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Henry, niente panchina al Bordeaux? Accordo sfumato per motivi economici

Calcio

Appena affidata al brasiliano Ricardo Gomes, la panchina del club francese sembrava destinata a Thierry Henry prima della rottura di fine agosto. Dietro alla mancata intesa, come rivelato dall’Equipe, l'avvento del fondo statunitense GACP e le parole del nuovo proprietario DaGrosa: "Abbiamo preso una decisione finanziaria e non emotiva"

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A fine luglio era cosa fatta l’intesa con l’Aston Villa, imminente ritorno in Inghilterra per inaugurare la carriera da allenatore. Una destinazione poi tramontata complice la permanenza in panchina di Steve Bruce, tuttavia la nuova vita di Thierry Henry prometteva un incarico ancora più prestigioso nella top 5 d’Europa. Merito del Bordeaux, club francese della Ligue 1 disposto a scommettere sull’attuale assistente di Roberto Martínez nella Nazionale belga. Ebbene, nemmeno il richiamo della sua Francia ha garantito a Titì l’avvento da manager di una prima squadra. Già, perché dopo una lunga trattativa che aveva avvicinato le parti in seguito all’esonero di Gustavo Poyet, l’accordo tra l’ex attaccante e i girondini era sfumato a causa di un disaccordo in materia d’ingaggio. Questa era la versione comunicata dai quotidiani francesi, motivazione appena rivelata dall’Equipe attraverso le parole di uno dei protagonisti nella vicenda.

La responsabilità è da ricondurre ai nuovi proprietari del Bordeaux, ovvero il fondo di investimento statunitense GACP (General American Capital Partners) presieduto da Joseph DaGrosa che ha rilevato il club dal canale televisivo M6 per 19 anni ai vertici della società. È stato proprio il neo numero uno dei francesi a spiegare all’Equipe il perché dell’intesa mancata: "Non c’è stata confusione in merito, speravamo di raggiungere un accordo con Henry ma a volte le persone ragionevoli non sono dello stesso parere. E così è successo: ho molto rispetto per lui, è stato un grande giocatore e ha un progetto di carriera molto interessante, tuttavia abbiamo preso una decisione finanziaria e non emotiva". Nient’altro che una giustificazione come ha proseguito DaGrosa: "In ogni azienda, che si tratti di una squadra di calcio, di un negozio o di una compagnia di assicurazioni, esistono piani aziendali e capita di prendere decisioni difficili. Forse Thierry si è fatto un’impressione negativa, ma alla fine del nostro incontro abbiamo chiarito che eravamo noi a lasciare i colloqui per motivi finanziari". I media francesi sostengono che l’ex Arsenal non fosse convinto della visione di GACP e dello sforzo che avrebbe esercitato nel club, parere invece diverso per DaGrosa che ne ha fatto una questione di denaro fino al tramonto dell’affare. Da qui l’incarico affidato al brasiliano Ricardo Gomes e la permanenza di Titì nello staff tecnico del Belgio.