Tecnico e talentuoso da giocatore, trasformista e dalle intuizioni talvolta geniali da allenatore. Attraverso le figurine ricostruiamo le due carriere di Allegri, in attesa della puntata di "Mister Condò" che ne racconterà tutte le tappe (questa sera alle ore 22 e ore 24 su Sky Sport 1 HD)
1/20
Talentuoso, tecnico, fantasioso da giocatore; ma anche bravo a leggere le situazioni di gioco, dote che gli ha garantito una grandissima carriera anche da allenatore. Sono le due anime di Massimiliano Allegri, che si racconta a “Mister Condò” (questa sera alle ore 22 e ore 24, su Sky Sport 1 HD) in un viaggio che ci aiuterà a conoscere meglio l’uomo che c’è dietro all’allenatore. Intanto, ripercorriamo tutte le tappe con una “Figu-story”, attraverso le mitiche Panini che l’hanno immortalato negli anni -
La carriera dell’Allegri-giocatore professionista inizia a 17 anni, in Interregionale, nel Cuoiopelli. Seguono 3 stagioni in C1 al Livorno, nella squadra della sua città, e poi un assaggio di A: curiosamente, a farlo esordire nella massima serie sono i “rivali” del Pisa, che gli regalano due presenze nella stagione 88/89. Di nuovo C2 (Pro Livorno) e C1 (Pavia), utili per fare esperienza e collezionare presenze sul campo. Nel 1991 è pronto per la Serie B, e per la sua prima figurina (seppur in condivisione), con la maglia del Pescara -
Al primo anno è subito promozione in Serie A, con Allegri tra i grandi protagonisti. La sua miglior stagione con il Pescara del suo maestro Galeone, però, è la seconda (1992-1993): figurina tutta per sé e 12 gol in 31 presenze. Il primo lo segna contro il Milan, il 13 settembre 1992 -
1993-1994: il passaggio al Cagliari, altro club che gli resterà nel cuore. Nella prima stagione, chiusa al dodicesimo posto, 3 reti in 20 presenze, ma soprattutto l’esordio in Europa. È l’anno in cui il club sardo si spinge fino alla storica semifinale di Coppa Uefa (battendo la Juve ai quarti), venendo poi eliminato dall’Inter. Per Allegri 4 presenze nel torneo e un gol, al Malines -
La stagione seguente (95-96) è quella del passaggio, nel mercato invernale, al Perugia, in Serie B. Qui Allegri ritrova Galeone, arrivato dopo l’esonero di Novellino, ed esprimendosi al meglio contribuisce alla risalita in A della squadra con ben 7 reti in 26 gare -
L’anno dopo (96-97), riecco la Serie A. A dicembre, però, Galeone viene esonerato in seguito a contrasti insanabili con Gaucci, e anche Allegri fa le valigie a metà stagione (dopo 15 partite e 3 gol). Il Perugia scenderà in Serie B, dove Max ha ricominciato accettando l’offerta del Padova -
Allegri resta a Padova anche per i primi mesi della stagione 1997-1998. Ma a dicembre è di nuovo ora di cambiare: chiama il Napoli, in Serie A, in un’annata terminata con la retrocessione in cui si alternano 4 allenatori. Tra di loro, anche Giovanni Galeone, che richiama sempre il suo pupillo -
Nel 1998-1999, alla ricerca di un po’ di serenità, Allegri riparte da una piazza che conosce e che l’ha amato: Pescara, in B. E pazienza se si torna a “condividere” una figurina -
L’anno seguente (1999-2000) c’è un altro personaggio amatissimo dalla piazza che fa ritorno a Pescara: indovinate un po’? Esatto: torna ad allenare Galeone. Si ricompone la “coppia”, allenatore in panchina e allenatore in campo. Per Allegri 27 presenze e 4 reti -
Nel 2001 il ritorno vicino a casa, con una stagione alla Pistoiese che anticipa il finale di carriera all’Aglianese, in C2. Proprio dal club toscano parte la seconda carriera di Allegri: gli affidano la panchina nel 2003-2004 (la stagione dopo il suo ritiro dal calcio giocato), l’anno dopo il salto alla Spal (C1), poi due anni al Grosseto (sempre C1), tra esoneri e ritorni. La vera svolta nel 2007-2008: l’ambizioso Sassuolo lo sceglie come allenatore, Allegri lo guida dalla C1 alla B. Per entrambi inizia una risalita storica, anche se seguendo strade indipendenti -
