Ai saluti da Re della Capitale, regno iniziato nel 1992 con l'avvento in prima squadra, Francesco Totti lascia alle spalle una carriera inimitabile in maglia giallorossa. Poca fortuna per quei compagni dall'impatto tutt'altro che memorabile: ve li ricordate tutti? #SkyGrazieTotti: LO SPECIALE
L’ultima volta in maglia giallorossa di Francesco Totti va in scena domenica all’Olimpico contro il Genoa, epilogo di un’avventura lunga 25 anni da capitano, simbolo e leggenda della Roma. Carriera inimitabile quella del Pupone, bandiera fedele ai suoi colori e riferimento unico per squadra e compagni. In realtà non mancano ex colleghi dai percorsi agli antipodi, transitati nella Capitale senza lasciare tracce -
In prima squadra dall’età di 16 anni ed esordiente il 28 marzo 1993 a Brescia, il 40enne Totti ha accumulato 618 presenze in Serie A (3° dietro a Maldini e Buffon) con 250 gol, 2° solo a Piola. Complessivamente i gettoni alla Roma sono 785 con 307 reti, squadra decorata con 5 titoli e il premio della Scarpa d’Oro nel 2007. Non dimentichiamo l’avventura in Nazionale (58 gare e 9 centri) culminata con il trionfo Mondiale festeggiato nella sua Capitale, regno che per 25 anni l’ha incoronato sovrano e leader giallorosso -
Parzialmente elencati numeri e record di Francesco Totti, soffermiamoci sui compagni dall’impatto tutt’altro che memorabile nei suoi 25 anni alla Roma. Tra il 1994 e il 1995 nella rosa allenata da Mazzone figuravano Andrea Borsa, Franco Florio e Gianluca Cherubini, 6 presenze in tre in giallorosso senza trovare conferme nel prosieguo della carriera. Intanto il Pupone si stava già prendendo la scena -
LAMPROS CHOUTOS, ROBERTO TROTTA. Esordio in Serie A da 16enne nel 1996 sostituendo proprio Totti per l’ex attaccante greco dai binari tutt’altro che paralleli. In giallorosso Choutos racimolò 4 presenze in altrettanti stagioni prima che sul suo conto abboccassero pure Inter, Atalanta e Reggina. L’avvento in panchina di Carlos Bianchi propiziò invece l’arrivo del difensore argentino, scaricato in patria a gennaio dopo 6 partite. Tra i numeri di Trotta spicca piuttosto il record di espulsioni (17) nella Primera Division -
MARTIN DAHLIN. Qui alle spalle del connazionale Thern e osservato a vista da un giovane Totti, l’attaccante svedese arrivò alla Roma dopo i gol a grappoli tra club (Malmoe e ‘Gladbach) e in Nazionale (3° posto a USA ’94). Sedotto ma abbandonato dalla Juve, Dahlin pagò la concorrenza dei vari Balbo e Fonseca, Delvecchio e un baby Pupone. Risultato? Tre presenze in A senza reti e immediato ritorno a gennaio in Germania -
FABRIZIO ROMONDINI. Nella Roma targata 1996/97 figuravano prospetti sbocciati a Trigoria come i figli di Bruno Conti (Daniele poi bandiera del Cagliari a differenza di Andrea senza fortune) oltre al centrocampista classe 1977, una carriera nelle serie inferiori dopo quelle 2 presenze in Serie A in giallorosso. Grande amico di Francesco dai tempi delle giovanili, Pupone che era solito accompagnarlo agli allenamenti in auto -
OMARI TETRADZE. Nella stagione di Carlos Bianchi come non citare un’altra meteora giunta dal freddo: ex terzino protagonista nel titolo dell’Alanija Vladikavkaz, acquistato per 2 miliardi di lire, offrì il peggio in Roma-Reggiana (2-2) regalando agli avversari il pareggio in sforbiciata al 90’. Tormentato dagli infortuni, rescisse il contratto nel 1999. E pensare che insieme a Tetradze giunse a Trigoria un certo Candela -
FILIPPO DAL MORO. L’annata 1997/98 apre all’era Zeman per archiviare la pessima stagione precedente. Se il campionato produce un 4° posto finale, il mercato riserva innesti dalla permanenza fugace: prendete l’ex difensore empolese, prelevato per 3 miliardi di lire, che in giallorosso disputerà 12 partite prima di finire in prestito (Ternana e Aek Atene) e chiudere la carriera tra Ravenna e Novara -
