Cristiano Ronaldo e il tabù San Siro: mai un gol ma una Champions vinta

Serie A

Cristiano Ronaldo torna nel "tempio maledetto" di San Siro, dove ha già giocato 5 volte in carriera senza mai riuscire a fare gol. Storici i duelli persi con Gattuso e con Santon, ma c'è un paradosso: proprio al Meazza CR7 ha vinto una Champions, segnando la rete decisiva

LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN-JUVE

MILAN-JUVE COME UN FILM: IL TRIBUTO A ENNIO MORRICONE

GATTUSO-RONALDO, LA LORO SFIDA NEL 2007

Conoscendo il tipo, si tratta di quel genere di tabù che non vede l’ora di sfatare. Cinque partite giocate a San Siro e mai nemmeno un gol. Non solo: mai nemmeno una vittoria. Impensabile, per uno come Cristiano Ronaldo. L’occasione per cancellare queste macchie dal suo curriculum arriva contro il Milan, che CR7 ha già fronteggiato al Meazza in tre occasioni, in carriera, rimediando solo delusioni.

Cancellato da Gattuso e Santon

La prima nel lontano 2005 quando, ventenne, uscì da San Siro sconfitto 1-0 e con il suo Manchester United fu eliminato dalla Champions ai quarti di finale. La possibilità di rifarsi contro i rossoneri arriva due anni più tardi, quando Cristiano Ronaldo sta vivendo la sua miglior stagione, la prima superando quota 10 gol in campionato. Ancora Milan-Manchester United, stavolta in semifinale e con il 3-2 dell’andata all’Old Trafford (con CR peraltro in gol) da difendere. A San Siro, però, Ronaldo conosce una delle serate più amare della sua carriera, con un 3-0 senza storia che elimina i Red Devils e il portoghese annullato sia sul piano tecnico che su quello della personalità dai duelli con Kakà e con Gattuso. Proprio quel Gattuso che adesso ritroverà sulla panchina dei rossoneri.

Altri due anni di meditazione sul tabù di San Siro e la maledizione si ripete nel 2009. Questa volta il Cristiano Ronaldo che atterra a Milano è il campione indiscusso dello United, che di lì a qualche mese non potrà trattenerlo davanti alla corte del Real Madrid. Sulla sua strada, adesso, c’è l’Inter di Mourinho, con lo Special One che decide a sorpresa di mettere sulle tracce del campione portoghese un giovane del vivaio interista, quel Davide Santon che ha da poco aggregato alla prima squadra e lanciato nel grande calcio. Per Santon, all'esordio in Europa, sarà una serata da ricordare, uno 0-0 in cui limita Ronaldo risultando tra i migliori; inutile dire che CR7 uscirà ancora una volta da San Siro a dir poco inverso.

Tempio maledetto, ma...

Arriva il Real, nella sua vita, come si diceva, e anche con la maglia dei blancos si torna a calcare quel prato. Di nuovo il Milan, Champions 2010/2011, stavolta nel girone. E ancora una gara senza gol e senza vittoria, dato che finisce 2-2 con doppietta di Inzaghi per i rossoneri, mentre a portare in vantaggio il Real ci aveva pensato, guarda un po’, Gonzalo Higuain. Potete immaginare dunque lo stato d’animo di Cristiano Ronaldo - diciamo di apprensione? - quando, con il Real Madrid, nel 2016, raggiunse la finale di Champions che in quell’anno si giocava… a Milano.

Qui, però, sta il paradosso. Perché quello stesso tempio maledetto che non è mai riuscito a profanare con un gol diventa per CR palcoscenico di una delle gioie sportive più grandi della sua carriera, la vittoria ai rigori nella finale-derby contro l’Atletico con cui inizia il ciclo di Zidane: 1-1 al 90° (e in gol per il Real ci va Ramos, a confermare la doppia maledizione: niente gol e niente vittoria, per lo meno nei tempi regolamentari), poi dal dischetto Ronaldo si prende la responsabilità dell’ultimo rigore, quello decisivo, e consegna la coppa ai suoi. Dopo quel tiro, Cristiano Ronaldo non ha più messo piede a San Siro. Quando lo rifarà, probabilmente avrà voglia di prendersi qualche rivincita.