Le più sorprendenti rivelazioni dei Mondiali
LE STORIE
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Il Ghana a un pugno (quello di Suarez sulla linea) dalla storia, la Turchia del 2002 all'inseguimento di Denilson e la Norvegia di "Flonaldo". La Croazia (due) volte a centimetri dalla gloria e il Camerun di Omam-Biyik nel cielo di San Siro. Bryan Ruiz, stella della della Costa Rica, dirà: "Peccato, i Mondiali potevamo vincerli"
di Marco Salami
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- Dieci anni prima avevano vinto uno storico e impensabile Europeo casalingo tra difesa, improbabili goleador (Charisteas) e silver gol (una regola durata appena un anno). Si "ripetono" con la prima e unica qualificazione alla fase diretta con un altro colpo di coda del destino: ultima del girone contro Drogba e la sua Costa d'Avorio. Lo spilungone del Celtic Samaras segna all'ultimo minuto e regala il sogno ottavi. Dove troveranno…
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- Il sogno Grecia si fermò lì, agli ottavi. Contro l'altra grande rivelazione che noi italiani conosciamo bene. Il girone è con azzurri, Inghilterra e Uruguay, mostri sacri del gioco. Tutti dietro alla squadra cuore e difesa (a cinque). Battono i greci ed escono solo ai quarti contro l'Olanda di Van Gaal che, nell'ultimo minuto dei supplementari, cambia portiere: dentro Krul solo per i rigori. Una mossa oggi vista e rivista, ma al tempo rivoluzionaria. Ne para due, uno alla stella Bryan Ruiz che dirà: "Peccato, i Mondiali potevamo vincerli"
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- Era già la terza nazione africana di sempre a raggiungere i quarti, sarebbe stata la prima in una semifinale. Svanisce tutto per un pugno - non di dollari come nel film di Sergio Leone - ma di Luis Suarez. Ricordate? Il giovanissimo attaccante (milanista) Adiyiah sta per segnare al 120', ma il Pistolero para letteralmente col pugno sulla linea. Rosso e rigore; peccato che l'ex Udinese Asamoah Gyan - leggenda nazionale - mandi sulla traversa. Si va ai rigori, lì la spunta la celeste (con errore decisivo, beffa delle beffe, proprio di Adiyiah)
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- Conosciamo anche loro. Perché nel girone da campioni del mondo in carica del Lippi-bis finiamo dietro a tutti. Alla Nuova Zelanda (comunque fuori), alla Slovacchia e al Paraguay del Tata Martino e di Roque Santa Cruz, che arrivano fino ai quarti vincendo una sola partita (e pareggiandone tre). Dopo due X nel girone, superano il Giappone ai rigori (0-0), fermandosi solo ai quarti coi futuri campioni della Spagna
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- Dolce ricordo azzurro, questa volta. Perché in Germania trionfiamo noi e perché sulla nostra strada c'è proprio una delle rivelazioni di quell'anno. Mai così avanti, trascinati dal leader Shevchenko che proprio quell'estate aveva dato l'addio al Milan
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- Fu l'ultimo Mondiale dove da apripista c'era la nazionale campione in carica. All'apparenza nessun problema per la corazzata francese contro l'esordiente Senegal. E invece… Il compianto Papa Bouba Diop decide la partita, danza vicino alla bandierina a riprendere idealmente la Makossa di Milla a Italia '90 e ali d'entusiasmo. El Hadji Diouf una delle stelle. Con un golden gol superano gli ottavi con la Svezia. Con un altro golden gol escono ai quarti
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- E ai quarti (dove ci arrivano anche i sorprendenti Usa di Donovan-McBride) il Senegal perde proprio contro la fortissima Turchia. Il portiere Rüstü, che gioca con due segni neri sotto gli occhi come i giocatori di football americano, sarà il migliore del torneo al pari del quasi Pallone d'Oro Kahn. E poi Emre, Okan, Umit, Hakan Sukur e Hasan Sas. La corsa finisce col Brasile per una puntata da giocatore di calcetto di Ronaldo. Poi tutti a caccia di Denilson
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- Nella loro storia avevano giocato solo due Mondiali, uno nel 1994, uno 50 anni prima. Due pari nelle prime due del girone, poi quella che in Norvegia è diventata la partita della storia: per gli ottavi serve la vittoria e contro ci sono i campioni in carica del Brasile. L'eroe è Tore André Flo, che diventa Flonaldo per i suoi tifosi. Il sogno si spezza con l'Italia agli ottavi, nella partita seguita con "l'orologio dei Ringo boys con tanto di radio incorporata" in Così è la vita di Aldo, Giovanni e Giacomo
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- Chi andrà ancora più avanti in Francia sarà la splendida nazionale con la maglia a scacchi che, vent'anni dopo, si giocherà addirittura una finale. Finisce sempre con l'amarezza e una vittoria francese. Nel 1998 ci sono Boban e Suker, ma la Francia trionfa in semifinale con la doppietta di Thuram. Nel 2018 Modric e Mandzukic, ma Mbappé &Co si prendono la coppa nella finale di Mosca