VAGNER. Qualche gettone in più in Serie A (11) rispetto a Dal Moro per il trequartista brasiliano, espressamente richiesto da Zeman. Strappato al Santos per 8 miliardi di lire, il “Musicista della Roma” (come battezzato da Liedholm) non trovò spazio nel centrocampo a tre del boemo tanto da essere imbarcato quanto prima al Vasco da Gama. Si rifece un nome al Celta Vigo prima di cedere all’artrosi -
CRISTIAN SERVIDEI. Agli ordini di Zeman c’era anche il difensore cresciuto nella Spal e apprezzato al Lecce, squadra che ricaverà 2 miliardi di lire dalla sua cessione alla Roma. La scarsa fiducia (9 partite tra Serie A e Coppa Italia) e il conto pagato dalla difesa dell’allenatore boemo pregiudicarono la sua avventura nella Capitale. Un grave infortunio a 27 anni, simile a quello di Tommasi, compromette il resto della carriera -
CESAR GOMEZ. Se lo sfortunato Tetradze rescisse il contratto in rispetto alla società, chi arrivò alla scadenza con un lauto stipendio (1,6 miliardi di lire all’anno oltre alla gestione personale di una concessionaria automobilistica) fu il difensore spagnolo, adocchiato in quel Tenerife-Lazio di Coppa Uefa. Impossibilitato ad acquistare Nadal, N’Gotty e Stam, il ds Perinetti ripiegò su Gomez con il dubbio che il vero obiettivo di Zeman fosse il compagno argentino Paz. Certo è che un bilancio di 3 presenze fino al 2001, anno del ritiro, stende un velo pietoso sullo spagnolo qui immortalato insieme ad Helguera valorizzato solo a Madrid -
GUSTAVO BARTELT. Meteora per eccellenza nell’era Totti, suo compagno dall’estate 1998 al gennaio del 2000. Esploso al Lanus (13 gol in 18 partite) e acquistato dalla Roma per 13 miliardi di lire, l’attaccante argentino viene accostato a Caniggia per aspetto e velocità ma il talento è ben diverso. In realtà inizia segnando due gol al Santos nel match di presentazione all’Olimpico e si ripete in Coppa contro il Chievo, tuttavia in Serie A scende in campo in 12 gare senza gioie. Le difficoltà di lingua e ambientamento proseguono con gli arrivi di Capello e Montello fino all’addio e al calvario legato allo scandalo passaporti -
IVAN TOMIC. L’ultima Roma di Zeman negli anni ’90 “contava” pure sul centrocampista serbo dagli ottimi numeri al Partizan, la risposta giallorossa all’acquisto laziale del connazionale Dejan Stankovic. Pagato profumatamente (18 miliardi di lire) divenne un oggetto misterioso raccogliendo in due parentesi distinte la miseria di 15 presenze e 0 reti in tre stagioni e mezza. Fu un caso che la Roma vinse lo Scudetto mentre lui veniva confinato in prestito all’Alaves? -
ALESSANDRO FRAU. Oggi 40enne attaccante della Torres, ultima tappa di una carriera che l’ha visto dividersi nelle serie inferiori, proprio da Sassari e dalla Serie C spiccò il doppio salto nel 1998 in direzione Roma. Solo 7 presenze e nessun gol tra i giallorossi di Zeman, stagione che vide piuttosto il passaggio della fascia di capitano da Aldair a Totti. Frau è invece diventato un monumento nella sua Sassari -
FABIO JUNIOR. Da “Uragano” a “Er Venticello”, d’altronde l’impatto dell’attaccante brasiliano fu senz’altro da dimenticare. Dipinto come “Nuovo Ronaldo” e acquistato per 30 miliardi di lire dal Cruzeiro, nonostante Zeman preferisse l’ucraino Shevchenko, venne bocciato dallo stesso boemo: “Non sa fare quasi niente e non ha la minima voglia di imparare”. Ecco quindi che in una stagione e mezza il bilancio parla di 16 presenze e 4 reti, saldo che vale il ritorno in Brasile e una carriera da giramondo. A 39 anni non si è ancora ritirato: milita in patria nel Villa Nova. D’altronde un bidone è per sempre, no? -
SERGEJ GURENKO. Ingaggiato dal presidente Sensi al posto di Zeman, Fabio Capello archivia la prima stagione sulla panchina della Roma con il 6° posto. In quella difesa facevano parte tra gli altri desaparecidos come Luca Ferri e Joseph Oshadogan oltre al primo bielorusso d’Italia fortemente richiesto dal nuovo allenatore. In realtà il timore era la possibile partenza di Candela, poi scongiurata a discapito di Gurenko: 5 presenze nella prima stagione, nessuna fino al gennaio seguente. Riuscirà a fallire anche al Parma -
