Arturito de La Casa di Carta a Sky Sport: "La nostra serie è un po' come il calcio, c'è una divisa, 'Il professore' è l'allenatore e ci sono le squadre, io gioco in quella sbagliata ma in futuro non si sa cosa può accadere. Ricevo tanti messaggi degli italiani che odiano Arturito, spero vogliano bene all'attore. Ripresa della Liga? Non c'è una visione comune. Spero annullino il campionato, così il Valencia giocherà di nuovo in Champions"
Il suo vero nome è Enrique Arce, ma per tutti è ormai Arturito de La Casa di Carta. Uno dei principali antagonisti della banda capitanata da 'Il professore', direttore della Zecca di Stato che nelle prime due stagioni prova a manipolare gli ostaggi per trovare una via di fuga e che, successivamente, sfrutta la notorietà ottenuta nella prima rapina per parlare nei teatri e in Tv per convincere il popolo ad andare contro i rapinatori. "Mi è toccato giocare nella squadra sbagliata”, ha ammesso lo stesso Arturito in un'intervista a Sky Sport. “Ne La Casa di Carta c'è molto calcio, se ci pensate c'è una divisa, tutti sono vestiti nello stesso modo. C'è un allenatore che potrebbe essere 'Il professore. In questa stagione sono stato nell'altra squadra, ma non sappiamo cosa potrà accadere in futuro. Sono un esperto in lockdown, sono rimasto chiuso 3 volte in 3 anni. Scherzi a parte, siamo felici per come sta andando La Casa di Carta, sta superando tutti i record di audience e siamo davvero grati al pubblico. In Italia ha avuto un successo incredibile, ricevo tantissimi messaggi da italiani che odiano Arturito ma magari vogliono un po' bene all'attore".
"Ripresa della Liga? In Spagna non c'è una visione comune"
Arturito è un appassionato di calcio, tifoso del Valencia: "Non si sa cosa accadrà con la Liga, inizialmente si parlava di annullare la stagione, cioè senza un vincitore e senza retrocessioni e iniziarne una nuova come se non fosse successo nulla, oppure iniziare da zero l'anno prossimo. Altri dicono che si dovrebbe finire tenendo conto della classifica attuale. Non c'è una visione comune. Personalmente preferirei annullare la stagione così il Valencia tornerebbe a giocare la Champions". Sull'isolamento, aggiunge: "Ero a Los Angeles, quando ho capito la portata di questo problema sono tornato in Spagna per stare vicino ai miei genitori. Sono stato a Madrid, dove vivo, dopo ho deciso di venire a Valencia dove ci sono loro. Sono arrivato il 13 marzo e non mi sono spostato perché il 15 è stato annunciato lo stato di emergenza. Nessuno si può muovere, immagino sia lo stesso anche in Italia".