
Dalla squadra di Garcia, eliminata in Coppa Italia dallo Spezia, a quella "cazzutissima" che ha battuto il Genoa: in 365 giorni l'allenatore giallorosso ha trasformato la Roma e il suo carattere. Ecco i momenti-clou della "cura Spalletti"

Un anno fa, a Roma, finiva l’era di Rudi Garcia e iniziava lo Spalletti-bis: 365 giorni contraddistinti da grandi partite e cocenti delusioni, dalla telenovela Totti e dal battibecco con Ilary. Eventi insaporiti sempre dalle sue dichiarazioni, mai banali

Il 12 gennaio 2016 Pallotta incontra Spalletti a Miami. Nel frattempo Garcia sta dirigendo il suo ultimo allenamento. Poche ore dopo la notizia è quasi ufficiale, manca solo la firma sul contratto

Firma che arriva il 14 gennaio, quando Spalletti sbarca a Roma per la sua nuova avventura in giallorosso. Era già stato allenatore della Roma dall’estate 2005 al 1° settembre 2009, vincendo due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Il suo ritorno porta grande entusiasmo in un ambiente avvilito dagli scarsi risultati dell’ultimo periodo, culminati con l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dello Spezia

La prima di Spalletti coincide con la prima giornata di ritorno: il 17 gennaio la Roma pareggia 1-1 con il Verona ultimo in classifica, ma a fine stagione i risultati raggiunti dal nuovo tecnico saranno eccezionali. In un girone la Roma di Spalletti fa 46 punti (14 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta) e chiude al terzo posto, lui risulterà l’allenatore con la miglior media punti a partita (2,42 contro i 2,39 di Allegri, vincitore dello scudetto)

Eppure l’inizio non era stato semplice: dopo il pari con il Verona, il 24 gennaio arriva la sconfitta contro la Juventus di Allegri (1-0), in una sfida tra “toscanacci”. A cui fanno seguito però 8 vittorie di fila in campionato. La Roma si è definitivamente ritrovata

Unica parentesi amara, l’eliminazione dalla Champions contro il Real Madrid che andrà a vincere la Coppa. Un doppio 2-0 che ammette poche repliche. Testa al campionato: Spalletti lascia intendere che il secondo posto è un obiettivo alla portata, nonostante a febbraio la Roma sia quarta

In casa Roma, però, il vero bubbone deve ancora esplodere. Succede alla vigilia della gara contro il Palermo, quando un Totti scontento delle tante panchine sintetizza così il suo rapporto con l’allenatore: “Spalletti? Ci diciamo solo buongiorno e buonasera. Se sto fuori è solo per scelta tecnica, perché io sto bene”

Tra i due è rottura: Totti paga le sue parole con la tribuna, nella partita con il Palermo del 21 febbraio. Il capitano, accanto alla sua Ilary, assiste alla vittoria per 5-0: l’Olimpico gli manifesta solidarietà, schierandosi dalla sua parte, Spalletti replica: “Devo rispettare lui ma anche gli altri 25: io non voglio litigare con nessuno ma solo fare il mio lavoro. Anche Totti è dispiaciuto e lo ha dimostrato venendo alla partita”

Il 3 aprile è il giorno del derby. Spalletti vince 4-1 ed “esonera” Pioli. Per Totti ancora una delusione: neanche un minuto in campo nella partita più sentita. Spalletti commenta così: “Sono il primo a essere dispiaciuto per non aver messo Francesco”. “Ma – aggiungerà qualche giorno dopo – sono l’unico a trattarlo da calciatore”

La rivincita di Totti arriva pochi giorni dopo. Il 17 aprile, sotto 3-2 contro l’Atalanta, Spalletti lo manda in campo per De Rossi, al 78°. Totti si mette la fascia al braccio e dopo 7’ segna il gol del pareggio

A fine gara, negli spogliatoi, la presunta lite tra i due, smentita dall’allenatore. Che commenta duramente: “Francesco non ha salvato nulla. Semmai è stata la squadra”

