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Conte: "Scudetto con l'Inter il mio capolavoro. Tottenham la sfida più stimolante"

L'INTERVISTA
©IPA/Fotogramma

L'allenatore del Tottenham alla Gazzetta dello Sport: "Non ho mai fatto scelte facili ma questa è la scelta più difficile e per questo anche la più stimolante della mia carriera. Nel progetto di Levy ho percepito la visione. All'Inter in due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva. Se non ci fossimo stati noi, la Juve sarebbe ancora lì davanti". Fiducia sulla Nazionale: "C’è solo un avversario da temere: il Portogallo"

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"Ricreare il ciclo della Juve è stato duro ma il vero capolavoro è stato lo scudetto con l'Inter. In due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva". Parola di Antonio Conte, che da Londra racconta in un'intervista con La Gazzetta dello Sport i primi passi da manager del Tottenham e torna sull'addio alla Serie A. "In due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva. Se non ci fossimo stati noi a interrompere il ciclo bianconero, la Juve sarebbe ancora lì davanti. Quando batti qualcuno, ne mini le certezze". Il presente si chiama Tottenham: "Non ho mai fatto scelte comode, ma questa è certamente la più difficile e per questo anche la più stimolante".

"Devo essere bravo anche io ad avere pazienza"

Conte ripercorre i motivi che lo hanno portato al ritorno in Inghilterra: "Solo il fascino della Premier poteva convincermi a tornare in pista così presto. Quando il presidente Levy mi ha cercato la prima volta a giugno, l’avevo ringraziato ma non me l’ero sentita. Avevo bisogno di staccare la spina. Ma quando Levy è tornato alla carica mi ha convinto dimostrando di volermi a tutti i costi. Nel suo progetto ho percepito la visione. Una parola a me molto cara". E strutture: "Dallo stadio che è un gioiello di modernità e comfort, costato un miliardo di euro, a un centro sportivo da restare a bocca aperta: senza dubbio il migliore che io abbia mai visto. Qui c'è tutto per lavorare al meglio, ma c'è anche tanto da fare. Bisogna avere pazienza e dovrò essere bravo anch’io a trovarla". L'obiettivo è "essere all'altezza dei top club della Premier. Ci sono colossi come i due Manchester, il Chelsea e il Liverpool, ma anche società ricche e ambiziose come Everton, Arsenal, West Ham. In tanti hanno voglia di investire in Inghilterra, vedi il Newcastle".

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A Londra Conte ha ritrovato Fabio Paratici, con il quale aveva condiviso l'esperienza alla Juventus: "È stato sicuramente un elemento importante in più - ammette - sapere di lavorare con chi ti conosce bene e ha qualità e ambizioni aiuta molto". Al Tottenham "dobbiamo eliminare gli alti e bassi. Quando arrivai all’Inter dissi subito: non voglio più sentir parlare di pazza Inter. Per stare in alto servono stabilità, continuità di prestazioni e di risultati. Secondo, cambiare mentalità: non ci si deve accontentare ma credere che si può vincere. Terzo, portare il mio metodo: intensità del lavoro, cura del dettaglio e della tattica". E in attacco c'è Harry Kane: "Ho il piacere di allenarlo solo da pochi giorni, ma è un top player che capisce tutto subito". Tra gli avversari ci sono Lukaku e Cristiano Ronaldo, anche loro freschi di addio alla Serie A: "Sono situazioni diverse. Ma quando si crea l’opportunità di tornare da protagonisti in Premier è difficile dire no".

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Si torna a parlare di Serie A. E di Nazionale. "Per lo scudetto sembra una corsa a tre, con Napoli e Milan insieme all’Inter. Ma ora sono impegnato a pensare a chi lotta al vertice in Premier". Poi testa ai playoff per il Qatar: "Durante il percorso europeo sono cresciuti entusiasmo e fiducia. Ci siamo meritati gli episodi favorevoli: la palla che prende il palo ed entra, il gol di Arnautovic annullato per un niente, le sfide con Spagna e Inghilterra vinte ai rigori. Dopo che diventi campione però, crescono le pressioni, gli altri contro di te giocano la partita della vita. Ce la faremo a qualificarci? Spero di sì. C’è solo un avversario da temere: il Portogallo. È una squadra forte, piena di giocatori di qualità, non solo Ronaldo. Con loro la sfida è alla pari".

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