Il presidente dell'Assocalciatori in diretta su Sky Sport 24: "Conoscevamo già la posizione della Lega Serie A, ma siamo soprattutto concentrati sulla parte del protocollo che riguarda gli allenamenti individuali degli sport di squadra. Per tutti calciatori è fondamentale tornare a fare il proprio lavoro, non solo giocare ma anche allenarsi"
La Lega Serie A ha votato all'unanimità: "Portare a termine la stagione". Ma Damiano Tommasi - presidente dell'AIC intervenuto in diretta su Sky Sport 24 - è concentrato soprattutto sulla parte del protocollo che riguarda gli allenamenti individuali degli sport di squadra: "È questo quello che più interessa a noi: vedremo se si riuscirà a mettere per iscritto il permesso ai giocatori di tornare ad allenarsi nei centri sportivi, ovviamente in forma individuale e con tutte le sicurezze possibili. Poi speriamo per il 18 maggio negli allenamenti collettivi. La posizione della Lega calcio? La sapevamo già".
Tra le notizie del giorno anche l'ordinanza firmata dal Governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che permetterà dal 4 maggio allenamenti in forma individuale anche per atleti di discipline sportive non individuali in strutture a porte chiuse. "È quello dicevamo noi dalla settimana scorsa, dal giorno del nuovo decreto - ha detto Tommasi -. È quello che chiedevamo. Ora vogliamo però capire quanto questa ordinanza possa essere tradotta in pratica, perché immagino ci siano anche i singoli comuni a dire la loro. Discrepanza tra regioni? Quello che è balzato di più agli occhi è stata soprattutto la disparità tra atleti di sport individuali e atleti di sport di squadra. Per questo cerchiamo di affrontare questo tema e trovare quel protocollo per aprire i centri sportivi almeno per gli allenamenti singoli. Per tutti calciatori, anche delle categorie inferiori, è fondamentale tornare a fare il proprio lavoro: questo riguarda le partite ma anche tutta la preparazione fisica. Tutti vogliamo completare la stagione, ma serve percorrere piccoli step per poi essere pronti - arrivasse la buona notizia - a riprendere a giocare".
Modelli all'estero e allenamento nei parchi
"Da quando siamo partiti con la gestione dell'emergenza coronavirus abbiamo imparato ad aspettare. Ogni commento di oggi sarà superato da eventi tra qualche settimana o tra un mese, quindi è difficile fare previsioni - ha aggiunto Tommasi, interrogato sul futuro prossimo del calcio -. Ma non possiamo pensare solo alle partite, serve prima una preparazione progressiva". Sul tema estero: "Non so se ci sia un modello di riferimento, se guardo all'estero non mi rifarei a nessuno perché non sono così ottimisti nemmeno loro. Allenamenti nei parchi? È una possibilità per allenarsi, ma sarebbe importante riaprire i centri di allenamento".
Le paure dei calciatori
"Le paure? Sono due: una riguarda il nostro movimento, la tenuta del sistema, la sostenibilità e la grande parte del nostro calcio con non è un'élite, che è professionismo ma milita nelle serie inferiori. La chiusura dei campionati rappresenta un punto di domanda sul proprio lavoro e sul proprio futuro professionale per tanti calciatori. E poi l'altra paura riguarda la sicurezza sul posto di lavoro: parecchi calciatori e calciatrici conoscono persone colpite dal virus e hanno una sensibilità particolare in questo senso. Ecco perché c'è la voglia di riprendere, ma in sicurezza" - ha concluso Tommasi.