Morata sceglie il 7, chi erediterà la 9 di Giroud (l'uomo della maledizione spezzata)?
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Il Milan era alla ricerca di un numero 9 e l'ha trovato con Morata, che però vestirà la 7 (come in nazionale, ma sarà la prima volta in un club). Resta quindi ancora libero il numero del bomber per eccellenza per il dopo Giroud, l'uomo che ha spezzato la maledizione post Inzaghi
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- Forse anche ripensando (chissà) a quella maledizione, sì spezzata da Giroud, ma che ha visto cadere un attaccante dopo l'altro - connazionale Torres compreso - in rossonero. La 7 è in un inedito per lui nel club, ma l'ha indossato fino a pochi giorni fa nel trionfale Europeo vinto da capitano.
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- Non sembra un caso neanche il fatto che a scegliere Morata sia stato Zlatan Ibrahimovic, pure lui 9 sul campo ma 11 sulla schiena per tutti i suoi anni da rossonero
- Intanto il numero dell'attaccante per eccellenza resta libero, un'eredità decisamente pesante a partire da…
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- Perché se si parla di Milan e di numero 9 la mente non può che partire da quello per eccellenza: l'olandese sbarca a Milanello nell'estate del 1987, insieme al connazionale Ruud Gullit, ed è subito scudetto. Il "Cigno di Utrecht" trascina il Milan di Sacchi alla conquista del mondo e vince 3 Palloni d'Oro e 2 titoli di capocannoniere della Serie A, prima di salutare nel 1995 - martoriato dagli infortuni - a soli trent'anni: sufficienti comunque per giocare 201 partite e segnare 125 gol, uno più bello dell'altro.
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- Ovviamente, tantissimi prima ancora avevano indossato il numero del bomber. Tra i primissimi lo svedese da record, Gunnar Nordahl, l'uomo che per 66 anni (fino all'Higuain del 2016) mantenne il record di gol in un singolo campionato di Serie A, 35. Ma anche Sormani, Combin, occasionalmente anche il 10 per eccellenza Gianni Rivera, o Pierino Prati (tripletta nella finale di Champions 1969… grazie agli assist di Rivera).
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- Due 9 britannici (Jordan scozzese, Hateley inglese), uno successivo all'altro. Il primo - detto "lo squalo" per quel sorriso sdentato - indossò il 9 negli anni Ottanta della B. Fu proprio col 9, invece, che Hateley svettò su Collovati segnando il gol partita in un derby della stagione 1984-85. Uno scatto rimasto nella memoria dei tifosi; perché quel Milan arrivava dalla B, perché quel Milan non vinceva un derby da sei lunghissimi anni, perché fu un gol icona, potente, saltando su Collovati (passato poco prima proprio dal Milan all'Inter)
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- Quindi l'epopea berlusconiana, l'era dei campioni più brillanti, dei fuoriclasse. Numeri 10 e numeri 9 da far lustrare gli occhi. Resterà sempre nel cuore dei rossoneri il bomber sardo, che segnerà 76 gol su 186 partite, tra campionato e coppe: indimenticabili le due reti al Napoli di Maradona (col 9, mentre il convalescente Van Basten indossava il 16) che regalarono nel 1988 il primo storico scudetto dell'era Berlusconi.
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- E ancora Jepepè, il francese prima di Giroud, capocannoniere della Coppa dei Campioni per tre anni consecutivi e Pallone d'Oro con il Marsiglia prima di arrivare al Milan, nel 1992, per 14 miliardi di lire. Ma a Milano non sfonda, vincendo comunque due scudetti e altrettante Supercoppe italiane, e la Champions League del 1994, segnando 18 reti in 40 partite.
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- Tra i tanti campioni ad aver indossato la numero 9 un altro beniamino della tifoseria. L'attaccante monzese fu l'eroe con due gol nella finale di Champions del 1994 contro il Barcellona dove, però, giocava con l'11 (la 9 era sulle spalle di Boban). Nel mentre tantissimi altri - non per forza attaccanti puri - l'hanno usata. In odrine sparso: Savicevic, Boban, appunto, Simone, Lentini, Donadoni, Borgonovo, Serena, Di Canio, Roberto Baggio… Mica male.
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- Ma tutti loro - da Van Basten a Papin - indossarono il 9 nell'epoca in cui i numeri potevano cambiare di partita in partita, in base alla formazione titolare. È dal 1995-96 che in Serie A i numeri vengono invece assegnati senza variazioni per tutta la stagione. Il primo fu King George, idolo della tifoseria milanista e Pallone d'Oro nel 1995.
