Roma, parla Totti: "Pastore il top player che serviva. Peccato non aver avuto Di Francesco allenatore"

Serie A
Francesco Totti (getty)

L'ex capitano della Roma dal ritiro di San Diego: "Mi piace lo spirito della squadra, bello vedere tanti giovani. Di Francesco? Un rimpianto non essere mai stato allenato da lui". Su Pastore: "È il giocatore che serviva, si prenderà da solo le responsabilità"

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Da capitano a dirigente, con occhi attenti e fissi sul lavoro della squadra. La nuova vita di Francesco Totti è ormai ben avviata e la collaborazione con il ds Monchi prolifica. Ora a San Diego al seguito del gruppo di Eusebio Di Francesco, impegnato nella tournée negli Stati Uniti, Totti ha parlato a 360º attraverso i canali Twitter del club del momento dei giallorossi: “Il ritiro, al momento, sta andando come tutti volevamo: nel migliore dei modi, con tranquillità e serenità, ci hanno accolto benissimo a San Diego - ha raccontato - La squadra si sta allenando molto bene, i nuovi si stanno inserendo piano piano, speriamo lo facciano il prima possibile. Mi piace il loro spirito, questa è la strada giusta. Chi mi ha impressionato di più? Tra l'emozione e la novità non è facile inserirsi, ma con l'aiuto dei veterani riusciranno ad inserirsi bene. Questi giovani hanno grande prospettiva”. Su Justin Kluivert: “Ho giocato con il padre, del quale ha il volto. Ma fanno ruoli diversi, Patrick era una punta mentre Justin è un velocista, uno che può metterti in difficoltà in ogni momento, nonostante il fisico esile sarà utile alla causa”.

"Pastore uno che serviva, si prenderà da solo le responsabilità"

Totti ha poi parlato di Javier Pastore, grande colpo dell’estate giallorossa: “Lo conosciamo tutti - ha continuato - Ha giocato in Italia e al PSG, una delle squadre più forti al mondo. È un giocatore di qualità e di quantità, uno che serviva in questo momento. Un ragazzo eccezionale, disponibile con tutti, uno che non fa vedere di essere sopra la media. Aspettiamo di vedere lui, gol ed assist. Un top player che aspettiamo a braccia aperte. Non lo responsabilizziamo troppo (ride). Ma se ne prenderà da solo di responsabilità, ha il carattere giusto”. Usciti i calendari, ci sarà il Parma all’ultima giornata. Come nel 2001… “Lo abbiamo pensato tutti, io l'ho vissuto in prima persona. Un ricordo indimenticabile. Non so se il destino si ripeterà, ma noi romanisti viviamo di questi sogni. Non che ce ne capitano tanti, ma con la testa viaggiamo su dei livelli. Può darsi che qualcosa di positivo ci sarà, ma non dipende da noi, dipende dalla squadra”.

"Dispiace non essere mai stato allenato da Di Francesco"

Complimenti, poi, diretti a Eusebio Di Francesco: “Mi dispiace tantissimo non essere stato allenato da lui. Oltre ad essere un amico, abbiamo vissuto quel Roma-Parma. Poi siamo rimasti sempre in buoni rapporti dopo quell'esperienza. Quando ho saputo che sarebbe venuto ad allenare la Roma mi è dispiaciuto, essere allenato da lui nel mio ultimo anno sarebbe stato perfetto. Spero che possa restare sempre qui. Futuro da allenatore? Non ci penso e non mi piace. Poi se un giorno mi scatterà l'idea in testa, ci penserò”. Una battuta finale sulle sensazioni nel vedere il costante attaccamento della città di Roma: “Diciamo che vedere tante persone con la maglia di Totti fa piacere, gratifica. Se è un bambino fa ancora più effetto, vuol dire che il padre o la madre gli hanno spiegato un po' quello che è successo in questi anni. È qualcosa di bello, i bambini sono la cosa più bella che c'è. Essendo padre, lo capisco”, ha concluso.