Juve-Napoli '86, Maradona fa il miracolo: storia di una settimana da 'Dios'
Dopo la 'magica' parabola del San Paolo, nel novembre del 1986 Maradona stravince anche a Torino il duello con Platini e lancia gli azzurri alla conquista del loro primo scudetto: il racconto di quei giorni attraverso le pagine dei quotidiani dell'epoca
di Alfredo Corallo
- Era appena la 9^ giornata, ma il 3-1 del Napoli al Comunale - dove non vinceva da 29 anni - inferse un colpo letale alla Juve, appaiata con gli azzurri in testa alla classifica prima del big match che andò in scena il 9 novembre del 1986. Una partita 'folle', come quella settimana: con i bianconeri eliminati ai rigori dal Real per mano di un portiere - Buyo - che recita un 'Padre nostro' a ogni tiro dal dischetto e Maradona che 'scopre' in tv di avere un altro figlio, andando su tutte le furie. Un romanzo da rileggere, pagina per pagina...
- Nella settimana che precede Juventus-Napoli gli azzurri ospitano l'Inter di Giovanni Trapattoni, altra pretendente allo scudetto. Per l'occasione la Gazzetta dello Sport pubblica un ricordo personale dell'allora vicepresidente dei nerazzurri, Peppino Prisco, di mamma milanese e papà napoletano. Eccone uno stralcio, nel suo stile, sempre dissacrante.
- "Erano gli anni '50 - rammenta Prisco - e mi trovavo a Napoli per lavoro. Seppi che era morto un parente di mio padre e andai a portare un fiore alla vedova. Nella camera ardente, uno dei più addolorati mi fece cenno di seguirlo in un'altra stanza. 'Peppì, mi disse, quest'anno tenimmo Gepsonne, abbuscate!'. Nell'estate del 1952 Achille Lauro aveva ingaggiato per 105 milioni (un record) Hasse Jeppson, il campione svedese, dall'Atalanta. Il tifo dei napoletani, sempre entusiasta, non veniva represso neppure in momenti del genere...".
- Il Trap ingabbierà gli azzurri di Bianchi, che alla fine criticheranno aspramente l'iperdifensivismo del tecnico di Cusano Milanino. Il più arrabbiato per lo 0-0 è il giovane Fernando De Napoli, acquistato in estate dall'Avellino: "Giocare in questo modo è uno schiaffo al pubblico - dichiara al Mattino - ma forse gli scudetti si vincono così... Persino Altobelli e Rummenigge tornavamo a difendere! Poi si fanno i processi in televisione perché non c'è spettacolo...".
- Sull'altro versante il 'panzer' tedesco se la prende con l'arbitro Pieri e grida al complotto: "C'era un fallo netto su di me, ma chi te lo dà un rigore a Napoli?".
- Ma c'è chi è ancora più infuriato di loro: Maradona ce l'ha con la Rai per l'intervista-scandalo a Cristiana Sinagra, che ha rivelato di aver partorito un figlio avuto da Diego. "Avvocati, chiedete agli avvocati" ha ripetuto più volte l'argentino nei corridoi del San Paolo ai giornalisti della tv di Stato che hanno provato ad avvicinarlo per strappargli una dichiarazione. Invano.
- Si concede, invece, ai quotidiani, ma soltanto per una battuta sulla partita e per lanciare il guanto di sfida alla Juve: "Se noi ci presentassimo domenica a Torino come l'Inter ha fatto al San Paolo dovremmo fuggire in elicottero... Siamo ancora a pari punti (i bianconeri li hanno imitati a Como, ndr) e vorrei ricordare che fuori casa ci esprimiamo al meglio".
- Il 4 novembre, alla vigilia di Juventus-Real Madrid, ritorno degli ottavi di Coppa dei Campioni (andata 1-0 per gli spagnoli), il presidente bianconero Giampiero Boniperti carica l'ambiente per la remuntada. "Altro che battaglia - si legge sul Corriere della Sera - sarà una guerra. In senso sportivo, naturalmente. Temperamento, orgoglio, abbiamo addosso gli occhi di mezzo mondo. Il Real è una leggenda, ha il calcio nel sangue come noi, ma possiamo farcela. I supplementari? No, a quelli non voglio pensarci".
