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Coronavirus, il messaggio del presidente FIFA Infantino: "Presto fondo emergenza per club"

Serie A

Videomessaggio al calcio italiano inviato dal presidente FIFA: "Ho chiesto all'amministrazione della Fifa di prendere le misure necessarie per non lasciare soli i club, sbloccheremo alcuni fondi in anticipo". E sul ritorno in campo precisa: "Sarebbe irresponsabile riprendere le competizioni se le cose non sono sicure al 100 per cento. Se dovremo aspettare ancora, lo faremo"

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"La Fifa e la comunità calcistica mondiale sono al fianco di chi combatte questi giorni difficili. In questo momento abbiamo tre pensieri in mente: la salute, al primo posto; poi vedere come possiamo aiutare al meglio la comunità calcistica in questo momento; infine, con il rallentamento che la nostra vita ha subito possiamo pensare al futuro e a come uscirne insieme e meglio di prima, in modo strategico e unito". Gianni Infantino fissa i punti della ripartenza del calcio, italiano e mondiale. Il presidente della FIFA lo fa in un video-messaggio rivolto al calcio italiano.

 

"Pronto un fondo di soccorso di emergenza per i club"

Intanto il massimo organismo calcistico mondiale è pronto a tendere la mano alle società in difficoltà: "Oggi ci troviamo in una situazione finanziaria molto buona - spiega Infantino - abbiamo consolidato una solida base di riserva, che è composto dai soldi del calcio. Quando il calcio è in difficoltà, dobbiamo pensare a cosa fare per aiutarlo. Questa è la nostra responsabilità e questo è il mio modo di vedere. Tutti ci troviamo di fronte a problemi finanziari a vari livelli". L'impegno è quello di "non lasciare i club soli". Per questo i collaboratori della FIFA "stanno lavorando alle soluzioni più appropriate per offrire la flessibilità necessaria di fronte alle vostre esigenze, applicando i principi di buon governo". L'obiettivo è "avere un fondo con una struttura di governance indipendente, questo significa che il mondo saprà dove va il denaro" ammette Infantino. Con una garanzia: "Al fine di offrire un sostegno immediato a tutti voi, ho chiesto all'amministrazione della FIFA di prendere le misure necessarie per anticipare il pagamento della seconda parte dei vostri costi operativi, previsto di norma per la seconda metà dell'anno. Ho chiesto anche di derogare ai criteri aggiuntivi all'adempimento degli obblighi sia per quest'anno che per l'anno scorso, affinchè l'intero importo sia pagato a tutti voi".

"In campo? Se ci sarà da aspettare ancora, lo faremo"

Il numero uno della FIFA ha precisato i cardini per la ripartenza dopo l'emergenza coronavirus: "Il nostro principio, che incoraggiamo tutti a seguire, è che la salute viene prima di tutto. Nessuna partita, nessuna competizione, vale il rischio di una sola vita umana - sono le parole di Infantino - sarebbe più che irresponsabile costringere a riprendere le competizioni se le cose non sono sicure al 100 per cento. Se dovremo aspettare ancora, lo faremo. Ascoltiamo attentamente autorità sanitarie, esperti e lavoriamo al loro fianco. Mi rende molto orgoglioso vedere come il calcio abbia aiutato la collettività".

"Difendiamo il calcio delle nazionali"

Circostanze eccezionali, che richiedono soluzioni eccezionali e sono anche "un momento per guardare al futuro" secondo Infantino. "Se il calcio riesce a mettere in piedi una discussione in cui tutti tengono conto dell'interesse globale, il futuro sarà meglio del passato - è la convinzione del presidente FIFA - ora ci concentriamo su tre aree: abbiamo guardato le sfide del calendario internazionali e sono consapevole della necessità di difendere il calcio delle nazionali, che è la sopravvivenza per la stragrande maggioranza di tutti. Dobbiamo anche capire come proteggere il calcio dei club come motore del nostro gioco. Stiamo anche esaminando i contratti dei giocatori e i periodi di trasferimento, mostrando flessibilità e buonsenso in vista del futuro". In cui il calcio avrà un ruolo fondamentale, spiega Infantino: "Quando tutto sarà al sicuro e sotto controllo, tornare a giocare insieme, a stare con i nostri amici e con le famiglie in gruppi più numerosi".