Il direttore sportivo giallorosso rischia una squalifica a causa delle sue stesse dichiarazioni fatte durante la presentazione di Mkhitaryan. La Procura Federale ha aperto un'indagine, nei prossimi giorni il dirigente giallorosso verrà ascoltato. Lui: "È stato un lapsus, mi dispiace se si vuole montare un caso inutile. Sono sereno"
Anche una conferenza stampa può rivelare accordi nascosti. Un possibile passo falso quello di Gianluca Petrachi che potrebbe costargli una squalifica. Il ds della Roma infatti, il 10 settembre durante la presentazione del nuovo acquisto Mkhitaryan, aveva deciso di rivelare dei particolari sulla trattativa con l'Inter per Dzeko: "Quando a maggio per la prima volta ho incontrato l'Inter per l'attaccante, ho fatto il mio prezzo". Nulla di eclatante, se non fosse che Petrachi era ancora un dirigente del Torino e non avrebbe potuto svolgere mansioni per altre squadre.
Petrachi, i possibili tempi della squalifica
Un passo falso che potrebbe costare caro al ds giallorosso. La Procura Federale ha infatti deciso di aprire un'indagine sulla segnalazione della Presidenza della Figc, che si era mossa partendo proprio da queste dichiarazioni. A maggio infatti Petrachi era ancora il direttore sportivo del Torino e lo sarebbe stato fino al 25 giugno, quando il presidente Cairo decise di liberarlo ricevendo in cambio dalla Roma i giovani Freddi Greco e Bucri. Se fosse dimostrata la colpevolezza, Petrachi rischierebbe una squalifica di qualche mese (nel caso in cui ci fosse un patteggiamento), fino a un massimo di un anno. Dzeko alla fine è rimasto a Roma, un successo per il mercato giallorosso di Petrachi. Le dichiarazioni successive potrebbero però andare contro il direttore sportivo che nei prossimi giorni sarà ascoltato dalla Procura.
Petrachi: "Un lapsus"
Ad intervenire sulla questione è stato lo stesso Petrachi, che ha parlato ai microfoni di Sky Sport prima della partita della Roma in Europa League contro il Wolfsberg. "Dopo la conferenza di presentazione di Mkhitaryan purtroppo non ho fatto alcuna smentita - ha detto il ds giallorosso - perché credevo che fosse lampante il mio lapsus. Ho detto maggio anziché luglio, quindi si specula su questo. Io non ho ancora ricevuto alcuna chiamata ufficiale e nessuno mi ha avvertito di nulla, ma se si vuole montare un caso inutile dispiace. Nel calcio ci sono problemi più gravi, però è giusto che la Procura mi interroghi. Sono sereno, la mia carriera parla chiaro: sono nel calcio da 30 anni e non ho niente da nascondere".