LA FOTOGALLERY. Dal 1996 sulla panchina dell'Arsenal, il tecnico francese raggiunge un traguardo memorabile in Premier League. Come lui tanti allenatori hanno scritto la storia alla guida di un club, figure leggendarie apprezzate in Italia e all'estero
Una panchina lunga 20 anni quella di Arsene Wenger, manager dell’Arsenal dal 1 ottobre 1996. Allenatore testardo e romantico, visionario e rivoluzionario, il 66enne francese è l’uomo più vincente di sempre alla guida dei Gunners. Il suo avvento ha stravolto gli equilibri del calcio britannico -
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Alsaziano classe 1949, laureato in economia e ingegneria, dopo una modesta carriera da calciatore intraprese il ruolo di tecnico al Nancy. Primi titoli al Monaco (scudetto e coppa), una parentesi in Giappone fino alla chiamata dell’Arsenal grazie all’amico David Dein, vicepresidente del club fino al 2007 -
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Il bilancio nella squadra londinese recita 15 titoli, 18 qualificazioni di fila alla Champions League e lo sbarco nel tempio dell’Emirates. Accolto con “Arsene who?”, Wenger ha trasformato un emblema del football old style in un club all’avanguardia per stile di gioco, metodi di allenamento e preparazione fisica -
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Primo non britannico a conquistare la Premier nel 1998, Wenger ha propiziato l’arrivo di tanti manager stranieri all’interno di un sistema ermetico per oltre 100 anni. Il suo ciclo vincente ricorda tante ere memorabili scritte da altri allenatori alla guida dello stesso club: perché non ripercorrerli? -
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JOSÉ MOURINHO. Iniziamo dallo storico antagonista di Wenger, tecnico dai tanti trionfi in Europa: l’exploit al Porto, il “Triplete” all’Inter prima delle fortune alterne al Real Madrid. Tuttavia il suo nome è legato soprattutto alla prima parentesi alla guida del Chelsea: riuscirà a ripetersi in Premier con lo United? -
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PEP GUARDIOLA. Rivale a Manchester di Mourinho, l’allenatore catalano è chiamato a inaugurare un nuovo ciclo vincente dopo il triennio al Bayern Monaco. La sua mano e le sue idee di calcio hanno prodotto il tiqui-taca di stampo azulgrana, marchio di fabbrica del Barcellona che tra il 2008 e il 2012 stravinse in Europa -
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JÜRGEN KLOPP. Senza spostarci dalla Premier League incontriamo il tecnico tedesco, da un anno alle redini del Liverpool in luogo di Brendan Rodgers. In precedenza il suo corso al Borussia Dortmund ha riportato ai fasti in patria e in Europa un club sull’orlo del fallimento con 6 trofei e la passione di una città intera -
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RAFA BENITEZ. Oggi guida il Newcastle nella Championship inglese, ultima tappa dopo aver allenato Real Madrid e Napoli, Chelsea ed Inter. I primi trionfi con Valencia e soprattutto Liverpool restano tuttavia indelebili: nelle sei stagioni con i Reds sollevò pure una Champions League ai danni del Milan di Ancelotti -
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DIEGO SIMEONE. Magari non avrà conquistato i trofei dei nomi sopracitati, ma il ‘Cholo’ è riuscito nell’impresa di spezzare il duopolio Barça-Real in Spagna e non solo. Dal 2011 sulla panchina dei Colchoneros, il tecnico argentino si è ritagliato una clamorosa Liga, un’Europa League e una Supercoppa -
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CARLO ANCELOTTI. Tre volte vincitore della Champions League alle redini di Milan e Real Madrid, Carletto è uno degli allenatori più brillanti in chiave recente. Lo dimostra il suo curriculum e la pioggia di titoli conquistati tra Italia ed Europa: l’ultima sfida in Baviera lo consacra nuovamente su scala internazionale -
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MASSIMILIANO ALLEGRI. Doveroso citare anche Antonio Conte, il primo artefice del quinquennio d’oro della Juventus. Il testimone ceduto al tecnico livornese ha rinnovato lo strapotere bianconero in Italia e giustificate velleità in campo europeo: è questa la prossima missione di Allegri alla prova Champions -
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MIRCEA LUCESCU. Appena chiusa l’epopea allo Shakhtar Donetsk, l’allenatore rumeno lascia alle spalle 12 anni di trionfi e conferme a livello continentale: irresistibile in Ucraina, vittorioso pure in Europa con la Coppa Uefa targata 2009. Già apprezzato in Italia, Lucescu è chiamato a rendere grande lo Zenit -
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JOACHIM LÖW. In quanto a Nazionali il presente premia indubbiamente il ct tedesco che, raccolto il testimone da Klinsmann, ha sempre condotto la Germania tra le quattro migliori squadre tra Europei e Mondiali da 10 anni a questa parte. Il punto più alto non può che essere il trionfo in Brasile nel 2014 -
