Chi è Ari, l'attaccante del Krasnodar che a 11 anni vendeva frutta a Fortaleza

Europa League

Un osservatore lo scoprì su una spiaggia in Brasile mentre giocava a calcio tennis, l'anno scorso ha salvato una donna incinta da un incidente d'auto. Russo per caso, a luglio ha preso il passaporto e a novembre ha esordito in Nazionale. Oggi è il bomber del Krasnodar

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Il suo passato è talmente importante che se l'è tatuato sulla pelle: "Vedete? Questo sono io!". E indica un bambino con un vassoio di frutta sulla testa. Quando lo dice ai cronisti si commuove, quasi piange, infine sorride e racconta: "I miei tatuaggi raccontano chi sono e da dove vengo". Dal suo Brasile alla sua Russia, una seconda casa: "Qui sto bene, spero di restare ancora per molto...". Anche perché il suo contratto scadrà a fine stagione, ha ricevuto offerte da Cina ed Emirati ma non è convinto. "Sono in pace con me stesso ora, ho trovato il mio posto nel mondo". E a 35 anni, dopo una vita sulle montagne russe e l'etichetta di sprecone: "Ari? Segna poco...". 

Ari, l'attaccante scoperto su una spiaggia

Oggi è rinato a Krasnodar, polo industriale della Russia meridionale, 14 presenze e 8 reti stagionali tra campionato e coppe, due di questi in Europa League. L'ultimo proprio giovedì tra l'altro, un pallonetto che abbatte l'Akhisaspor e blinda la qualificazione ai sedicesimi (il Krasnodar è primo a 12 punti). Ari-gol, lo chiamano così, soprannome tatuato sulla pelle accanto all'immagine di lui che vende frutta. Il bambino con il vassoio in testa di cui parlavamo prima. Storie di vita che non se ne andranno mai: Ari lavorava nei cantieri, a 11 anni vendeva la frutta a Fortaleza ed è stato scoperto... su una spiaggia. Tutto vero. "Sei bravo, perché non vieni a fare un provino con noi?". Erano i dirigenti del Fortaleza, Ari accetta e nel giro di qualche stagione fa il suo esordio tra i professionisti. 

Ari con la Nazionale russa

Ari versione eroe

A 21 anni vola in Svezia e vince il titolo di capocannoniere, eroe di Kalmar, mentre a 22 sposa il progetto dell'AZ Alkmaar di Graziano Pellè. Pochi squilli però, Van Gaal e Advocat non lo vedono e lui va via dopo tre stagioni. Destinazione Russia, il paese che gli ha cambiato la vita: prima lo Spartak, poi il Krasnodar e la Lokomotiv, con cui ha vinto il titolo di Russia l'anno scorso. Sette reti, 4 assist e un salvataggio miracoloso: insieme a Jefferson Farfan e a un paio di fisioterapisti del club, Ari ha salvato una donna incinta dopo un incidente d'auto: "Ricordo un botto pazzesco, tante fiamme, io che mi precipito fuori dall’auto per soccorrere i feriti. Un’esperienza davvero incredibile". A luglio di quest'anno è diventato cittadino russo sfiorando anche i Mondiali, è il terzo naturalizzato brasiliano nella storia della Nazionale (dopo Ghuillerme e Mario Fernandes), il primo giocatore di colore. Record.

Russo per caso, Nazionale e polemiche

Quest'anno ha iniziato col piede giusto, in Russia non aveva mai segnato così tanto, tant'è che Cherchesov - ct della Nazionale - l'ha fatto esordire da titolare contro la Germania, scatenando una polemica infinita: "Gioca Ari? Benissimo, allora non guarderò le partite della Russia". Parola di Roman Pavlyuchenko, ex bomber di Spartak Mosca e Tottenham. Lui ha dato un calcio alle polemiche: "Non mi interessano, io penso a giocare". E a segnare. Sorride sempre, colleziona cappelli, ha tre figli e nel 2014 ha sposato una modella russa. E' nato in Brasile, ma ha sempre giocato in posti... freddi: "Svezia, Olanda, ora la Russia. Ormai sono abituato!". Non ha mai visto il Carnevale di Rio, ma è stato diverse volte in Piazza Rossa per assistere al Victory Day. Personaggio sui generis. Stella del Krasnodar e bomber d'Europa, quasi ai sedicesimi grazie a un pallonetto. Si tatuerà anche questo. 

Ari, 8 gol in 14 partite