Snus, cos'è la sostanza che dà dipendenza usata dai giocatori in Premier League
Prodotto nel Nord Europa, è lo stimolante che da anni circola tra i giocatori della Premier League. Non è una droga né una sostanza dopante: si tratta di tabacco umidificato a vapore e raccolto in bustine, che si applicano sulla gengiva rilasciando nicotina nel flusso sanguigno. Ciò che sembra una trasgressione, però, può causare dipendenza e rischi per la salute
- È il termine svedese, dove viene prodotto e consumato come in Norvegia e Finlandia, utilizzato per indicare un tabacco umido in polvere per uso orale. Viene realizzato tramite un processo di umidificazione a vapore
- Esistente in due tipi sul mercato (sfuso o in porzioni), l'utilizzo dello Snus prevede di posizionarlo in bocca tra il labbro e la gengiva superiore tenendolo in bocca per un periodo di tempo variabile da qualche minuto a diverse ore
- Si tratta appunto di tabacco macinato, essiccato e umidificato a vapore, ma ad eccezione del Nord Europa è considerato illegale. Ciò nonostante da anni circola tra i giocatori della Premier League. Il motivo? È uno stimolante che non sfora le soglie delle sostanze dopanti (non è mai stata inserita nella lista Wada), ma resta vietatissimo
- Lo Snus agevola il rilascio di dopamina che, per un giocatore, è una sorta di eccitante istantaneo. Una spinta extra, quindi, che tuttavia può provocare dipendenza e causare rischi per la salute oltre a malessere, mal di testa e problemi alla gola
- Non è vietato invece seguire sui social gli account di rivenditori e produttori svedesi di Snus, profili che possono recapitarlo a domicilio degli acquirenti a costi contenuti. Ecco come è possibile aggirare il divieto, anche in Inghilterra
- In occasione di Euro 2016, direttamente dal ritiro dell'Inghilterra, fu Jamie Vardy (reduce dall'impresa col Leicester in Premier) ad essere immortalato con una bevanda energizzante e la scatoletta di Snus
- Lontano dal gioco, ma pizzicati dalle telecamere in panchina, non sono mancati più recentemente altri esempi di giocatori alle prese con lo Snus. È capitato a Mark Gillespie, terzo portiere del Newcastle, oltre a Bertrand Traoré dell'Aston Villa
- Un fenomeno in corso da tempo, ma tornato d'attualità dopo le ultime immagini di giocatori pizzicati in panchina ad assumerlo. Secondo un articolo del Dipartimento di Cardiologia dell'Università di Digione, "Il tabacco senza fumo ha effetti cardiovascolari dannosi e crea dipendenza: soddisfa tutti i criteri per l’inclusione nell’elenco delle sostanze proibite dell’Agenzia mondiale antidoping come prodotto dopante. L’uso di tabacco senza fumo nelle attività sportive dovrebbe essere scoraggiato"
- Come detto il suo consumo non è considerato dopante e, per renderlo tale, l'Agenzia Mondiale Antidoping dovrebbe classificarlo come stimolante sebbene sorgerebbero problemi nel distinguerlo dalla nicotina assunta con il fumo (che ovviamente non può essere considerata dopante). Ciò che è certo sono gli effetti dannosi per la salute come emerso negli studi dei ricercatori
- Ne aveva parlato nel 2021 Lee Johnson, all'epoca allenatore del Sunderland: "Dicono che dia una botta di entusiasmo. Non l'ho mai provato, ma avendo parlato con i calciatori la mia preoccupazione è che sia un qualcosa che dia talmente dipendenza che diventa il pensiero principale del cervello, il che la rende pericolosa. Ho paura che ciò danneggi l’equilibrio tra corpo e mente, il che per me è la cosa peggiore in termini di sviluppo calcistico"