Italia, l'ultima volta ai Mondiali nel 2014: com'era il mondo dieci anni fa
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I sorteggi per le qualificazioni Mondiali si avvicinano (appuntamento venerdì 13 dicembre alle 12) con l'Italia che punta a spezzare una maledizione che dura dal 2014. Da quella partita con l'Uruguay sembra passato un secolo: esistevano i cd ma non le Instagram stories, il Real aveva "solo" dieci Champions, mentre Iturbe era il grande colpo in Serie A e a sognare il Mondiale con la maglia dell'Italia c'era anche… il "divino" Jonathan!
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- E' il 24 giugno del 2014 e, al Mondiale, in Brasile si gioca Italia-Uruguay, gara della fase a gironi decisiva per l'accesso agli ottavi; una partita ricordata per un morso. Gli Azzurri perdono (0-1, Godin) e la loro avventura si ferma lì, ma l'immagine simbolo di quella partita è quella di Chiellini che mostra all'arbitro i segni della dentata alla spalla ricevuta da Luis Suarez durante le fasi di gioco
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- L'Italia esce da quel Mondiale con una vittoria nella gara d'esordio (2-1 all'Inghilterra) e due sconfitte senza segnare (contro Costarica e Uruguay). Di conseguenza, l'ultimo gol segnato dall'Italia a un Mondiale è datato 14 giugno 2014, ed è stato segnato da Mario Balotelli all'Inghilterra. Da quel giorno sono passati 3.710 giorni. E oggi Balo è tornato a giocare in Italia con la maglia del Genoa.
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- Per capire lo scorrere del tempo basti pensare all'età di alcuni dei big che conosciamo oggi: Mbappé avrebbe esordito solo un anno dopo tra i pro, Haaland stava per compiere 14 anni, Bellingham ne aveva 9, e Yamal… ne aveva 5.
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- Il 2014 è anche l'anno in cui inizia la crisi tra Russia e Ucraina, con l'annessione della Crimea alla Russia a seguito di un conflitto. Era febbraio quando Putin dichiarava: "Dobbiamo iniziare a lavorare per il ritorno della Crimea in Russia", passando poi ai fatti con l'occupazione militare. Condanne da parte dell'Ucraina e di tanti Paesi, che la considerarono una violazione del diritto internazionale e degli accordi firmati dalla Russia. Sicuri che siano passati dieci anni?
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- Fortunatamente non raggiunge lo "status" di pandemia, ma nel 2014 vaste regioni dell'Africa combattono con l'epidemia da virus ebola. Un'infezione che fa vittime fino al 2016, quando si conclude; il mondo assiste spaventato e anche gli sportivi più famosi fanno sentire la loro voce. Come Ronaldo, Messi e Neuer, il podio (nell'ordine) del Pallone d'Oro 2014.
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- In Spagna, ogni weekend, si gioca a Guerre stellari. E' l'apogeo di una rivalità storica che segna la storia del gioco. Gli eterni rivali. Leo aveva già fatto un triplete (e nel 2015 l'avrebbe bissato), CR7 ha finalmente vinto la Decima col Real e ne vincerà tante altre. Oggi sembra passato un secolo, con uno in Arabia Saudita e l'altro in America…
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- Gli anni d'oro del grande Real stavano tornando (per citare gli 883), o arrivando. CR7, appunto, aveva finalmente conquistato la numero dieci dei blancos, ancora non sapeva che l'avrebbe vinta pure nel 2016, nel 2017 e nel 2018. E poi ancora: Real campione nel 2022 e nel 2024, senza Cristiano, ma di nuovo con Ancelotti in panchina.
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- Si parlava di fanta-mercato: nel 2014 il più conteso di tutti in Serie A è Iturbe del Verona. Due giorni dopo il ko dell'Italia con l'Uruguay, i tifosi giallorossi si consolano e sognano con il suo arrivo: pagato circa 26 milioni, è il secondo acquisto più costoso nella storia del club. Oggi gioca in Paraguay.
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- Impensabile, oggi. Ma fino a gennaio 2016, WhatsApp era gratis solo per i primi 12 mesi, dopodiché prevedeva il pagamento di un canone annuale (89 centesimi), poi eliminato.
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- Il telefono con riconoscimento facciale (o dell’impronta), poi, ci sarebbe sembrato una “diavoleria” da film di fantascienza, se qualcuno ce ne avesse parlato nel 2014. Figuriamoci se ci avessero detto di un telefono che riconosce il tuo volto anche se indossi una mascherina, come nel periodo di crisi Covid (che poi, perché mai uno dovrebbe indossare una mascherina?)
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- Sulla panchina dell'Inter c'è Walter Mazzarri e nel giugno 2014 ha appena chiuso la sua miglior stagione in nerazzurro Jonathan Cicero Moreira, per i tifosi "il divino Johnny". Prestazioni che non gli valgono la chiamata del Brasile per il Mondiale, anche se per qualche settimana si parla di lui anche in ottica Nazionale italiana, visto il doppio passaporto che lo avrebbe reso convocabile da Prandelli. "So che è difficile ma la speranza ce l'ho", diceva. Chissà come sarebbe andata...
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- Nole Djokovic? Un grande, grandissimo tennista. Ma nessuno immagina che un giorno avremmo parlato di lui interrogandoci sul fatto che possa essere il più grande di sempre. In fondo nel giugno 2014 ha vinto "appena" 6 Slam (e mai il Roland Garros), e Federer a quota 17, o Nadal a 14 fresco di nono titolo sulla terra rossa di Parigi, sembrano inarrivabili. Oggi è a 24, ed è il primatista all time per numero di Slam.
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- Tanti, oggi, non riuscirebbero nemmeno a immaginare una vita senza Netflix; fino a dieci anni fa però era la normalità. Era da poco finita l'era di Blockbuster e resistevano ancora quegli strani "bancomat" di film, i distributori automatici. Per sceglierne e vederne uno, ad ogni modo, bisognava uscire di casa...
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- Pensate poi che per ascoltare la musica bisognava inserire degli strani dischetti all'interno di un apparecchio - spesso collocato nel salotto di casa, altre volte portatile - e cambiarli a seconda del tipo di musica o del cantante che si voleva ascoltare. C'era chi ne aveva vere e proprie montagne!
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- Oggi, chi non vuole fare nemmeno la fatica di muovere un indice sullo schermo del proprio smartphone, chiama direttamente Alexa, e ci pensa lei. Nel 2014, vedendo qualcuno chiamare ad alta voce lei o "Siri", avremmo pensato a degli amici immaginari con nomi anche piuttosto strani
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- Esistono già da dieci anni, ma in pochissimi sono appassionati di podcast così come li intendiamo oggi, cioè quei contenuti audio originali, solitamente di natura seriale a episodi, che sono resi disponibili on demand su Internet. Oggi invece ci accompagnano ovunque: in macchina, nelle cuffie mentre si fa sport, al pc...