Nel 2008-2009, infatti, Cellino gli affida la panchina del Cagliari: Allegri salta dalla C1 alla Serie A, ma si comporta benissimo. Chiude al nono posto con il 40% di vittorie. Parte del merito va data a Cellino, che nonostante una partenza da incubo (5 sconfitte nelle prime 5 gare possono distruggere la carriera di un allenatore alla prima esperienza in A), resiste alla tentazione di esonerarlo (e sappiamo quanto gli sarebbe piaciuto!), confidando nelle qualità di Allegri. Alla sesta giornata arriva il primo punto, frutto di un pari contro il Milan (evidentemente nel destino). Da lì in poi, una cavalcata fantastica -
Nel 2009-2010 la conferma sulla panchina del Cagliari e la “Panchina d’oro” vinta grazie ai risultati conseguiti l’anno prima. Allegri è ormai un allenatore seguito anche dai club più grandi e il Milan inizia a interessarsi a lui. Ad aprile, però, Cellino non resiste una seconda volta e lo esonera in seguito a una lunga striscia di risultati negativi, nonostante la squadra non rischi la retrocessione. Il flirt con il Milan ha infastidito il presidente, a giugno arriva la rescissione che “libera” Allegri -
Si riparte dal Milan, dunque, con la presentazione di Berlusconi che ne elogia il “physique du role”. Allegri dimostra di avere anche tante idee e al primo anno in rossonero riporta lo scudetto in casa Milan, aiutato da Ibrahimovic e da intuizioni tattiche come quella di Boateng trequartista o van Bommel davanti alla difesa (con Pirlo che ne fa le spese, finendo spesso in panchina) -
Galliani si convince che di Pirlo si possa fare a meno, e lo “regala” alla Juventus. Tanti daranno la colpa della cessione ad Allegri, che l’aveva relegato ai margini del suo progetto: in realtà Max apprezza i giocatori fantasiosi e avrà modo di dimostrarlo proprio rimettendo Pirlo al centro di una sua squadra… Intanto apre la seconda stagione al Milan con la Supercoppa conquistata nel derby e la chiude alle spalle della Juventus, che con Conte ha appena aperto un ciclo -
Terzo anno di Milan, terzo posto in classifica e Champions che finisce già agli ottavi (contro il Barcellona, nonostante il bel 2-0 all’andata in casa): senza Ibra e Thiago Silva è dura, ha lasciato anche Inzaghi che inizia la carriera da allenatore partendo dalle giovanili del Milan. I due si incroceranno spesso… -
2013-2014, la stagione dell’esonero: Allegri resta in sella per tutto il girone d’andata, al termine del quale gli è fatale la sconfitta per 4-3 contro il Sassuolo. Al suo posto arriva Seedorf, che a fine anno farà spazio a Inzaghi, da sempre “accusato” da Allegri di ambire alla sua panchina -
Con un salto del tutto inaspettato, Allegri passa alla Juventus, che lo chiama per sostituire Conte e proseguire sulla strada tracciata da quello che diventa il nuovo Ct della Nazionale. Allegri è inizialmente contestato da parte del tifo juventino, che vede in lui l’ex nemico rossonero, ma poi con il lavoro e i risultati conquista tutti. Lascia la Supercoppa al Napoli, fa doppietta con scudetto e Coppa Italia e raggiunge la finale di Champions (persa con il Barça), migliorando quindi i risultati ottenuti dal suo predecessore -
L’anno dopo Allegri inizia a plasmare la squadra dandole una nuova identità, complice uno svecchiamento che ha portato nuovi giovani campioni in bianconero. Non cambia il risultato: scudetto, Coppa Italia e Supercoppa -
2016-2017: per il terzo anno di fila è double, scudetto e Coppa Italia, con il grande rimpianto del triplete sfiorato. La finale di Champions persa contro il Real Madrid fa vacillare Allegri, che per un attimo pensa di mollare. Ma giusto per un attimo… -