Italia-Galles, la favola di Pessina: "Con il lavoro si arriva lontano"

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Da "ripescato" nel gruppo azzurro a protagonista della vittoria contro il Galles: "La mia è una favola che insegna che con il duro lavoro si arriva lontano". Storia del "bravo ragazzo" che studia per la laurea, ama il latino e non gioca alla Playstation. Fu ceduto dal Milan all'Atalanta nell'affare Conti per un milione più il 50% di futura rivendita. Che però svanirà alla 100^ con la maglia della Dea...

HIGHLIGHTS - PAGELLE - L'AVVERSARIA AGLI OTTAVI

Nell’Italia dei bravi ragazzi il suo sorriso è quello di uno che sa di aver scritto un’altra pagina di quel librone che raccoglie le cosiddette “favole del calcio”. Matteo Pessina, detto “il Professore” a causa di un’insana passione per il latino, ma fino a pochi giorni fa più noto come “il ripescato”, ha completato la sua parabola: da numero 27 del gruppo azzurro, al cui pullman è riuscito ad aggrapparsi in corsa beneficiando dell’infortunio di Sensi, a debuttante-con-gol, titolo che in Nazionale appartiene a un gruppo ristretto, nel quale curiosamente compaiono anche due Ct, Conte e il suo attuale, Mancini. "È stata la mia partita perfetta: esordire all’Europeo e segnare è qualcosa che si sogna e che non mi farà dormire per diversi giorni”, racconta al termine di Italia-Galles. “È una bella favola, che dimostra che anche chi arriva dal basso, dalla Serie C, con il duro lavoro, tanto impegno e i sacrifici, può arrivare lontano”. E lui, se c’è da mettersi d’impegno, non si tira certo indietro.

Playstation? Meglio il latino

Stracciate il classico identikit che per anni ha descritto il giovane calciatore nostrano: Pessina, mamma architetto e papà commercialista, segna per la Nazionale ma non ha mai pensato di lasciare gli studi alla Luiss, insegue la laurea in economia, ripassa il latino (passione che deriva da una nonna ex insegnante) e non esibisce pettinature stravaganti. Ci manca solo che non giochi alla Playstation. Dimenticavamo: non gioca alla Playstation, caso unico nel gruppo Azzurro insieme a Locatelli, con cui non a caso condivide la camera, preferendo al joystick lunghe partite a ping-pong, e un’amicizia di lunga data.

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Inevitabilmente, dopo un gol del genere, si parte con i ringraziamenti. Il primo va a Toloi, suo compagno nell’Atalanta ritrovato in Nazionale. Merito suo se gli Azzurri sono “usciti dallo schema”: “Sulla punizione del gol era Toloi che doveva attaccare il primo palo”, svela Pessina. “Poi prima che Verratti calciasse mi ha detto ‘vai tu’, ed è andata bene”. Il secondo è per il Ct, ovviamente, che “sa dare importanza a tutti, anche a chi gioca, come giusto che sia, meno: ci trasmette fiducia e noi riusciamo a giocare con serenità, e credo sia la cosa più bella”. E infine Gasperini, perché se il gruppo Atalanta – un po’ qua e un po’ là – continua a volare anche agli Europei, il merito è anche di chi in stagione ha costruito una mentalità che in campo internazionale paga sempre. “A Gasperini devo molto: tutto quello che ho imparato sul campo lo devo a lui, alla sua mentalità che mi porta ad attaccare alto e inserirmi sempre. Mentalità che ho ritrovato anche in questa Nazionale”. Da casa, Gasp annuirà soddisfatto davanti alla tv, godendosi anche la corsa e gli assist (senza rinunciare al gol, come ha sempre fatto) del tedesco Gosens, l’intelligenza di De Roon applicata al centrocampo olandese, i numeri di Miranchuk e Malinovskyi. Fino a quel tattico di Toloi che scombina gli schemi del Mancio.

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Quel retroscena di mercato...

Gode Gasperini, gode l’Atalanta tutta, a livello di club. Perché, facendo i conti, la filosofia del milione sta pagando alla grande. Un milione costò 4 anni fa Gosens, che oggi ne vale almeno 40. Un milione fu pagato Pessina al Milan, nell’ambito dell’operazione che portò Conti in rossonero per 24 milioni, 23 cash più Pessina, appunto. Con tanto di clausole e bonus che adesso mettono l’acquolina in bocca all’Atalanta, come svelato da Gianluca Di Marzio: il Milan ha conservato infatti una percentuale del 50% sulla futura rivendita di Pessina, che però svanirà alla centesima presenza in nerazzurro del giocatore. E un bravo ragazzo come lui è facile immaginare che l'Atalanta se lo voglia godere ancora per un po'...  

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