Lazio, i motivi della crisi: dalla difesa alle scelte di mercato
La quarta sconfitta consecutiva rimediata in tutte le competizioni è stata fatale: Sarri lascia la Lazio, in difficoltà dopo l'eccellente stagione scorsa. Dal calo di rendimento alle scelte di mercato, analizziamo quali sono stati i motivi della crisi
- Partiamo dalla fine: dopo una lunga crisi, culminata con la sconfitta interna contro l'Udinese, Maurizio Sarri ha deciso di rassegnare le dimissioni da allenatore della Lazio. Si conclude così un'avventura cominciata nell'estate del 2021 e che ha visto i biancocelesti chiudere con un 5° posto nella prima stagione, un 2° in quella successiva (che ha garantito il ritorno in Champions) e ora lascia con la squadra in 9^ posizione.
- Un dato rende evidente il crollo dei biancocelesti. L'anno scorso, a questo punto della stagione, la Lazio aveva raccolto 55 punti: la vetta era lontana (il Napoli era a +16) ma era ben salda la seconda posizione, con un vantaggio di cinque lunghezze sul quinto posto. Oggi invece, dopo 28 giornate, sono appena 40 i punti conquistati, a -11 dalla quota Champions.
- I risultati positivi Sarri li ha ottenuti con un bel gioco, ma partendo sempre da una certa solidità difensiva. Nella passata stagione, infatti, la Lazio - grazie anche all'exploit di Provedel tra i pali - ha chiuso con la seconda migliore retroguardia del campionato: solo 30 gol subiti, mentre quest'anno (con 10 giornate ancora da disputare) è già a quota 31 ed è tra le big della A che ha subito più conclusioni (solo il Milan ha fatto peggio).
- La difesa dovrà sistemare le cose senza poter contare inizialmente su Provedel, infortunatosi alla caviglia nell'ultima giornata, ma c'è da aggiustare anche l'attacco che, l'anno scorso, viaggiava alla media di 1.58 gol a gara, mentre fin qui ha prodotto 1.18 reti a incontro (33 in 28 giornate). L'intero reparto offensivo ha siglato 17 reti, con Immobile che ha fatto bene in Champions ma ha trovato solo 2 centri su azione in campionato e ha finora deluso il suo 'vice': 2 i gol anche per Castellanos, arrivato in estate per 15 milioni.
- Con 9 gol e 8 assist aveva contribuito nel 2022/23 a quasi un quarto del totale delle reti segnate dai biancocelesti. Un contributo straordinario quello del serbo, la cui partenza è stata evidentemente sottovalutata: il suo bagaglio tecnico e fisico a centrocampo (e anche in attacco vista la propensione offensiva), infatti, non è stato rimpiazzato a dovere e affidare maggiori responsabilità a Luis Alberto non è stato sufficiente a mantenere lo stesso livello di rendimento.
- Nell'immaginario biancoceleste doveva essere il giapponese - arrivato dall'Eintracht a costo zero - il rimpiazzo ideale di Milinkovic-Savic, con caratteristiche differenti a livello fisico ma con la stessa capacità di collegare i reparti e garantire gol con gli inserimenti in area. Invece il rapporto con Sarri non è mai decollato e il giocatore ha passato le ultime settimane più in panchina che sul campo: 1120 i minuti giocati, con una sola rete all'attivo, segnata a Napoli lo scorso 2 settembre.
- Il progressivo scarso utilizzo di Kamada è stato il simbolo di un mercato all'insegna di visioni differenti tra l'allenatore e la società. Più volte, infatti, Sarri ha manifestato il suo disappunto per il mancato arrivo di giocatori da lui indicati, non ultimo dopo il ko di Firenze: "Non abbiamo l’organico attrezzato per reggere quattro competizioni. Ognuno si prenda le sue responsabilità. La società è stata chiara a luglio: se ti chiedo A e tu mi fai scegliere tra C e D, non ho fatto io il mercato".
- A contribuire al calo della Lazio è stato anche il ritorno in Champions che, con una rosa secondo il suo ormai ex allenatore non in grado di reggere più competizioni, ha minato le energie dei biancocelesti seppur regalando serate speciali come contro il Bayern all'Olimpico. Senza dimenticare il viaggio in Arabia per la Supercoppa Italiana. Una difficoltà nell'affrontare i diversi impegni che è sottolineata da un dato: nelle partite di campionato giocate dopo le gare di coppa la Lazio ha guadagnato solo 16 dei 33 punti disponibili.
- Quello che era stato un punto di forza nella scorsa stagione, quest'anno si è rivelato un punto debole: la Lazio, infatti, aveva raccolto gran parte delle sue fortune vincendo gli scontri diretti, con bel gioco e un'euforica spavalderia sia in casa che in trasferta. In questo campionato, invece, dopo aver battuto Napoli, Atalanta e Fiorentina nelle prime giornate non ha più ottenuto vittorie nelle successive 8 gare contro le concorrenti all'Europa.
- Sono 11 i punti di ritardo dal quarto posto del Bologna, 8 dalla Roma quinta (quest'anno anche la quinta posizione potrebbe garantire la qualificazione alla Champions) ma ad oggi la Lazio rischia di non accedere a nessuna competizione europea della prossima stagione: l'ultimo posto utile al momento, il 6°, è infatti distante 7 punti. 7 come gli anni che sono passati dall'ultima volta che la Lazio è rimasta fuori dall'Europa.
- Oltre al campionato c'è un'altra via con la quale la Lazio può garantirsi l'Europa, ovvero vincendo la Coppa Italia. I biancocelesti affronteranno nella doppia semifinale la Juve e conquistare il trofeo potrebbe dare un senso completamente diverso alla stagione.