
Hellas Verona, 36 anni fa lo scudetto: che fine hanno fatto i giocatori di Bagnoli?
C'era una volta l'ultima provinciale capace di vincere uno scudetto. La favola del Verona di Bagnoli compie proprio oggi 36 anni: il 12 maggio del 1985, infatti, i gialloblu conquistarono aritmeticamente il loro primo e unico titolo si Campione d'Italia grazie al pareggio contro l'Atalanta. Dove sono oggi gli eroi in grado di battere Maradona, Platini, Zico, Socrates, Rummenigge e Falcao?

CLAUDIO GARELLA - "Garella è il più forte portiere del mondo. Senza mani, però" diceva di lui Gianni Agnelli. Decisivo per quello scudetto, con le mani, coi piedi e qualsiasi altra parte del corpo: ognuna buona per parare e regalare un sogno. "Garellik", così soprannomiato proprio per il suo stile, ha intrapreso dopo il calcio giocato la strada della panchina e da dirigente nelle serie inferiori. L'ultima esperienza risale al 2013-14 al Barracuda, squadra della prima categoria piemontese.
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ROBERTO TRICELLA - Libero e capitano del Verona di Bagnoli: il più presente (insieme a Garella e Volpati) e leader di quella squadra operaia che arrivò fino in paradiso. Dopo la carriera da calciatore è tornato a vivere nella sua Cernusco sul Naviglio intraprendendo una carriera nel settore immobiliare.
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SILVANO FONTOLAN - Mastino della difesa insieme a Ferroni: loro il compito di fermare i tanti fenomeni del calcio italiano degli anni Ottanta. Arrivò all'Hellas dopo le stagioni al Como e un anno all'inter. Proprio dal Como ripartirà per la carriera da allenatore, che proseguirà poi anche in veste dirigenziale tra le serie minori. Ha pubblicato anche un libro: "Agenda annuale di allenamento"
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MAURO FERRONI - Non uno dei primi undici di Bagnoli per presenze, ma uomo chiave nella difesa meno battuta del campionato. Dopo il calcio giocato si è allontanato dal mondo del pallone: è rimasto a Verona, diventata la sua città di adozione.

PIERINO FANNA - Instancabile locomotiva sulla fascia destra e pedina tattica di fondamentale importanza per Bagnoli, è tutt'ora solo uno dei cinque calciatori italiani ad aver vinto lo scudetto con tre squadre diverse (oltre al Verona, Juve e Inter). Dopo il ritiro si è prima occupato del settore giovanile dei gialloblu per poi diventare il vice di Prandelli nell'estate del '98, seguendo poi l'allenatore anche al Venezia. Recentemente ha lavorato per la radio ufficiale dell’Hellas Verona

HANS-PETER BRIEGEL - Uno dei due stranieri comprati nell'estate del 1984, entrambi decisivi per lo scudetto. Ventisette partite e nove gol, il primo al debutto contro il Napoli dove era appena arrivato Maradona. Dal 1989 al 2007 allena (tra Germania, Turchia e nazionale albanese). Ora - come raccontato in un'intervista a quattrotretre - ha una fondazione e si occupa di progetti umanitari: "Mi occupo con mia moglie Petra di bambini di strada, di ragazzini disadattati, di giovani vite che togliamo letteralmente dal degrado e dalle discariche".

DOMENICO VOLPATI - Fatica e corsa in mezzo al campo, alla ricerca del sogno che diventerà realtà. Raccontò di aver lasciato la festa scudetto in piazza Bra in anticipo perché doveva sposarsi. Al pari di Socrates è laureato in medicina, e a Cavalese ha lavorato per anni nel suo studio. Oggi è in pensione.

ANTONIO DI GENNARO - Al Verona dal 1981 al 1988, sarà la mente del centrocampo: qualità e assist. Con anche la Coppa Italia fu in assoluto il giocatore più utilizzato nello scacchiere di Bagnoli, giocando 38 partite sulle 39 totali della stagione. Oggi è un noto opinionista tv, ex della squadra di Sky Sport.

LUCIANO MARANGON - Altra freccia esterna di quel Verona da sogno, da molti conosciuto anche come "il terzino playboy", per le tante donne avute, come da lui stesso ammesso, e per la vita sempre improntata al divertimento: "Ne ho avute forse un migliaio, ma ne ho amate davvero un paio. Mi sono goduto la vita, senza però pregiudicare la carriera da calciatore. Non ho mai saltato un allenamento". In carriera ha vestito le maglie di Juve, Inter, Napoli e Roma. Dopo la carriera si è trasferito ad Ibizia, dove gestisce un ristorante.

GIUSEPPE GALDERISI - "Nanu" fu il capocannoniere di quel Verona con 11 gol. Velocità, movimenti agili, elevazione: un vero rapace d'area di rigore. Inizia la sua carriera in panchina nel 1999 in America coi New England Revolution (dove aveva smesso come calciatore), per poi allenare altre 16 squadre - tra le quali anche i portoghesi dell'Olhanense. L'ultima è stata la Vis Pesaro, dalla quale è stato esonerato il 3 novembre del 2020.

PREBEN LARSEN ELKJAER - L'altro straniero insieme a Briegel. Se Galderisi era l'agilità, lui era l'ariete. "Cavallo pazzo" chiuse secondo nel Pallone d'Oro 1985 dietro solo a Platini, e dopo l'Hellas tornerà in Danimarca per non legarsi a nessun altro club italiano. Oggi è commentatore per la tv danese.

GLI ALTRI - Furono in totale 17 i calciatori schierati da Bagnoli quell'anno. Luciano Bruni giocò 27 partite, a centrocampo con o come alternativa a Di Gennaro. Da lì una lunga carriera in panchina con le giovanili, dalla Fiorentina (1998) al Piacenza (2019), in mezzo anche la Juve con cui vincerà un Viareggio nel 2010.

Franco Turchetta ha continuato a giocare a calcio a livello amatoriale per tanti anni. Luigi Sacchetti ha allenato fino al 2015. Anche Fabio Marangon (fratello minore di Luciano) e il secondo portiere Sergio Spuri hanno scelto la via della panchina nelle serie minori, mentre Dario Donà si è allontanato dal mondo del pallone.

OSVALDO BAGNOLI - Dopo lo scudetto restò a Verona fino al 1990, chiudendo la sua carriera all'Inter quattro anni più tardi. Autore di un miracolo mai ripetuto dopo di lui. "Oggi non ci rendiamo conto di quale impresa abbiamo realizzato, ma sarà il corso del tempo a farcelo capire" - disse Volpati. A distanza di 36 anni l'impresa è rimasta storica.