Cannavaro: "Ibrahimovic? Con me non la prendeva mai. E che giro insieme in vespa a Napoli"

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L’ex capitano della Nazionale ha raccontato il primo Ibrahimovic ai tempi della Juventus: "Si vedeva che aveva sofferto molto, gli fece bene incontrare un allenatore come Capello. Contro di me non prendeva mai la palla, gli dissi che se si voleva divertire gli conveniva calciare da solo dopo la partitella. Poi però lo portai a Napoli, un bel giro insieme in vespa, si è innamorato di quei vicoli"

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Diciannove anni di carriera, tra il 1992 e il 2011, in cui Fabio Cannavaro si è misurato con gli attaccanti più forti del mondo in Italia e in Spagna. Per questo ha tante difficoltà a dover scegliere i più forti che abbia mai affrontato. "Direi Ronaldo il fenomeno, Messi e Cristiano Ronaldo, ma faccio fatica perché li ho incrociati tutti, in Serie A era un disastro ogni domenica. Ibrahimovic? Lo portai in giro in vespa per le strade di Napoli, gli feci vedere i vicoli, il golfo e lo stadio e si è innamorato della città, si divertì molto. È un tipo simpatico, si vede che da giovane ha sofferto. Quando arrivò alla Juve aveva molto rispetto di Capello, gli serviva un allenatore così. Contro di me non prendeva mai la palla, aveva paura di andare da Thuram, ma non gli andava bene nemmeno con me. Gli dissi che se si voleva divertire, doveva aspettare di tirare in porta da solo dopo la partitella" ha raccontato nel corso di una diretta Instagram.

L’Italia di ieri e di oggi

Cannavaro sollevò da capitano la Coppa del Mondo 2006: "Mi dà fastidio quando sento che vincemmo a causa di Calciopoli. In Germania non ne parlammo proprio, eravamo fortissimi e con un allenatore incredibile. Solo la Francia forse era più forte di noi. Prima di partire, il segretario federale mi diede una lettera con le parole di Papa Wojtyla: ‘Non abbiate paura di avere coraggio’. Quella fu la chiave del nostro successo. Mancini oggi sta facendo un lavoro straordinario e i risultati sono visibili: c’è di nuovo credibilità, voglia di vincere e divertirsi".

Cannavaro allenatore

"Mi rivedo un po’ in tutti quelli che ho avuto, da Capello a Lippi, passando per Sacchi, Ancelotti, Malesani, Scala. Ho preso un po’ da tutti, sperando di avere un mio sistema" ha spiegato Cannavaro. Che prosegue con successo la sua avventura in Cina, con tutte le difficoltà logistiche che ne derivano: "Il Guangzhou è una delle prime venti società al mondo, sta crescendo molto, anche se non siamo ancora al livello europeo. Mi manca la mia famiglia, la mozzarella e il mare naturalmente".