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Manchester City-Tottenham, Guardiola e Mourinho parlano della loro rivalità

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I due allenatori di Manchester City e Tottenham parlano alla vigilia dell'ennesima sfida che li vedrà uno contro l'altro. Guardiola: "Mou è sempre un bel rivale. Le 15 vittorie di fila non ci faranno partire in vantaggio". Lo Special One: "Non dimentico quando mi telefonò dopo la morte di mio padre". Sul "caso Bale": "Il suo post non dice la verità"

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Pep contro Mou, capitolo 25. Alla vigilia dell’ennesima sfida che li vedrà uno contro l’altro, i due allenatori di Manchester City e Tottenham hanno parlato in conferenza stampa, tornando inevitabilmente sulle origini della loro rivalità e sul loro rapporto.

Guardiola: "Noi simili. Le 15 vittorie non aiutano"

"Io e Mourinho siamo più o meno simili”, ha detto Guardiola. “Lavoriamo nel calcio da molti anni ed è un bene per entrambi. Facciamo la professione che amiamo e Mou è ogni volta un bel rivale da affrontare". Sul fatto poi che l’ultima sconfitta del City sia arrivata proprio contro il Tottenham, lo scorso novembre, Pep spiega che si tratta di “una coincidenza. Abbiamo perso quella partita perché loro sono stati migliori di noi sotto tanti aspetti. Anche domani affronteremo una squadra forte e per batterla dovremo quindi fare ancora meglio”.

Anche perché, coincidenza o no, nelle ultime due sfide tra Pep e Mou (da allenatori di City e Tottenham) ha sempre vinto il portoghese, per 2-0. “Quindici vittorie di fila?”, continua Guardiola, “Non ci aiuteranno a partire in vantaggio 2-0. Ci aiutano ad essere dove siamo: in League Cup, in FA Cup, in Champions e soprattutto in Premier. Ma niente di più. Dobbiamo continuare a vincere, è una settimana importante in cui affrontiamo tre squadre molto forti (Tottenham, Everton e Arsenal, ndr)”.

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Mourinho: "Rivali solo in partita"

"Il problema fra noi allenatori è che non è facile coltivare un’amicizia perché non ci vediamo fuori dal campo”, ha spiegato Mourinho. “Con Pep abbiamo lavorato insieme tre anni (al Barcellona, quando Guardiola era il capitano della squadra e Mou l'assistente di Robson, ndr): ci vedevamo ogni giorno, abbiamo festeggiato insieme i titoli vinti e condiviso la delusione quando perdevamo. Per il resto appartengo alla generazione per cui quello che succede durante una partita, resta nella partita. Ci sono poi momenti nella vita in cui succedono delle cose che non si dimenticano. Non dimentico che quando morì mio padre, lui sapendo quanto fosse importante per me, mi ha telefonato. E io ho fatto lo stesso quando ha perso la sua mamma. Sono cose che la gente non vede e che oggi sto condividendo perché ne ho l'opportunità”.

Caso Bale: "Quel post non dice la verità"

Riguardo alle notizie di campo, invece, Mourinho ha parlato delle condizioni fisiche di Harry Kane, reduce da un infortunio alla caviglia (“Può partire dal 1'. Ha giocato 60 minuti nell'ultima gara e non ci sono state sensazioni negative. Ha solo bisogno di riprendere il ritmo”) ed è tornato sul “caso Bale”, che in un post su Instagram aveva polemizzato sulla sua esclusione contro l’Everton, in FA Cup. "C'era una contraddizione fra il post e la realtà. Probabilmente quel post non l'ha scritto nemmeno lui e io non posso che ripetere che non stava bene e, pur non avendo un infortunio, non era al meglio. Se domani lo sarà, conterò ovviamente anche su di lui”.

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