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- C'era una volta un Mondiale dove ai quarti - oltre a Brasile, Italia, Germania, Spagna e Olanda - c'erano la Romania di Hagi (Brescia) e Raducioiu (Milan), la Svezia della via Emilia: il futuro bolognese Kennet Andersson e il parmense Brolin; la Bulgaria di Stoichkov (poi Pallone d'Oro e poi anche lui al Parma). Quando la Serie A era l'El Dorado del calcio. In semifinale ci vanno svedesi (fermati poi da Romario) e bulgari (la doppietta di Baggio). La finale di Pasadena sappiamo come andò…
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- Ma non solo, nell'anno di uscita al cinema di capolavori born in the Usa come Pulp Fiction e Forrest Gump, il capolavoro sui campi americani è a firma nigeriana. Mai a un Mondiale nella loro storia: sorprendono tutti guidati da un allenatore olandese (Westerhof) e dalla tecnica dell'intramontabile icona Jay-Jay Okocha. Anche quella favola finirà come per la Bulgaria, cioè con due gol di Roberto Baggio (agli ottavi)
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- La prima africana di sempre ai quarti. Il Senegal 2002 che alla gara d'esordio batte i campioni in carica della Francia? Film già visto. Dopo una cerimonia inaugurale in cui l'alta moda italiana aveva vestito il mondo del pallone, a San Siro un calciatore camerunese di nome François Omam-Biyik vola in cielo e batte l'Argentina di Maradona. È il Mondiale della Makossa, la danza del leggendario Roger Milla, del gol alla Colombia con Higuita che provò a dribblarlo fuori area. Fine corsa ai quarti con l'Inghilterra
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- Non vincono mai, segnano solo due gol, ma volano comunque tra le prime otto del pianeta calcio. Mai a una Coppa del mondo, i tifosi la vincono per colore, folklore, tifo indiavolato. Verde speranza, appunto: pareggiano sempre (nel girone coi vicini inglesi, l'Egitto, gli olandesi-milanisti di Sacchi) e staccano il pass ottavi dove, con uno 0-0 e cinque rigori, affondano la Romania. Troveranno sulla loro strada l'unico uomo capace di fermarli, Totò Schillaci
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- La generazione d'oro del calcio nazionale marocchino era tutta lì, in quel Mondiale: fu la prima squadra africana di sempre a raggiungere la fase a eliminazione diretta e solo un gol di Matthäus (per di più all'87') spezzerà il sogno. Storia simile per il Messico del fortissimo Hugo Sanchez (l'uomo delle capriole dopo i gol), che arriverà fino ai quarti del Mondiale casalingo prima di incontrare, storia nota, la Germania (che vince ai rigori)
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- Un traguardo mai più replicato: il terzo posto a un Mondiale. Era la squadra di Zibì Boniek che, in quanto bello di notte (soprannome dell'Avvocato Agnelli per le sue grandi prove in notturna nelle coppe), segnerà tre gol decisivi al Belgio per la qualificazione in semifinale. Ovviamente alle ore 21. Lì c'è l'Italia ma non c'è Boniek (squalificato per troppi gialli), mentre Paolo Rossi si è già trasformato nell'inarrestabile Pablito: vinciamo noi
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- Nel Mondiale dello Zaire del dittatore Mobutu (e della famosa punizione al contrario di Mwepu), la rivelazione fu l'altra Germania. Il muro è ancora su e l'Ovest e l'Est si sfidano nella prima partita del primo girone, con vittoria a sorpresa dei tedeschi meno accreditati (Sparwasser-gol). Vincono il girone ma la storia finisce lì: al secondo raggruppamento finiscono ultimi, l'Ovest primo e poi campione del mondo contro l'Arancia meccanica di Cruijff e Michels
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- Incubi azzurri: Irlanda del Nord 1958, Corea del Sud 2002, la Svezia 2017 e la recentissima Macedonia. Ma anche la disfatta coi nordcoreani. All'ultima del girone del Mondiale ai nostri basta il pari per raggiungere i quarti: perdiamo. Segna il babau nazionale Pak Doo Ik (si diceva fosse un dentista, ma era un professore di educazione fisica). La nazionale azzurra rientrò in patria accolta da lancio di pomodori mentre i coreani, ai quarti, andarono addirittura sul 3-0 col Portogallo. Altri tempi e altro calcio: finì 3-5 per Eusebio&Co
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- Ancora non lo sanno, ma circa quindici anni dopo saliranno sul tetto d'Europa. Lì sfiorano quello Mondiale, battuti in finale solo dal Brasile ancora campione come nel 1958. La stella è Josef Masopust che in quell’anno si aggiudicò anche il Pallone d’Oro per quanto di magico fatto vedere del Mondiale. Premio ancor più bello: Pelé lo definì "un brasiliano mancato"