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Europei 2012, la storia della 14^ edizione vinta dalla Spagna

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Vanni Spinella

Dodici anni dopo il golden gol di Trezeguet (che nel frattempo si è fatto perdonare al Mondiale 2006), ancora una finale amara per gli Azzurri. L'Italia di Prandelli ci arriva attraverso il cucchiaio di Pirlo agli inglesi e i muscoli di Balotelli mostrati ai tedeschi. Ma la Spagna, in quegli anni, viene da un altro pianeta

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Rieccoci dunque in finale, dodici anni dopo quella maledetta sera del 2000. Nel frattempo, va detto, Trezeguet si è sdebitato e con gli interessi, regalandoci il Mondiale 2006 col suo rigore sparato sulla traversa. Ma l’Europeo ci manca dal 1968, Zoff che sollevò quella coppa da capitano ha fatto in tempo a diventare Ct della Nazionale, ed è quello che è andato più vicino a riportarlo in Italia, proprio nel 2000. Di nuovo finale, dunque: riusciranno i nostri eroi…? No, ve lo diciamo subito. No perché stavolta ci troviamo davanti la Spagna che quattro anni prima ha inaugurato un ciclo a passo di tiki-taka infilando la doppietta Europeo-Mondiale. Destinata a diventare tripletta proprio nel 2012. E se nel caso del 2000 si può parlare di rimpianti, il 4-0 della finale di Kiev non lascia spazio ai se e ai ma. Troppo forte quella Spagna per la volenterosa Italia di Cesare Prandelli, che si affida alla classe dei “bad boys” Balotelli e Cassano, scrivendo comunque pagine importanti del romanzo azzurro prima di arrivare al capitolo finale.

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Italia agli Europei 2012: i muscoli di Balotelli

In Polonia e Ucraina – altro torneo organizzato da due nazioni insieme – si sfidano ancora 16 squadre: per l’ultima volta, prima dell’allargamento a 24 voluto dalla Uefa dall’edizione successiva. Quattro gironi da 4, dunque, e l’Italia non capita certo nel più semplice. In compagnia di Spagna, Croazia e Irlanda, assegnando ai “verdi” (alla loro seconda partecipazione assoluta) il titolo di “Cenerentola”, c’è da lottare in tre per due posti. Ne farà le spese la Croazia, dopo che l’Italia pareggia con entrambe le big nelle prime due gare, tutti battono l’Irlanda come previsto e la Spagna con un gol di Jesus Navas all’88° condanna i croati, passando come prima. Intanto, negli altri gironi, Repubblica Ceca e Grecia ringraziano di essere capitate nel più semplice che si potesse desiderare (ed eliminano la Russia e una Polonia in cui Lewandowski da solo non può certo fare miracoli), Germania e Portogallo avanzano umiliando l’Olanda fresca finalista del Mondiale 2010 (che chiude a 0 punti) e l’Inghilterra, per l’ennesima volta, si candida a favorita, vincendo il suo girone davanti alla Francia: eliminati sia Sheva (Ucraina) che Ibra (Svezia). Il test per misurare le ambizioni degli inglesi si chiama Italia. Rigori contro l’Italia, nello specifico, visto lo 0-0 che non si schioda nonostante la supremazia degli Azzurri. Quando Montolivo sbaglia il secondo della serie (e gli inglesi sono dunque avanti 2-1), l’Inghilterra si illude che sia fatta. Serve un colpo di genio per far cambiare il vento, e Andrea Pirlo sa come fare. Il cucchiaio nel momento più drammatico della serie riporta entusiasmo, gli inglesi si inchinano idealmente: Young sulla traversa e Cole parato da Buffon sono i rigori con cui chiudono la serie, mentre i nostri Nocerino e Diamanti sono impeccabili. La semifinale è Germania-Italia, perché intanto i tedeschi hanno scherzato contro la Grecia (4-2). La Spagna? Fatta fuori la Francia troverà il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Il 28 giugno 2012 anche i maggiori detrattori di Mario Balotelli si ritrovano a petto nudo nella “posa” resa celebre da SuperMario dopo la sua doppietta nel giro di 16’. Una prova di forza come non ne fornirà più, specie in Nazionale, che però ci fa guardare con un pizzico di speranza alla finale contro gli spagnoli, forse non così irresistibili, se col Portogallo sono passati solo ai rigori. E poi, non dimentichiamolo, nella gara d’esordio ci abbiamo pareggiato.

Troppa Spagna in finale: 4-0

Non solo non ci abbiamo perso, ma quel gol di Di Natale immediatamente pareggiato da Fabregas nell1-1 finale del girone rappresenta anche l’unica rete subita dagli spagnoli in tutto il torneo. Stai a vedere che si può fare, è l’atteggiamento con cui l’Italia segue la finale. D’altra parte Prandelli è già riuscito nel miracolo di risollevare una Nazionale che al Mondiale 2010 aveva chiuso ultima un girone con Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda. I motivi per cui è giusto crederci si fermano qui. Quelli per cui invece conviene essere realisti sono undici. E si chiamano: Casillas, Arbeloa, Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba, Xavi, Busquets, Xabi Alonso, David Silva, Fabregas, Iniesta. Semplicemente impressionante. Manca forse un centravanti, nell’undici iniziale di Del Bosque; Guardiola a quei tempi direbbe che è lo spazio. In ogni caso, quando lo inseriscono, Fernando Torres impiega 9’ per andare a segno. Ma procediamo con ordine: il “mago” Silva dopo 14’ la indirizza di testa (giusto perché gli manca il centravanti…), poi al 21’ si infortuna Chiellini e tutto si fa ancora più difficile. Xavi vince la partita a scacchi con Pirlo e manda in rete Jordi Alba per il 2-0 prima dell’intervallo, poi nella ripresa Prandelli si gioca il terzo e ultimo cambio inserendo Thiago Motta dopo un’ora di gioco. Ingresso e infortunio: con i cambi terminati significa giocare mezz’ora in 10 contro la squadra più forte del mondo, che significa prenderne altri due: Fernando Torres e Mata, senza nemmeno forzare. 4-0, mai un divario così in una finale europea. Ma il calcio è bello perché offre sempre un’occasione di riscatto, come è stato con la Francia dopo il 2000. Con la Spagna ci rivedremo agli ottavi dell’Europeo successivo: la sbloccherà proprio quel Chiellini praticamente assente nella finale del 2012, ma questa è un’altra euro-storia…

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