Bundesliga: gli allenamenti tra controlli, distanza e mascherine ai tempi del coronavirus

giornata tipo
Niccolò Omini

Niccolò Omini

La routine di Sebastian Rudy dell'Hoffenheim è quella di tutti i giocatori di Bundesliga nei giorni dell'emergenza sanitaria: controlli al mattino, distanziamento sociale e pasti take-away. Ecco come funziona la loro giornata tipo

CORONAVIRUS, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

Sebastian Rudy dell'Hoffenheim protagonista di una sorta di corto da 10 minuti. Volendo dargli un titolo: gli allenamenti e il coronavirus. Rudy arriva alle nove e mezza di mattina ma, come prevede il protocollo medico della Lega tedesca e come tutti i suoi colleghi degli altri club, già verso le 7 ha mandato un messaggio al medico del club sul suo stato di salute: avesse avuto qualche sintomo, prima di parcheggiare sarebbe dovuto passare dal drive-in test. E comunque, anche senza sintomi, prima di entrare obbligo del controllo della temperatura. In caso di positività, invece, il medico sociale rimanda il giocatore a casa, in isolamento, e invia i dati a Francoforte a Tim Meyers, dottore della Nazionale tedesca e capo della commissione medica interna della Bundesliga. Che insieme ai club ha stabilito un protocollo che da tre settimane regola la loro quotidianità: verso le 13 tutti in casa, vietato mangiare insieme, gli chef delle squadre mettono a disposizione pasti take-away. Il tutto dopo essersi allenati a gruppi, rispettando le distanze e senza contrasti. Molte squadre hanno diviso i giocatori per ruoli, utilizzando i diversi campi a disposizione e rispettando regole tipo: tenere le porte aperte per limitare contatti con le superfici, cambiarsi e farsi la doccia a turni a due metri di distanza, oppure preferibilmente a casa. Bere da borracce personalizzate, in palestra usare guanti e  mascherine. Tutto in attesa di ricominciare con gli allenamenti di squadra, ma per quelli bisognerà aspettare di avere una data ufficiale per la ripresa della Bundesliga.