EDNILSON. In pochi ricordano lo sconosciuto portoghese a Roma, del resto il suo contributo alla causa risponde a 3’ nel finale di un Roma-Fiorentina (4-0). Arrivato 17enne nell’estate del 1999 dalle giovanili del Boavista, Ednilson toglie il disturbo nel gennaio 2001 perdendosi tra Portogallo e Cipro, Serbia e Georgia ritirandosi a soli 30 anni. Non ci è dato sapere che fine abbia fatto questa meteora d’eccezione -
NESAT GULUNOGLU. Fantasma o turista, se preferite, d’altro canto la sua avventura nella Capitale giallorossa dura un anno senza presenze all’attivo e con l’onta di essere scaricato da Fabio Capello. All’epoca attaccante turco di 20 anni con esperienze nella natia Germania, il ragazzo dal cognome scioglilingua vive da separato in casa e rescinde il quinquennale proposto dalla società. Si perderà negli inferi del calcio tedesco prima di ritirarsi nel 2005 facendo perdere le sue tracce -
SALIOU LASSISI. La stagione 2000/01 è quella dei 13 gol di Totti e del 3° scudetto della Roma, trionfo preceduto dagli acquisti di Batistuta, Emerson, Samuel e Zebina. L’estate seguente produce piuttosto il maxi-scambio sull’asse Roma-Parma che, oltre a portare Gurenko in Emilia, “regala” a Capello il bizzoso difensore ivoriano. Nell’amichevole di agosto contro il Boca Juniors, 7’ dopo il suo ingresso, si rompe tibia e perone interrompendo di fatto la carriera a 23 anni. Già, perché il contenzioso con la società lo trascina fino alla scadenza del contratto senza vedere il campo fino al 2004. Oggi è un affermato agente immobiliare -
ADEWALE WAHAB. Se il 2003 produce un 8° posto e una finale di Coppa Italia persa contro il Milan, la stagione seguente (l’ultima con Capello) vale la seconda posizione in Serie A alle spalle dei rossoneri. Di quella Roma facevano parte anche Wahab e il connazionale nigeriano Ajide entrambi spariti dai radar. Come loro anche Denis Boshnjaku, unico albanese nella storia della Roma nonché l’unico ad aver figurato nelle 4 rose della Capitale (Primavere e prime squadre di Lazio e Roma), ma senza lasciare alcun segno -
ABEL XAVIER. Archiviato un campionato da 20 gol in campionato (record personale), Totti accoglie in gruppo il difensore portoghese dal look non convenzionale. A curriculum maglie prestigiose (Benfica, Psv e Liverpool su tutte) ma una carriera al capolinea con l’arrivo a Trigoria: arrivò da svincolato e racimolò solo 3 presenze prima dei saluti. Ritiratosi a Los Angeles, oggi è il ct del Mozambico riabbracciando le sue origini -
VALERIO VIRGA. Acquisti internazionali oltre a promesse non mantenute dalla Primavera, vedi l’esterno oggi 30enne in forza al Borgosesia in Serie D ma da tempo eclissatosi nelle serie inferiori. Per lui 15 presenze in 5 parentesi diverse alla Roma, gettoni superiori a Massimiliano Marsili che debuttò in A da titolare nel 2005 prima di assestarsi sui livelli più bassi del calcio italiano. Anch’egli milita in D al Matelica -
MIDO. La stagione 2004/05 risulta fallimentare tra cambi in panchina (Prandelli, Voeller, Delneri e Conti) e risultati (8° posto) senza dimenticare la presenza dell’attaccante egiziano, solo uno sbiadito faraone in confronto a Salah ed El Shaarawy. Ex Ajax e Marsiglia, acquistato dalla Roma per 6 milioni di euro, Mido non si integrerà mai nella Capitale (8 partite e 0 gol) passando in prestito a gennaio al Tottenham. Destinazione che diventerà definitiva ad agosto 2006, ma a 23 anni la parabola è in picchiata. Si è già riciclato in patria come allenatore -
