. Approdato in Inghilterra ha conquistato in un batter d’occhio i suoi nuovi giocatori e i suoi nuovi tifosi: l’ultima è quella degli allenamenti spostati al pomeriggio per permettere ai papà di passare più tempo in famiglia. I tifosi del Napoli, da qui, leggono sui giornali e annuiscono: riconoscono il “loro” Sarri in ognuno di questi piccoli accorgimenti.
Sarri in un triennio a Napoli ha portato la consapevolezza di potersela giocare contro chiunque con la sola arma del bel gioco: datemi un triangolo e imbriglieremo anche i più forti. Non sono arrivati trofei, come ha sottolineato De Laurentiis punzecchiandolo, ma alcuni ricordi, alcune emozioni, per un tifoso possono valere più di una coppa in bacheca. Non si spiegherebbero altrimenti un simile affetto, quel senso di gratitudine e quegli occhi che a Napoli si illuminano ancora oggi al solo nominare “Sarri”. Nonostante in panchina, adesso, ci sia un grandissimo come Ancelotti, cosa che non fa che accrescere il valore di quel sentimento.
La rivoluzione parte da Benitez
Un’impronta talmente riconoscibile, quella data da Sarri al Napoli, che è stato inevitabile darle un nome, “sarrismo”; non si può negare, però, che a piantare il seme sia stato nel 2013 Rafa Benitez. Con il suo arrivo, il Napoli lanciava un messaggio che superava i confini nostrani, abbandonava il calcio un po’ provinciale delle ripartenze (senza nulla togliere a Mazzarri, che i suoi risultati comunque li ha ottenuti) per aprirsi a quello internazionale votandosi al possesso palla, al dominio dell’avversario, alla ricerca del bello. È Benitez a portare a Napoli Higuain, Raul Albiol e Callejon, rendendo possibile una trattativa con il Real Madrid che prima sarebbe sembrata fantascienza; è sempre lui a convincere Reina a seguirlo in una città di cui il portiere si innamorerà, ricambiato; è sempre sotto la sua gestione che arrivano Mertens, Koulibaly e Ghoulam. Tutti motivi per cui lo stesso Sarri lo ringrazia per aver posto le basi ("Sono arrivato in un ambiente pronto per giocare il mio calcio. Se fossi arrivato dopo un altro allenatore forse per me sarebbe stato più difficile"), riconoscendo il valore del lavoro svolto dal collega. In quel terreno fertile, già pronto ad accogliere il nuovo, Sarri ha visto germogliare il suo calcio: ha condotto Higuain al record di gol, ha reinventato Mertens, ha portato al top Koulibaly, ha valorizzato i gregari attraverso il gioco collettivo.
Guerra in Italia, festa in Premier
Stessa visione del calcio (il ramo da cui discendono entrambi è quello che riconduce ad Arrigo Sacchi), stessi principi, stesso modo di vivere il pallone, sintetizzato bene dalle recenti parole di Sarri: "In Italia è una guerra prima della partita. In Serie A sul 2-0 dopo 20 minuti la partita è finita. Qui invece è una festa. Quale calcio preferisco? Questo". Per Sarri è una festa anche perché dopo due giornate ha 6 punti in classifica, viene da un mercato che l’ha soddisfatto, è carico ed entusiasta come tutti quelli che iniziano a scoprire la Premier. Diverso il discorso per Benitez, che bazzica nell’ambiente da più tempo – cosa che gli ha permesso di conoscerne anche le ombre, specie quando non vinci – viene da un’estate turbolenta (non ha avuto il mercato che avrebbe voluto) e ha iniziato con un punto frutto dello 0-0 con il Cardiff dopo la sconfitta all’esordio con il Tottenham. Si ritroveranno uno contro l'altro dopo che in Italia era successo solo in occasione degli incroci tra Napoli ed Empoli (un pari e una vittoria per Sarri): 90' in cui ogni tifoso del Napoli potrà rivivere un cammino lungo cinque anni. Basterà seguire Newcastle-Chelsea con un po' di attenzione: non dovrebbe essere difficile riscontrare tracce di "Sarritez".