Roma, Pallotta-Petrachi: chiarirsi o dirsi addio. Le vie di mezzo non convengono a nessuno

Serie A
Angelo Mangiante

Angelo Mangiante

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Nella Roma che si prepara al ritorno in campo c'è la necessità di un chiarimento tra il presidente e il direttore sportivo, dopo le frizioni dei giorni scorsi. Per evitare che la vicenda possa avere ripercussioni sulla squadra in un momento fondamentale della stagione

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Da due anni esatti Pallotta non mette piede nella capitale. Una lunghissima assenza che, alla fine, indubbiamente ha avuto un peso anche nelle frizioni con Gianluca Petrachi. Due anni di contratto ancora per il ds della Roma, ma un punto di equilibrio che si è incrinato con il presidente di base a Boston. Tra chi (da proprietario del club) ha bisogno di cedere giocatori per questioni di bilancio e riduzione del monte ingaggi e chi (da ds) vorrebbe anche acquisti mirati per potenziare il percorso tecnico. Un progetto cominciato 8 mesi fa sicuramente con un'altra strategia, concretizzata sul mercato dai colpi messi a segno nella gestione Petrachi: come Smalling, Mkitaryan, Pau Lopez, Veretout , Mancini, Diawara, Spinazzola, Cetin. Fino agli ultimi tre giovani di prospettiva presi a gennaio: Villar, Ibanez e Carles Perez. Tra gli arrivi anche Kalinic, caricato da Petrachi pochi giorni fa nell'esclusiva a Sky, dicendo che se dovesse segnare altre 7-8 reti potrebbe anche rimanere. Gli unici due gol del croato, contro il Cagliari, sono arrivati nell'ultima partita ufficiale giocata dalla Roma e vinta 4-3 in Sardegna lo scorso primo marzo. La prossima partita, dopo quasi 4 mesi, sarà tra 10 giorni contro la Samp. Con Dzeko titolare, Kalinic partirà dalla panchina e Petrachi non è detto sia ancora in tribuna. Due strade davanti: chiarirsi definitivamente o dirsi addio. La via di mezzo, da separati in casa, non conviene a nessuno, anche perché la necessità è rimanere concentrati verso il campionato.