Jean-Louis Dupont, chi è l'avvocato della sentenza Bosman e della Superlega

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Luca Cassia

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A soli 30 anni faceva parte del team che difese Jean-Marc Bosman, ex giocatore che nel 1995 rivoluzionò il sistema dei trasferimenti in vigore fino a quel momento. Quasi trent'anni dopo ha assistito la Superlega con un'altra storica sentenza. Chi è Jean-Louis Dupont, l'avvocato che ha cambiato due volte il calcio

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"Avrà un impatto 10 volte superiore alla sentenza Bosman". Poche ore prima della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha stabilito come "le norme della Fifa e della Uefa sull'autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche fra club violano il diritto dell'Unione", Jean-Louis Dupont non aveva nessun dubbio. Classe 1965 nato a Liegi, avvocato specializzato in diritto europeo, Dupont in meno di trent'anni è stato il principale riferimento di tutela legale che ha cambiato due volte il calcio. Non potrebbe essere diversamente per un nome sempre d'attualità quando s'intrecciano la legislazione dell'Unione Europea e il mondo del pallone. Oggi come nel 1995.

Era l'avvocato di Bosman

Proprio il trentenne Dupont faceva parte del team difensivo di Jean-Marc Bosman, suo concittadino e soprattutto ex giocatore belga che ha rivoluzionato il sistema dei trasferimenti in vigore fino a quel momento. La storia: Bosman giocava nell’RFC Liegi con un contratto in scadenza nel 1990 e si accordò per trasferirsi in Francia al Dunkerque. Il club belga chiese un indennizzo come garantivano le regole del calciomercato all'epoca in Europa. Le conseguenze? Il Dunkerque si fece da parte, Bosman restò all'RFC Liegi ma fuori rosa e con lo stipendio ridotto del 60%. Fu quindi lo stesso Bosman, assistito da Dupont, a rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Unione europea fino alla storica sentenza emessa il 15 dicembre 1995 che, in base all’articolo 39 dei Trattati di Roma, stabilì che ai calciatori dell'Unione Europa era concesso trasferirsi gratis alla scadenza del contratto in un altro club (a patto che facessero parte di un Paese dell'Unione). Non era tutto: se il contratto aveva una durata residua non superiore ai sei mesi, il giocatore aveva la possibilità di firmare un pre-contratto gratuito col nuovo club.

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Un'altra rivoluzione

Quella sentenza, inoltre, impediva alle leghe europee di fissare un tetto al numero di stranieri: vennero invece introdotte limitazioni per i calciatori extracomunitari, ovvero provenienti da Stati non inseriti nell'Unione Europea. Proprio per la Commissione UE, Dupont ha lavorato fino al 1998 nello sviluppo della cooperazione internazionale con Cuba. E nel frattempo ha rappresentato e difeso gli interessi in cause legate al diritto europeo nello sport professionistico. È stato il caso di grandi club (Real Madrid, Barcellona e Psg ma anche Milan e Juventus tra gli altri) e personalità sportive come Zidane, Raul e Beckham. Anche José Mourinho, che nel 2011 allenava il Real Madrid e finì sotto inchiesta dalla Uefa per "dichiarazioni inappropriate" dopo la semifinale d’andata di Champions League contro il Barcellona. Espulso dall’arbitro Stark, applaudito ironicamente dopo il rosso a Pepe, lo Special One diede spettacolo nella celebre conferenza del "Por qué?". Quella volta Mou fu squalificato per cinque giornate (compreso il Clásico di ritorno) e multato di 50mila euro, ma ottenne la sospensione delle ultime due. Trascorsi 28 anni dalla sentenza Bosman, Jean-Louis Dupont ha avuto nuovamente risonanza mondiale dopo aver difeso la Superlega nell'iter presso la Corte di Giustizia Europea. Aveva già definito "inaccettabile il doppio ruolo della Uefa" e, parlando a Zeit, diceva: "La sentenza ha il potenziale per essere Bosman alla decima potenza. Questa volta non si tratta di regolamentare il mercato del lavoro, ma delle condizioni fondamentali alle quali le competizioni possono svolgersi sul mercato del calcio". Anche stavolta, quando si tratta di rivoluzioni, c'è di mezzo l'avvocato Dupont.

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