Il portiere bianconero è tornato sulla decisione di rimanere alla Juve anche in Serie B: "In quel momento ho rinunciato a tanto, è stato un segnale forte. Ma sapevo che la vita mi avrebbe restituito tutto. Se avessi preso un'altra decisione sarebbero cambiate molte cose"
Società e compagni di squadra lo hanno apertamente difeso dopo l’errore contro il Sassuolo (2-2): "Non accettiamo un certo tipo di critiche, strumentalizzate e cattive, nei confronti di Buffon, lui è un nostro eroe calcistico", le parole del direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici. Perché il portiere bianconero, 41 anni, rientrato a Torino la scorsa estate dopo un solo anno al Paris Saint-Germain, è da sempre uno dei simboli della Juventus. Uno che per la maglia bianconera ha accettato anche la Serie B. "La decisione di restare in B? In mezzo a un mondo di parole, quella è stata un'occasione per dare un segnale forte a tutti i ragazzi che hanno questa passione”, ha affermato lo stesso Buffon durante l’evento Trofeo Agnelli 2019. “E questo tipo di segnale lo puoi dare solo se tu sei il primo a rinunciare a qualcosa di importante e in quel momento lì io stavo rinunciando a molto: avevo 28 anni ed ero nel pieno della mia carriera", ha proseguito Buffon.
"Se avessi preso un'altra decisione sarebbero cambiate tante cose"
Il portiere della Juventus torna su quella scelta maturata nell’estate del 2006: "Avevo appena vinto il Mondiale e mi stavo giocando il Pallone d'Oro: se avessi preso un'altra decisione sarebbero cambiate molte cose. Però – ha proseguito Buffon – in quel momento avevo la certezza che comportandomi bene, con generosità verso gli altri, la vita mi avrebbe restituito tutto. Se oggi a quasi 42 anni mi trovo qui è in virtù di quella scelta fatta 14 anni fa", ha concluso il portiere bianconero.