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VICENTE DEL BOSQUE. A proposito di ct vincenti, gli 8 anni dell’allenatore spagnolo alla guida della Roja rappresentano l’epoca d’oro del calcio nazionale. Sostituito il campione d’Europa Aragonés nel 2008, Del Bosque ha alimentato l’incredibile ciclo della Spagna a livello continentale e mondiale fino allo scorso luglio -
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ALEX FERGUSON. Parli di miti e il pensiero porta inevitabilmente allo storico manager del Manchester United, club allenato per 27 anni fino al 2013. Una figura leggendaria quella di Sir Alex, scozzese partito dall’Aberdeen prima di conquistare 38 trofei alla guida dei Red Devils. Ad oggi resta ancora un riferimento assoluto -
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ROBERTO MANCINI. Il divorzio dall’Inter è una ferita ancora fresca, tuttavia in sella ai nerazzurri il “Mancio” scrisse pagine gloriose tra il 2004 e il 2008: 3 scudetti, 2 Coppe Italia e altrettante Supercoppe. Anche al Manchester City lasciò la sua impronta con titoli e gioie, tuttavia l’Inter resta la parentesi più luccicante -
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MARCELLO LIPPI. Prima di far gioire l’Italia nel 2006 nel Mondiale tedesco, il tecnico viareggino rese grande la Juventus in due parentesi distinte: i primi 5 anni furono memorabili con 9 titoli totali comprese la Champions League e la Coppa Intercontinentale. Tornato nel 2001 vinse ancora a livello nazionale -
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FABIO CAPELLO. Tutt’altro che agevole raccogliere l’eredità di Arrigo Sacchi, eppure tra il 1991 e il 1996 l’allenatore friulano conquistò scudetti, Supercoppe e una Champions League sulla panchina del Milan. Vi ritornerà senza gioie nel 1998, tuttavia Capello si impose pure alla Roma e al Real Madrid -
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ARRIGO SACCHI. Detto di Capello, l’allenatore romagnolo rivoluzionò il Milan e il calcio italiano: gioco a zona e pressing asfissiante, solidità difensiva ed elementi del calcio totale olandese. I risultati furono 4 anni ad altissimi livelli con l’eccellenza in campo europeo, trionfi che rendono leggenda quella squadra -
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GIOVANNI TRAPATTONI. Bandiera del Milan, il Trap è stato in realtà tecnico memorabile della Juventus tra il 1976 ed il 1986 prima del ritorno negli anni ’90: 6 scudetti e 2 Coppe italia, una Coppa dei Campioni ed una Intercontinentale oltre a 2 Coppe Uefa e altrettanti trionfi internazionali. Probabilmente inimitabile -
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JOHAN CRUYFF. Campione senza tempo e simbolo del calcio totale, dopo le gesta in campo Cruyff concesse il suo talento in panchina alla guida di Ajax e soprattutto Barcellona. Ebbene fu proprio lui a gettare le basi dello straripante Barça che ammiriamo oggi: ecco perché la sua scomparsa ha davvero emozionato -
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VALERI LOBANOVSKI. Scomparso nel 2002 dopo una vita dedicata al calcio, la figura del “Colonnello” è legata a doppio filo alla Dinamo Kiev: due parentesi in panchina per un totale di 21 anni, 24 titoli nazionali e 3 trofei continentali. Quanti campioni sono stati forgiati dai suoi allenamenti massacranti -
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BRIAN CLOUGH. L’ossessione del “Maledetto United” e una preziosa eredità concessa al calcio inglese dopo i trionfi con Derby County e soprattutto Nottingham: i 18 anni al Forest l’hanno consacrato in patria e in Europa dove sollevò due Coppe dei Campioni di fila tra il 1978 e il 1980. Tutto il resto rimane nella leggenda -
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BOB PAISLEY. Se ancora oggi è idolatrato dai tifosi del Liverpool al pari del predecessore Bill Shankly, le ragioni sono eloquenti: 9 stagioni alla guida dei Reds con 6 titoli nazionali, 6 Charity Shield e 3 Coppe di Lega ma soprattutto 3 Coppe dei Campioni, l’unico insieme ad Ancelotti a raggiungere questo traguardo -
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HELENIO HERRERA. L’artefice della “Grande Inter” scrisse una delle epopee più brillanti del calcio italiano negli anni ’60: 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e altrettante Coppe Intercontinentali sotto la guida dell’allenatore argentino, primo riferimento dei nerazzurri in 8 memorabili stagioni -
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NEREO ROCCO. Altrettanto gloriosa l’era al Milan del “Paròn”, tecnico rossonero in due diverse parentesi tra il 1961 e il 1973. Il bilancio recita 2 scudetti e 3 Coppe Italia, 2 Coppe dei Campioni e altrettante Coppe delle Coppe oltre ad una Coppa Intercontinentale. Il suo regno è tutt’ora indimenticato dai tifosi -
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GUY ROUX. Chiudiamo la nostra carrellata con un allenatore probabilmente meno vincente ma indubbiamente eterno: sono 44 gli anni totali della gestione del tecnico francese all’Auxerre, ovvero dal 1961 al 2005 iniziando dalle categorie amatoriali prima dei successi in Ligue 1. Un record difficilmente raggiungibile -
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