- La partita è bellissima, la Juve risponde al gol segnato da Butragueno a Madrid dopo otto minuti, ma alla fine i rigori premiano i Blancos di Leo Beenhakker. Platini accetta la sconfitta con filosofia: "Preferisco perdere con onore che vincere con disonore".
- Non chiedetegli però di rivedere una Juve così aggressiva e spettacolare in campionato: "Ma quali sono le squadre italiane che giocano con tre punte, come il Real?". Sul dischetto sono andati altri e il francese anticipa le critiche: "Non mi getterete la croce addosso perché non ho tirato il primo rigore?".
- L'attaccante argentino del Real, Jorge Valdano, lancia un messaggio al connazionale Maradona: "La nostra missione è compiuta, più di così quelli della Juve non potevamo stancarli. Diego sarà contento".
- Valdano ha ricambiato il favore: prima della sfida con la Juve aveva ricevuto alcune 'dritte' da Maradona, suo capitano nell'Albiceleste campione del mondo in Messico.
- Eroe della serata 'El Gato' Francisco Buyo, che spiega come ha parato i rigori di Brio e Manfredonia: "Ho un sistema tutto mio, prima di ogni tiro recito un 'Padre nostro'".
- Gianni Agnelli, alla prese con lo storico acquisto dell'Alfa Romeo, sottrae un quarto d'ora agli impegni industriali per rincuorare la squadra. Con una 'carezza' a Platini. "Mi ha confermato Marchesi che aspettava per tirare l'ultimo", spiega Agnelli. C'erano, evidentemente, anche fattori scaramantici: a Tokio (nella finale di Coppa Intercontinentale vinta dai bianconeri contro l'Argentinos Juniors, ndr) aveva portato fortuna...".
- Si era parlato di un interessamento della Juventus per il 'Buitre', ma l'Avvocato smentisce: "Non l'abbiamo mai chiesto ai dirigenti del Real. Loro, con invidiabile fantasia, hanno perfino fatto dei prezzi. Credetemi, a quelle condizioni potrebbe prenderlo soltanto Berlusconi".
- "I nostri avversari saranno in condizioni psicologiche nettamente migliori. Loro non hanno avuto più la distrazione della coppa, sono galvanizzati dalla classifica. Diciamo la verità: già in estate li avevo indicati come favoriti per lo scudetto. E non ho cambiato opinione".
- Sdrammatizza anche Ian Rush, prenotato dai bianconeri per la stagione successiva: "Ho già chiesto il trasferimento ad un'altra squadra... No, scherzo, ma adesso non hanno più scuse, dovranno vincere per forza il campionato, io voglio la Coppa dei Campioni. Fatemi questo favore, amici bianconeri".
- Nel frattempo, in casa Napoli... Italo Allodi, storico manager di Inter e Juve ora consigliere del presidente Ferlaino, annuncia il divorzio in tv. "Il mio contratto scade nel 1987, non resterò, due anni sono sufficienti. Comunque questa società ha creato una programmazione tale che non potrà che portare allo scudetto. E nel giro di un paio di stagioni la vedremo anche ai vertici europei".
- Mancano due giorni alla sfida del Comunale e il tecnico del Napoli non ha ancora deciso quale sarà l'anti-Juve, preoccupato per le condizioni fisiche del centrocampista Bagni: "Insieme a Diego è l'unico nostro elemento insostituibile - svela alla Stampa - dovesse mancare Salvatore saranno dolori". Ci sarà.
- Sull'altro fronte Rino Marchesi è l'unico italiano ad aver allenato sia Maradona che Platini: "Diego ha dalla sua il vantaggio dell'età, ma Michel sta crescendo. Il mio augurio è che non solo lui, ma tutta la squadra, faccia vedere quello che vale contro i partenopei".
