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Bernardeschi: "In Nazionale si sta da Dio. Momento no? Capita a tutti"

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©Getty

L'esterno della Juventus dal ritiro della Nazionale dopo il gol all'Estonia: "Ho iniziato questa stagione in ritardo perché sono stato fermo 45 giorni, lo considero semplicemente un periodo che nel calcio ci può stare - spiega a Rai Sport - Il rapporto con Mancini? Il Ct è leale e sincero con me, lo posso solo ringraziare. Giochiamo per donare un sorriso a chi soffre"

ITALIA-ESTONIA 4-0, LA CRONACA

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"Ho iniziato questa stagione in ritardo perché sono stato fermo 45 giorni, e non sono pochi, soprattutto a inizio stagione. Valgono quasi il doppio perché tutti gli altri si allenano e tu non puoi farlo. Conosco solo una strada che è quella del lavoro e del sacrificio per recuperare il prima possibile tutta la forma fisica". Parola di Federico Bernardeschi, che dopo il gol con la maglia della Nazionale ai microfoni di Rai Sport parla del suo presente e di un avvio di stagione non semplice. "Io sono un grande professionista, lavoro e penso al calcio - c'è chi lo vede complicato, ma magari perché vede tutta la sua vita complicata. Io lo considero semplicemente un periodo che nel calcio ci può stare".

"Per sempre grato a Mancini, in Nazionale si sta da Dio"

Con la maglia azzurra Bernardeschi ha segnato 5 reti in 25 presenze. L'ultima è arrivata contro l'Estonia. "Quanto sono contento per il gol all'Estonia? 10. Sono molto felice soprattutto per la prestazione di tutta la squadra e anche di quella personale ovviamente". Il 26enne della Juventus non nasconde il grande rapporto con Roberto Mancini: "Il Ct è sempre stato leale, sincero e molto vero con me, lo posso solo ringraziare e lo ringrazierò sempre. Credo che il mister, lo staff e tutto l'ambiente, abbiano fatto qualcosa di eccezionale dopo quello che sappiamo tutti". Qui si sta da Dio -  le parole del numero 33 della Juve - tutti i risultati che abbiamo fatto, dall'inizio fino a ieri sera, sono stati straordinari e questo devo dire che è tutto merito del mister, dello staff e anche di noi giocatori che ci siamo saputi adattare e andare dietro a quello che ci chiedevano". Come successo contro l'Estonia, nonostante l'assenza di Mancini fermato dal coronavirus: "Devo dire che in questi giorni, senza il condottiero, è stato fatto un lavoro straordinario in un momento non facile, di emergenza. Anche contro l'Estonia c'era, è riuscito a guidarci anche se soltanto da casa. Noi non lo sentivamo ma immagino che Gianluca Vialli un po' di mal d'orecchie ce l'abbia avuto questa mattina".

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"Il calcio deve regalare un sorriso a chi soffre"

In questa prima parte di stagione Bernardeschi ha messo insieme sei presenze tra Serie A e Champions con la Juventus, giocando in tutto 114 minuti. La versione azzurra sin qui ha brillato più di quella bianconera: "Quando giochi in Nazionale è come se tutti stessero lì con te, a tifare e a gioire, questa la considero una grandissima cosa perché l'Italia deve unirsi, compattarsi, bisogna stringerci tutti assieme" è il messaggio dell'esterno offensivo. Con attenzione al particolare momento storico e all'emergenza sanitaria in corso: "Ci sono persone che purtroppo aspettano giorni e giorni, se non settimane, per fare un tampone. Noi siamo tutelati al 100%, ci sono persone che lavorano ogni giorno per noi e che ci fanno stare sereni. In questo periodo storico c'è tantissima gente che sta soffrendo e noi, come tanti altri più fortunati, dobbiamo dare l'esempio di umiltà. C'è gente che purtroppo sta soffrendo per i propri cari, o c'è gente che ha perso delle persone importanti. Noi speriamo di regalargli un sorriso in più in questo periodo drastico e difficile".

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