EDGAR ALVAREZ. La svolta a Roma è dettata dall’avvento di Spalletti, allenatore che trascina la squadra al 2° posto e alla finale di Coppa Italia entrambe a discapito dell’Inter. Buona anche la stagione di Totti (17 gol totali) qui intento ad osservare l’esterno honduregno, da lui soprannominato “Alvaretto”. Impressionante per velocità eppure mai in pianta stabile tra i titolari, Alvarez verrà poi dirottato tra Messina e Livorno. Meno fortunati il greco Elefteropoulos (0 presenze) e l’ex Monaco Shabani Nonda, punta spuntata -
CHRISTIAN WILHELMSSON. La Roma spallettiana cresce nella stagione 2006/07, quella del 2° posto e del trionfo in Coppa Italia nonché delle 26 reti di Totti premiato con la Scarpa d’Oro. A gennaio si aggregò al gruppo l’esterno svedese, già adocchiato da Spalletti dopo un provino ai tempi dell’Udinese. Peccato che più delle prestazioni (19 gare e un gol all’Ascoli) i tifosi giallorossi ricordano la splendida moglie Oksana, ex modella di origine russa. Il buon Christian è così svernato nel Golfo Persico prima del ritiro nel 2015 -
RICARDO FATY. Qui alle prese con Francesco Totti, incrocio in Coppa Uefa tra Roma e Strasburgo che convinse la dirigenza giallorossa ad acquistarlo (360.000 euro), il mediano senegalese giunse a Trigoria a 20 anni non ancora compiuti con ottime premesse. Intenzioni che restano tali dopo il primo impatto ed i prestiti tra Leverkusen e Nantes: nell’estate del 2010 verrà scaricato in Grecia. Oggi 30enne in forza ai turchi del Bursaspor, vanta nella bacheca personale solo la Coppa Italia del 2007 ai tempi della Roma -
RODRIGO DEFENDI. Vivaio Cruzeiro e scommessa fallita dal Tottenham, il difensore brasiliano a 20 anni imboccò la pista italiana prima all’Udinese (2 presenze) e poi alla Roma, squadra che lo impiegò solo nelle Coppe e in Primavera. Una chimera l’esordio in campionato: delude pure in Serie B all’Avellino prima di tornare in Brasile e annaspare nell’esperienza cinese. A 30 ha trovato la svolta in Slovenia al Maribor -
VITORINO ANTUNES. Tante perplessità come nel caso di Gilberto Martinez, terzino costaricense frenato dagli infortuni in giallorosso dopo le buone stagioni a Brescia. Nel caso del mancino portoghese, acquistato in prestito dal Pacos de Ferreira per 300.000 euro, il bilancio parla di 5 partite in Serie A prima di essere parcheggiato in quattro destinazioni diverse. Tuttavia Antunes si è rifatto una carriera tra Malaga e Dinamo Kiev, squadra quest’ultima dove a 30 anni si è ritagliato uno spazio da protagonista -
ADRIAN PIT. Arrivò a Trigoria in coppia con Keivan Zarineh, attaccante italo-iraniano che ha già detto addio al calcio, pallone che invece il 33enne rumeno condivide in patria nelle serie inferiori. E pensare che la Roma lo prelevò a parametro zero dal Bellinzona concedendogli solo due scampoli in Serie A in altrettante stagioni. Evanescente pure in prestito (Pisa e Triestina), il meglio l’ha offerto nel campionato azero -
AHMED BARUSSO. Chi ricorda il mediano ghanese con il fisico da body builder? Classe 1984 che scalò la piramide calcistica italiana dalla Serie D (Manfredonia) alla A quando la Roma lo acquistò dal Rimini: solo 3 presenze in giallorosso a fronte di numerosi prestiti. Centrocampista con la valigia in mano e la scarsa continuità, handicap che lo vede svincolato a 32 anni dopo l’esperienza all’Arezzo nel 2015 -
FILIPE GOMES RIBEIRO. Non che mancassero i brasiliani nella Roma 2008/09 (Doni, Cicinho, Juan, Taddei, Julio Baptista e Julio Sergio), certo è che la permanenza dell’ex centrocampista della Fiorentina ebbe vita breve. Chiamato da Bruno Conti e superato il periodo di prova, Filipe racimolò 4 presenze ritrovandosi svincolato in estate. Riciclatosi tra Serie B e Lega Pro, è appena tornato in patria per motivi familiari -
ADRIANO. Errato considerarlo una meteora de facto, d’altronde al Parma e soprattutto all’Inter si impose come attaccante sensazionale. Ma nella fase calante di una carriera amara disputò 5 partite a Roma tra l’estate 2010 e marzo 2011, quando risolse il contratto con i giallorossi e imboccò in Brasile il viale del professionismo tra vizi e fragilità. E pensare che a 28 anni la Roma poteva rappresentare la svolta personale: “Mo’ te gonfio”, recitava la sciarpa giallorossa esibita a giugno. Se a Roma il trono appartiene a Totti da oltre un ventennio, l’Imperatore si è solo seduto al suo fianco in panchina -