- Vola basso il presidente del Napoli, intercettato dal Mattino. "Io e Agnelli? In un incontro estivo, a Capri, ho scoperto che abbiamo in comune una sola cosa: la passione per il mare. Ma il mare è di tutti, capirete...". L'ingegnere non esclude un regalo ai ragazzi in caso di un'impresa al Comunale: "Si accorgeranno aprendo la busta paga quanto vale per me una vittoria a Torino".
- L'argentino è sbarcato in Piemonte per l'ultima seduta prima della partita. I cronisti gli fanno notare che per l'Avvocato è il Napoli la candidata numero uno al titolo. "Ringrazio Agnelli - dice alla Stampa - è un uomo di classe, mi piacerebbe incontrarlo, farmi raccontare la sua vita. Parlargli mi arricchirebbe, difficile conoscere uno della sua esperienza, con il suo fascino. E spero sia anche un mago, che azzecchi il pronostico".
- Le Roi fa gli onori di casa: "Maradona è il benvenuto, mi è sempre stato simpatico, come Napoli. Se non dovessimo vincerlo noi, mi piacerebbe che lo scudetto andasse a loro, un premio alla passione di un ambiente meraviglioso". La sconfitta e i 120 minuti di mercoledì rischiano di condizionare negativamente i bianconeri. Qualcuno sostiene senza il Trap la squadra non sia più la stessa. "Non credo, l'anno scorso abbiamo perso con il Barcellona... C'era Trapattoni, no?".
- Il Napoli passa al Comunale davanti a 20mila tifosi impazziti: Moreno Ferrario, Bruno Giordano e Giuseppe Volpecina ribaltano il vantaggio firmato da Michael Laudrup e lanciano gli azzurri in testa al campionato. "Abbiamo la mentalità giusta per rimontare in ogni circostanza - spiega Ferrario - sull'angolo di Romano c'è stato un rimpallo e ho tirato con la forza della disperazione. Ho calciato male, per questo ho segnato...".
- L'attaccante ha firmato il 2-1, in mezza rovesciata: "La nostra fortuna è stata il loro gol, è arrivato presto e abbiamo avuto il tempo di reagire. Quando sono andato sotto la curva? C'erano solo napoletani, uno spettacolo". Volpecina non ci crede ancora: "Sono entrato dalla panchina, di colpo partecipo a una giornata storica con un mio gol. Cosa volere di più dalla vita?"
- Il fuoriclasse francese non cerca alibi: "Nessuna giustificazione, la stanchezza non c'entra. Il Napoli è stato bravo, una squadra solida e organizzatissima, noi ci siamo chiusi dietro e loro ne hanno approfittato. Grande Maradona, complimenti".
- Non è Oronzo Canà, ma il capitano del Napoli, pazzo di gioia: "È stata la mia migliore partita da quando sono in Italia. Ci hanno fatto arrabbiare: se non avessero segnato quel gol ce ne saremmo stati buoni...".
- Sulla prima pagina della Stampa si dà risalto al crollo delle scommesse illegali: una puntata di 50mila lire fruttava 50 milioni, tanto era inaspettata - ritenuta praticamente impossibile - la vittoria del Napoli a Torino.
- I giornali celebrano il 3-1 del Napoli come la vittoria di uno scudetto. E in città scoppia la festa (con 6 mesi di anticipo...).
- Da "Io sono el Diego", autobiografia di Maradona (Fandango, 2010): "Le altre, le grandi, erano spaventate. Avevano Platini, avevano un sacco di fenomeni, ma anche una paura nera! Esponevano striscioni razzisti, ma per timore: i 'poveracci' del sud stavano per prendersi una fetta di quella torta che prima mangiavano solo loro... e per giunta la fetta più grande".
- "Il 9 novembre del 1986 - prosegue il racconto di Diego - succede una cosa incredibile: perdevamo 1-0, pareggiammo e lo stadio esplose, tutti festeggiavano... ma noi non capivamo. Quando avevano segnato loro si era sentito un timido 'gol', e basta. Segniamo il secondo e di nuovo tutti a festeggiare. Il terzo, ancora di più. Lo stadio era pieno di operai, tutti del sud! Terminarono gridando Na-po-li! Na-po-li! Fu una cosa impressionante!".