Barcellona-Napoli, Gattuso: "Sarà come scalare l'Everest"

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Le parole dell'allenatore alla vigilia della sfida di ritorno degli ottavi di Champions League al Camp Nou: "Ho sentito dire che il Barça non è in forma, ma sono tutte barzellette". Sulle condizioni di Insigne: "Se mi dice che è al 100% partirà titolare"

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Si riparte dall'1-1 dell'andata e da un Camp Nou vuoto. Dall'altra parte del campo ci sarà il Barcellona, con il Napoli che vuole l'impresa per qualificarsi ai quarti di finale e continuare il suo percorso in Champions. Gli azzurri ci credono e aspettano il proprio capitano, Lorenzo Insigne, alle prese con l'infortunio rimediato contro la Lazio: "In giornata si è allenato sempre con la squadra. Voglio sentire dalla sua bocca che è al 100%. Se lo sarà, ci darà una mano. Altrimenti non giocherà". Chi potrebbe prenderne il posto è Lozano, che dopo il lockdown ha reagito alle difficoltà: "Ha lavorato duramente, rispettando le richieste mie e dello staff. Ha caratteristiche diverse, nell'attaccare lo spazio e nell'uno contro uno può fare la differenza". Si giocherà senza pubblico, il coronavirus purtroppo lo impone: "Senza tifosi non è calcio - ha ribadito Gattuso - ti danno emozioni, ti fanno sentire di più la partita. Fanno parte di questo sport, a volte possono essere un bene e altre un male. Non trovare qui 90mila persone sicuramente ci darà un piccolo vantaggio". Uno sguardo anche alla gara del San Paolo dello scorso 25 febbraio: "Non li abbiamo colpiti in contropiede, ma sul palleggio - rivendica l'allenatore azzurro - loro non si trovano a loro agio quando non hanno la palla fra i piedi. Non possiamo pensare di pressarli sempre alti, dovremo essere bravi tecnicamente e tatticamente". 

"Un Everest da scalare" 

Il Barcellona, dal canto suo, non ha vissuto una stagione positiva: "Non hanno ancora vinto nulla, ma questo per la mentalità che hanno gli darà forza - spiega Gattuso - Sono abituati a trionfare e so che, quando ce l'hai nel dna, puoi farlo sempre. Avremo un Everest da scalare. In questi mesi ho sentito dire tante barzellette, tipo che il Barcellona non sarebbe in forma. Invece ci sono dei giocatori che sono uno spettacolo da guardare". Poche le cose che dirà alla squadra prima di scendere in campo: "Per queste partite dico sempre che bisogna ricordarsi da dove si è partiti. Della storia che ciascuno si è scritto da solo. Prima del Camp Nou ci sono state la parrocchia, la spiaggia, le squadre giovanili". Dalla Spagna in tanti si sono complimentati con lui per il gioco che fa esprimere: "Non mi considerano un difensivista? Basta saper leggere bene i dati. Forse in Italia non lo sappiamo fare e si vuole calcare il mio soprannome. Se l'organizzazione tattica viene scambiata col difensivismo, non è un mio problema. Da calciatore ho fatto cose importanti con caratteristiche totalmente diverse da quelle che ricerco oggi da allenatore. Ci vuole tempo per togliersi un'etichetta, ma va bene così".

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