Italia-Malta, Bonaventura: "Speravo di tornare. Dedico la convocazione a mio padre"

ITALIA

Tornato in Nazionale a distanza di tre anni, il centrocampista della Fiorentina ha parlato in conferenza: "Speravo nella convocazione, so che il gioco del CT è simile a quello di Italiano. Ho avuto qualche difficoltà nel percorso in Azzurro, ma ho sempre dato il massimo. Si può migliorare anche a 34 anni". Emozionante la dedica di Jack: "A mio padre Gianfranco, ci ha lasciato un anno fa ed era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con l'Italia"

QUALIFICAZIONI EURO 2024, IL CALENDARIO

La prima volta risale al 31 maggio 2013 (4-0 a San Marino), l'ultima in Italia-Moldavia 6-0 del 7 ottobre 2020. A distanza di tre anni, Giacomo Bonaventura è tornato in Nazionale grazie alla fiducia del CT Spalletti. Fondamentale nell'ultimo triennio il suo contributo alla Fiorentina, dove il centrocampista 34enne si è imposto come leader tecnico e caratteriale. Ben 4 gol e 2 assist in questo avvio di campionato per "Jack", che si è guadagnato il ritorno in Azzurro: lo ha raccontato nella conferenza stampa a Coverciano che precede la prima delle due sfide delle qualificazioni a Euro 2024, sabato sera a Bari contro Malta.

Hai avuto la capacità di evolvere nel tuo gioco. Cos'hai in testa a 34 anni?
"Voglio fare bene giorno per giorno, allenarmi e cercare sempre di migliorare. Si può fare anche a 34 anni".


Ci sono tante analogie tra Italiano e Spalletti: le tue caratteristiche possono dare qualcosa che manca in Azzurro?
"Da quello che ho visto in questi giorni, il modo di giocare del CT è simile a quello di Italiano. Penso che serva un centrocampo dinamico, che faccia entrambe le fasi. C’è bisogno di andare in area, fare gol, pressare. Bisogna saper fare un po’ di tutto per questo ruolo".


Ti era mancata la Nazionale? E puoi segnare ancora?
"Gioco più vicino alla porta, quindi spero di segnare ancora. Sono stato convocato tante volte, la prima dieci anni fa: ho avuto qualche difficoltà nel percorso con la Nazionale, ma ogni convocazione è stata una grande gioia. La Nazionale è il sogno di chiunque. Non tutto dipende da te, io ho sempre dato il massimo. Ora sono contento di essere qua".


Perché non sei riuscito a convincere gli altri CT?
"Ho sempre cercato di fare del mio meglio. Ci sono stati cambi di cicli di giocatori, ci sono stati anche giocatori esperti prima del ringiovanimento generale. Io non ho mai mollato per tornare in Nazionale, perché è sempre la soddisfazione più grande per un giocatore".


Il tuo segreto di longevità? E la '5' la indossi da prima di Bellingham…
"Ogni giocatore ha una propria storia e carattere, per me essere qua a 34 anni è una grande soddisfazione. Segreti non ne ho: mi alleno, mangio bene, vado a letto presto… Ci tengo a fare le cose seriamente: se si lavora in un certo modo, i risultati arrivano".


Speri di esserci al prossimo Europeo?
"Perché no? Tutto parte da ciò che si fa nel club. Speravo nella chiamata: al primo giro non mi aveva convocato, però sapevo che il gioco del CT è simile a quello della Fiorentina quindi speravo di essere utile".


Hai la sensazione che un over-30 faccia più fatica di un giovane nell'essere convocato?
"Ho pensato di non tornare più in Nazionale, perché negli ultimi anni sono stati chiamati ragazzi molto giovani. Credo molto nel merito: se uno ha un rendimento alto nel club deve stare in Nazionale, dove giocano i migliori".


Italiano cosa ti ha dato in questi anni? E hai qualche rimpianto nella tua carriera?
"Non ne ho, tutte le difficoltà che ho avuto mi hanno permesso di essere il giocatore che sono oggi. Ho fatto tanti ruoli, mi ha permesso di vedere il calcio da tante angolazioni e ho imparato molto. Se uno si specializza in una certa posizione è avvantaggiato, ma alla Fiorentina ho trovato una mia stabilità grazie alla fiducia di Italiano".


Il numero degli italiani si è abbassato in Serie A: cosa faresti per risolvere questo problema?
"I dati dicono questo. Parecchi anni fa nelle grandi squadre c’erano 4-5 italiani, ora molti meno. Diventa un problema trovare giocatori pronti per la Nazionale. I club hanno vantaggi fiscali nell’acquistare stranieri, ma penalizzano i nostri giovani talenti".


Il tuo addio al Milan sembrava la fine della tua carriera: è stato invece l'inizio della tua rinascita?
"Ho lasciato il Milan con grande motivazione. Sapevo che la nuova esperienza sarebbe stata bella, avevo voglia di fare e dimostrare di essere un giocatore importante. Poi è arrivata la Fiorentina, ideale per tornare a giocare ad alto livello".


Stai già studiando da allenatore?
"No, sto pensando a giocare perché porta via tante energie. Sicuramente cerco di imparare dagli allenatori che ho avuto, ma adesso sono concentrato solo sul gioco".


Hai una dedica in particolare? E Italiano può ripercorrere la carriera di Spalletti?
"Dedico la convocazione a mio padre Gianfranco, che un anno fa ci ha lasciato. Era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con la Nazionale. Italiano? È molto giovane e sta facendo molto bene in A: ha dei margini di crescita incredibili, sono contento per lui perché vedo la passione che ci mette".


Che partite vi aspettate?
"Saranno due partite complicate, tutte le gare oggi mostrano difficoltà. Ne prepareremo una alla volta a partire da Malta e cercheremo di fare del nostro meglio".