GUILLERMO BURDISSO. Oggi 28enne milita in Messico nel Leon, ultima voce di un curriculum che l’ha visto accanto al fratello Nicolas tra le fila della Roma targata 2010/11 allenata prima da Ranieri e poi da Montella. Poca gloria per Burdisso jr, argentino da 2 presenze totali nell’intera stagione. Comprensibilmente non verrà riscattato dal Rosario Central raccogliendo lodi piuttosto al Boca Juniors -
LOÏC NEGO. L’annata con Luis Enrique in panchina riserva piuttosto il terzino francese classe 1991, prelevato dal Nantes e dirottato nella Primavera giallorossa dove vince la Coppa Italia. Sarà l’unico degli acquisti estivi (Stekelenburg, Heinze, Kjaer, Gago, Krkic e Osvaldo) a non esordire in prima squadra. Un acquisto avvolto nel mistero, d’altronde da anni Nego ha trovato riparo nel campionato ungherese -
MAURO GOICOECHEA. Il manifesto della stagione 2012/13, quella del ritorno di Zeman poi sostituito da Andreazzoli a febbraio, è invece il portiere uruguayano prelevato dal Danubio e preteso dall’allenatore boemo per l’abilità nel gioco con i piedi. In realtà a mancare è la dimestichezza con le mani, dettaglio non da poco: prestazioni da incubo con 15 presenze e 24 gol incassati, 4 nel clamoroso poker del Cagliari all’Olimpico con annessa una sciagurata autorete che costa la panchina a Zeman. Dal 2015 è al Tolosa -
SALIH UCAN. L’avvento di Rudi Garcia in panchina coincide con l’arrivo in prestito biennale (4 milioni di euro al Fenerbahce) del centrocampista turco, classe 1994 dipinto come enfant prodige. Certamente è troppo presto per etichettarlo come una meteora, tuttavia a Roma accumula 9 presenze in Serie A in due stagioni lamentando difficoltà di lingua, ambientamento e problemi fisici. La scorsa estate è così tornato in Turchia -
SEYDOU DOUMBIA. Un profilo già affermato invece quello dell’attaccante ivoriano, straripante allo Young Boys e al Cska Mosca nonché ritrovato in questa stagione al Basilea. Di mezzo, purtroppo per lui e per i tifosi giallorossi, “spiccano” i sei mesi alla Roma dove arriva a titolo definitivo per 15 milioni di euro. Irresistibile sui social, meno sul campo complice la scarsa devozione alla causa: 2 gol in 13 gare e via ai prestiti (Cska e Newcastle). Come detto ha convinto in Svizzera, ma resta di proprietà della Roma -
NORBERT GYÖMBÉR. Nella staffetta tra Garcia e Spalletti, maturata nella scorsa stagione, oltre al deludente Iturbe si è ritagliato 6 spezzoni di partita il difensore slovacco classe 1992 portato in Italia dal Catania. Prematuro bollarlo come bidone, certo è che nella sua breve parentesi a Roma non lascia il segno come a Pescara, squadra che interrompe il prestito dopo gli attriti con Oddo e i compagni di squadra. Ecco quindi che l’esilio al Terek Grozny lo terrà a distanza dalla Capitale solo fino a luglio -
GERSON. Arriviamo così all’ultimo compagno di Totti dal profilo discutibile, trasferimento da 16 milioni di euro archiviato nell’estate 2015 ma concretizzato solo un anno più tardi. Ancora non pervenuto il centrocampista brasiliano classe 1997, 11 presenze e 400’ complessivi in stagione a giustificare tutte le difficoltà dal suo approdo a Trigoria. Qui attendono ancora il suo talento decantato al Fluminense -
Un’avventura lunga 25 anni in prima squadra per Francesco Totti, bandiera e simbolo della Roma pronto ad una nuova sfida. Un riferimento per tifosi, appassionati e compagni di squadra, compresi coloro che hanno condiviso campo e spogliatoio con il Pupone senza trovare fortuna. Li abbiamo raccontati tra aneddoti e un pizzico d’ilarità, certo è che il saluto di Totti cala il sipario su un’era destinata alla leggenda -