
LA FOTOGALLERY. Imbattuto dal 20 agosto (unica sconfitta stagionale), 30 gol segnati in 11 gare di campionato con un trio d’attacco da far invidia alle grandi d’Europa. Ecco come il Liverpool è tornato in testa alla classifica di Premier 30 mesi dopo l’ultima volta

Con i pareggi di Manchester City e Arsenal nell’ultima giornata, il Liverpool di Klopp si ritrova da solo al comando della Premier: l’ultima volta, 30 mesi fa. Dietro alla rinascita dei Reds, 7 “segreti” che fanno sognare il popolo di Anfield -
Pari tra Arsenal e Tottenham, Liverpool in vetta
1. QUEI TRE LÀ DAVANTI. Si chiamano Firmino, Coutinho e Manè e in 3 hanno firmato 16 gol in 11 partite, sfornando anche 12 assist. Per capirsi, il trio delle meraviglie del Barça – Messi, Suarez, Neymar – in 11 partite ne ha segnati 20 (con 12 assist). Con una sola differenza: il valore di mercato della MSN è di 144.5 milioni di sterline, quello della… FCM è di 81 milioni -
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Insomma, senza una vera prima punta davanti (Benteke non ha mai convinto Klopp ed è stato ceduto, Sturridge non è tra i suoi prediletti), il Liverpool ha trovato il modo di far coesistere tre attaccanti che si muovono di continuo, non danno punti di riferimento, si scambiano le posizioni e si assistono a vicenda -
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2. AMICI FUORI DAL CAMPO. Intercambiabili e generosi, nessuna “prima donna” nell’attacco dei Reds, si diceva. Il vero segreto di Firmino, Coutinho e Manè è essersi trovati anche fuori dal campo, dove i tre vanno perfettamente d’accordo e i risultati si vedono sul rettangolo verde sotto forma di assist e scambi continui. In una parola: intesa. Il Liverpool diverte perché si diverte -
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3. LA CRESCITA DI COUTINHO. Tra i magnifici 3 merita un capitolo a parte Coutinho: scordatevi il timido ragazzino riccioluto che all’Inter faticava a imporsi e che venne ceduto senza rimpianti. Oggi il brasiliano è maturato ed è diventato il leader tecnico della squadra. I compagni lo cercano quando c’è bisogno di inventare qualcosa, lui non ha problemi ad assumersi responsabilità e a tenere il pallone tra i piedi. E poi, quando calcia in porta… -
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4. LA FORMULA KLOPP. Al Liverpool dall’ottobre 2015, e dopo il difficile periodo iniziale c’era chi rimpiangeva Rodgers (d’altra parte i risultati erano simili se non peggiori). Si disse che uno come Klopp ha bisogno di tempo e di iniziare la stagione con la squadra in mano. Al secondo anno sulla panchina dei Reds possiamo dire che forse era proprio così -
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Non si tratta solo del gioco, brillante e spettacolare, che ha saputo dare alla squadra. Klopp si è calato nella realtà, ha capito il tipo di “materiale” di cui disponeva e ha ideato una formula vincente, scostandosi dal “modello Dortmund” (dove aveva una prima punta, e che prima punta: un certo Lewandowski). Risultato: da ottobre 2015 a oggi nessuno ha segnato più del Liverpool e nessuno ha avuto un possesso palla superiore a quello dei Reds -
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5. TANTI MARCATORI DIVERSI. Tanti gol, dicevamo: 30 in 11 partite quest’anno, ma ciò che più impressiona sono i 10 marcatori diversi. Il gioco di Klopp porta alla conclusione tutti gli interpreti e l’ultima partita contro il Watford di Mazzarri ne è stata la dimostrazione lampante. Un vero e proprio tiro al bersaglio verso la porta avversaria, con la bellezza di 17 tiri nello specchio (e 6 gol) -
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Qualche dato aggiuntivo: in 14 partite stagionali (tra campionato e Coppa) il Liverpool non ha segnato solo in due occasioni (sconfitta 2-0 con il Burnley e 0-0 con lo United); 40 i gol fatti, 10 nelle ultime due; in 7 occasioni (la metà delle partite) ha segnato 3 o più gol. Non resta che registrare la difesa: 14 subiti in 11 gare di Premier sono ancora troppi (il Chelsea ne ha presi 9, il City 10, l’Arsenal 11, il Tottenham 6) -
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6. IMBATTUTO CON LE BIG. Se le vittorie sulle “piccole” sono un indice della tenuta mentale e della costanza di una squadra, gli scontri diretti con le altre big dicono molto sulla capacità di lottare realmente per il titolo. Ecco i risultati dei Reds finora: Arsenal battuto 4-3 all’Emirates, pari (1-1) con il Tottenham a White Hart Lane, vittoria sul Chelsea (2-1) a Stamford Bridge, 0-0 in casa con il Manchester United. Otto punti in 4 scontri diretti, nessuna sconfitta. All’appello manca solo il Manchester City, poi al ritorno il Liverpool avrà quasi tutti i confronti diretti in casa -
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7. BATTUTA LA SCUOLA ITALIANA. Quattro su 4, per Klopp, nei confronti con gli allenatori italiani in Premier quest’anno. Ovvero in quelle partite dove conta la tattica e dovrebbe essere più difficile segnare. Il Liverpool ne ha fatti 4 ai campioni in carica del Leicester di Ranieri, 2 a Conte, 6 a Mazzarri e ha contribuito all’esonero di Guidolin battendolo 2-1 in quella che è stata la sua ultima gara sulla panchina dello Swansea -
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