Cristiano Ronaldo: "Alla Juve hanno visto che non vendo fumo. Allenatore? Non lo escludo"

Serie A
foto da Icon, El Pais

Il fuoriclasse della Juventus ha parlato della sua prima stagione in bianconero alla rivista maschile Icon, di El pais. Poi, non ha escluso un futuro da allenatore. "La prima cosa che faccio quando arrivo in un nuovo club è essere me stesso, alla Juve l'ho fatto e hanno visto che non vendo fumo"

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La prima stagione di Cristiano Ronaldo con la Juventus sta per finire a anche per il fuoriclasse portoghese è già ora di fare i primi verdetti. Sul campo sono arrivati successi ma anche delusioni: uno scudetto, una Supercoppa Italiana, ma anche e soprattutto la sconfitta contro l'Ajax che costringerà i bianconeri a rinviare alla prossima stagione la missione Champions. Fuori dal campo, invece, l'inserimento in una due nuove realtà come quella italiana e quella bianconera sembra essere andato alla grande, come dimostra il feeling subito trovato con i compagni e i numeri del portoghese in campionato. Il segreto potrebbe essere nel suo approccio ai cambiamenti, come lo stesso portoghese ha confidato alla rivista Icon: "La prima cosa che faccio quando arrivo in un nuovo club - ha detto - è essere me stesso e nient'altro. La mia etica del lavoro è sempre la stessa: se il manager di un'azienda arriva e inizia a viaggiare in tutto il mondo, gli altri non lo vedranno come un leader. Invece bisogna essere umili, capire che non si sa tutto: così se sei pronto e intelligente, riesci a captare cose che ti fanno migliorare come atleta. Alla Juve mi sono adattato perfettamente e tutti hanno visto che non vendo fumo. Ma che sono quello che sono perché mi prendo cura di me: una cosa è parlare, un'altra è fare".

"Futuro da allenatore? Non lo escludo"

La pressione delle aspettative che ha portato con sé alla Juventus l'ha avvertita, ma ormai è abituato: "Sento la pressione da quando ero molto giovane. Quando arrivai a Madrid ero il giocatore più caro della storia, a Manchester dopo aver vinto il mio primo Pallone d'Oro a 23 anni tutti pensavano che dovessi sempre mantenere quel livello. Negli ultimi dieci, dodici anni, ho sempre avuto questa pressione addizionale". Ecco perché suona quasi scontata la sua ultima dichiarazione su un ipotetico futuro in panchina, da allenatore: "Non lo escludo".

Il rapporto con Madrid e la Spagna

"In Spagna cammino a testa alta, so che la gente mi ama e so che ho dato tutto per il Real Madrid. Per strada mi fermano e mi dicono 'Cris, torna a casa, questa è sempre casa tua'. Mi piace sentirlo. Il Barcellona? Lì è diverso, quelle volte che ho giocato lì non ho sentito l'amore della gente ma è normale, c'è stata sempre rivalità e non è un problema"

Ronaldo fuori dal campo

Fortissimo a giocare a calcio, ricchissimo e (a detta di molte) anche bellissimo. La vita di Ronaldo è forse quella che tutti i ragazzi potrebbero sognare, anche per l'idea che si ha del fuoriclasse portoghese, quella che non possa avere mai un problema. Ma per CR7 la realtà è ben diversa: "Quasi tutti pensano a me come una persona che non può mai avere un problema, non può mai essere triste, non può mai avere preoccupazioni. Questo solo perché le persone collegano i problemi ai soldi. Come puoi essere triste o essere in difficoltà se ne sei pieno? E' dura così perché non puoi mai avere un momento di debolezza, cosa che tutti ovviamente hanno. Anche perché quelli che mi giudicano in quel modo non sanno come sia realmente la mia vita, non vivono le cose che vivo io. Ma capisco che possa essere così. A volte mi sembra che la gente non aspetti altro che io sbagli una partita importante. Ma fa parte della vita e devo essere preparato. Oramai lo sono da molti anni"