Ma il film è solo all’inizio: tre giorni dopo, infatti, Totti fa ancora meglio. Questa volta, contro il Torino, entra in campo a 4’ dalla fine e con i suoi sotto 2-1. Gli bastano 2’36’’ da leggenda per ribaltare la situazione segnando due gol e facendo commuovere l’Olimpico -
Totti, i 2'36'' da leggenda
La Roma conquista un posto per la Champions, Spalletti commenta: “La sua gestione è difficile, ma quando è in campo gli altri subiscono una spinta emotiva impressionante”

Il mercato estivo toglie a Spalletti una pedina fondamentale come Pjanic, passato ai rivali della Juventus. Durissime le sue parole nei confronti del bosniaco, qualche mese dopo. “La mia squadra ora è migliore di Pjanic: tutta, compresi i magazzinieri. Non sono arrabbiato con lui, ma sono l’allenatore della Roma e per me tutti quelli che giocano con la Roma sono migliori di lui”

La nuova stagione inizia bene, con un 4-0 all’Udinese, ma poi, il 23 agosto, arriva la batosta dell’eliminazione nel preliminare di Champions contro il Porto. “Questa è dura da mandare giù”, commenta l’allenatore

De Rossi (espulso) perde la testa e la fascia (Spalletti gliela toglie per tre partite, per punizione). Ma la vera bufera è dietro l’angolo

Il 26 settembre 2016, alla vigilia del 40° compleanno di Totti, Ilary Blasi fa un regalino al capitano giallorosso rilasciando un’intervista in cui usa parole durissime nei confronti di Spalletti: “E’ un piccolo uomo che subisce Francesco”. La crisi sembrava superata, e invece…

Totti getta acqua sul fuoco (“Con Spalletti c’è sintonia totale”), l’allenatore risponde usando l’arma dell’ironia e in un video di auguri per il capitano giallorosso mostra un regalo pensato per Ilary: il disco “Piccolo uomo” di Mia Martini

Il 15 ottobre la Roma si candida a vera anti-Juve battendo il Napoli 3-1 al San Paolo. Spalletti è euforico: “La miglior partita della mia seconda gestione”

Due settimane dopo, però, deve fare i conti con una perdita importante: l’infortunio di Florenzi contro il Sassuolo. Al termine della partita si parla anche del suo rinnovo di contratto: “E’ in mano ai giocatori”, commenta. “Dobbiamo lasciare un messaggio sul nostro modo di essere professionisti: o si rende onore a Roma e alla Roma, oppure si deve andar via”

4 dicembre, è derby. La Roma batte 2-0 la Lazio ma perde Strootman per squalifica (accusato di simulazione, squalifica poi annullata). Ma è anche il derby delle parole razziste di Lulic nei confronti di Rudiger (“A Stoccarda vendeva calzini, ora provoca”). Spalletti sintetizza tutto così: “Strootman? Squalifica senza senso. Spero solo che ora non squalifichino Lulic, perché nel caso andrebbe squalificato anche Rüdiger per aver simulato la vendita di calzini a Stoccarda”

Dopo il derby, la Roma vince anche la partita con il Milan (1-0), ma cade allo Juventus Stadium stesa da un gol di Higuain: “Dovevamo vincere, usciamo malissimo”. Lontanissimi, comunque, i tempi in cui la Roma era una squadra allo sbando con un centravanti, Dzeko, che pareva un bidone. La "cura Spalletti" ha trasformato anche lui

Negli ultimi giorni del 2016 tiene banco soprattutto la questione contratto. Si va dal “Se ne parlerà a fine stagione” al “ Questa è casa mia, ma se non si vince si vive male”. Fino alla dichiarazione dei primi di gennaio, con cui Spalletti non esclude un futuro alla Juventus: “Sono un professionista, questo è il mio lavoro”

Che il suo pensiero, oggi, sia rivolto totalmente alla Roma è chiaro però dall’enfasi con cui sottolinea l’importanza della vittoria sul Genoa (1-0 grazie a un autogol), frutto della prestazione di una squadra, testuali parole, “cazzutissima”. Ebbene sì, così l’ha trasformata nel giro di 365 giorni