I giocatori tedeschi della storia dell'Inter: Bisseck sarà il decimo
Trattativa avanzata per l'ingaggio del giovane Bisseck da parte dell'Inter. Prima di lui, i tedeschi in nerazzurro hanno scritto pagine indimenticabili della storia del club, vedi Rummenigge o il famoso trio Matthaus-Brehme-Klinsmann. Ma non sono mancati i flop: non solo Sammer, che se ne andò e poi vinse il Pallone d'Oro
- Yann Bisseck sarà il decimo tedesco nella storia dell'Inter. La trattativa è ben avviata, come conferma il suo attuale club, l'Aarhus
- Difensore classe 2000, tedesco di origini camerunesi, lo abbiamo visto in azione con la maglia della Germania anche all'Europeo Under 21
- Un torneo chiuso con la cocente e inaspettata eliminazione ai gironi, con Bisseck (capitano e sempre titolare) in gol nella prima partita pareggiata 1-1 contro Israele
Ecco invece i suoi connazionali che l'hanno preceduto all'Inter:
- Fu lui il primo tedesco a vestire la maglia dell'Inter. Classe 1934, scomparso nel 2009, giocò nell'Inter di Herrera nella stagione 1963/1964. Collezionò 6 presenze in campionato e 5 in Coppa dei Campioni, la prima vinta dai nerazzurri. Nazionale tedesco, partecipò ai Mondiali del 1958 e del 1962.
- Centrocampista, fu prelevato dallo Stoccarda nel 1982. Debutto con gol su punizione contro il Verona, ma ben presto nasce un dualismo con Evaristo Beccalossi, destinato a divenatare "storico" anche grazie alla celebre battuta del "Becca": "Meglio giocare con una sedia che con Hansi Müller, perché con la sedia quando le tiri la palla addosso ti torna indietro". In nerazzurro 68 presenze e 13 gol, prima di passare al Como
- Nel 1984 arriva all'Inter il due volte Pallone d'Oro (1980, 1981), grande acquisto di Ernesto Pellegrini che versò al Bayern Monaco (con cui aveva vinto tutto, comprese due Coppe dei Campioni) 8,5 miliardi di lire. In tre stagioni in nerazzurro, 107 presenze e 42 gol, ma anche molti infortuni
- Amatissimo dai tifosi nerazzurri, anche grazie a gol come quello segnato in acrobazia nel dicembre dell'85 al Torino. Ma il suo nome resta legato anche a un altro capolavoro, realizzato contro i Rangers sempre con una girata acrobatica, che gli fu invece annullato per gioco pericoloso.
- Pellegrini sborsò quasi 6 miliardi per strapparlo al Bayern Monaco, Matthaus lo ripagò scrivendo pagine indimenticabili della storia nerazzurra nelle sue 4 stagioni all'Inter, dal 1988 al 1992. Leader della squadra, fu tra i grandi protagonisti dello scudetto dei record nel 1989
- Con la maglia nerazzurra, Matthaus vince il Pallone d'Oro 1990, nell'anno in cui la Germania (nel Mondiale disputato in Italia) si laurea anche campione del mondo. Poi due Coppe Uefa e una Supercoppa italiana. In tutto 153 presenze e 53 gol
- Con Matthaus, nella Nazionale tedesca e nell'Inter, c'era il grande terzino sinistro che decise con un calcio di rigore la finale mondiale tra Germania e Argentina. Ambidestro, si dice tirasse di potenza con il sinistro, usando il destro per le soluzioni di precisione (tanto da calciare con il destro il rigore più importante della sua carriera).
- Dopo la sua partenza per anni l'Inter si ritrovò con un vero e proprio "buco" a sinistra, senza trovare un giocatore all'altezza che non lo facesse rimpiangere
- Raggiunse i compagni di nazionale Matthaeus e Brehme all'Inter nel 1989, nella stagione successiva allo scudetto. Pagato circa 3 miliardi allo Stoccarda, sostituì Ramon Diaz in attacco.
- Con l'Inter 40 gol in tre stagioni, facendo innamorare i tifosi nerazzurri anche per la sua generosità. Vinse la Supercoppa 1989 e la Coppa Uefa del 1991
- Negli anni in cui ogni squadra italiana poteva avere al massimo tre stranieri, era a tutti gli effetti "l'Inter dei tedeschi", in contrapposizione al trio olandese del Milan: ancora oggi Matthaus, Brehme e Klinsmann sono tra gli ex nerazzurri più amati dai tifosi interisti
- Al contrario, fu un'esperienza brevissima e tutt'altro che indimenticabile quella del centrocampista originario della Germania Est con i colori nerazzurri. Arrivato dallo Stoccarda per 9 miliardi di lire nell'estate del '92, lasciò l'Inter a gennaio '93, dopo appena 12 presenze (e 4 gol) per passare al Borussia Dortmund. Lì vinse tutto, iniziando una "nuova carriera" da libero fino a conquistare anche l'Europeo da protagonista con la Germania e, infine, il Pallone d'Oro nel 1996
- Esperienza breve e infelice anche per l'attaccante nato in Polonia e naturalizzato tedesco, campione del mondo con la Germania nel 2014. Mancini lo accoglie all'Inter come rinforzo del mercato di gennaio nel 2015, prelevandolo in prestito oneroso dall'Arsenal. In 18 presenze segnerà appena un gol, trasferendosi poi al Galatasaray e definendo lui stesso il passaggio all'Inter "un errore"
- Esterno sinistro di spinta, si mette in luce nell'Atalanta di Gasperini coprendo tutta la fascia e costruendosi la fama di difensore-goleador grazie a 22 gol nelle sue ultime due stagioni con l'Atalanta. Nel mercato di gennaio del 2022 la chiamata dell'Inter, con cui non si ripete a livello di numeri, trovando continuità solo nella seconda parte della stagione appena conclusa
- Fin qui la sua esperienza in nerazzurro gli ha permesso comunque di mettere in bacheca due Coppe Italia e una Supercoppa
- Negli occhi degli interisti resta anche il gol (uno dei 5 segnati finora con l'Inter) nel 3-3 al Camp Nou contro il Barcellona, fondamentale per il superamento della fase a gironi della Champions, nell'edizione in cui i nerazzurri sono arrivati fino alla finale