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- Bomber e meteore: Kluivert lo era eccome (bomber), ma al Milan lasciò un ricordo da meteora nel 1997-98, dopo aver battuto proprio il diavolo in finale di Champions con l'Ajax segnando il gol partita nel 1995. Previsti una valanga di gol, ma alla fine furono - curiosamente - solo nove. Indossò quel numero post Weah, che poi se lo riprese l'anno successivo.
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- 9 soltanto per una stagione, quella 2000-01, ereditando la maglia di Weah. Un 9 in gol soltanto in una partita di quel campionato… ma era il derby, quello che il Milan vinse 6-0. Suoi i primi due centri: resteranno addirittura gli unici in tutto il suo campionato, come era accaduto a Paolo Rossi (solo due gol, una doppietta nel derby) nel 1985, anche se Pablito li fece col 10 sulla schiena.
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- A quel punto la storia del Milan è pronta ad una nuova grande pagina: mai nessuno come Superpippo nel XXI secolo rossonero. Arrivato nell'estate del 2001 e rimasto per 11 stagioni, segnando 126 gol in 300 presenze. Di questi, alcuni straordinariamente importanti, come la doppietta in finale di Champions nel 2007 ad Atene contro il Liverpool. E una media da urlo di un gol ogni 144 minuti.
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- Il giorno dopo l'addio al calcio di Inzaghi, contro il Novara, la maglia numero 9 viene ereditata da Alexandre Pato, reduce già da cinque stagioni in rossonero con la "7" in cui il brasiliano fa scintille, prima dell'inesorabile crollo a causa dei tanti infortuni: un gol ogni 155 minuti con la 7, uno ogni 171 con la 9: queste ultime frutto di 2 reti in sei mesi, poi l'addio.
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- Nell'agosto del 2013 il Milan ufficializza l'acquisto e il ritorno di Alessandro Matri, già protagonista di 71 minuti in A con la maglia rossonera da giovane. Questa volta ritorna a Milanello da giocatore più maturo e con la 9 sulle spalle: neanche lui, però, riesce a cambiare la rotta. Quella contro il Parma resta l'unica rete, per la peggiore media gol dell'era post-Inzaghi. Uno ogni 933 minuti
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- Stessa nazionalità del nuovo colpo in casa rossonera, anche lui con un passato (e un futuro) nell'Atletico, ma da leggenda. A Milano inizia con un gol alla prima da titolare, ma quel colpo di testa resterà anche la sua unica firma in maglia rossonera (un gol ogni 592 minuti), prima del lento oblio.
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- Il successivo 9 il Milan lo compra a gennaio 2015, con Galliani che vola a Roma e citofona a casa sua: un'immagine diventa virale e, in un certo senso, simbolica di quel periodo della storia rossonera. Nemmeno i suoi sei mesi convincono: tre gol, una rete ogni 281 minuti e l'addio.
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- A giugno 2015 il club rossonero decide allora di guardare all'estero e affida la maglia numero 9 al brasiliano, che resta un anno e mezzo, trovando la via della rete in appena 6 occasioni (uno ogni 271 minuti). Un'altra, ennesima, delusione d'attacco.
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- I tanti gol realizzati in Serie B portano il Milan, nell'annata seguente, a puntare sull'italiano naturalizzato peruviano. Numeri, tuttavia, non confermati nell'unica stagione disputata in rossonera, nel 2016-17: 8 gol in 29 presenze, per una media di una rete ogni 170 minuti. Statistica non particolarmente esaltante, ma che prima di Giroud restava la migliore dopo l'addio di Inzaghi.
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- E' l'estate del Milan di Fassone e Mirabelli, che decide di investire 40 milioni per l'attaccante che gode anche della stima di Cristiano Ronaldo. Le grandi aspettative, però, vengono anche in quest'occasione ampiamente infrante: il lusitano riesce a lasciare il segno con continuità solo in Europa League (8 gol in 14 partite), mentre in campionato trova appena due reti (e in generale una ogni 202 minuti).
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- Quindi venne il giorno in cui il Milan sembrava davvero aver risolto il "problema del 9". Il Pipita è reduce da 111 gol in A con Napoli e Juve, ma neanche l'argentino riesce a spezzare quella che, ormai, è a tutti gli effetti una maledizione. 6 reti in campionato, cui vanno aggiunti 2 centri in coppa: media parecchio deludente, prima dell'addio anticipato. Totale: una ogni 230'.
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- Sarà un caso, ma quando davanti al 9 c’era l'1, la maglia del polacco pesava meno: al suo arrivo, infatti, la 9 era occupata da Higuain (ceduto praticamente nelle stesse ore al Chelsea) e il polacco scelse il 19, con cui fece registrare la media in campionato di un gol ogni due partite. Con la 9 ha chiuso con una rete ogni 269’ giocati, per un totale di 41 presenze e 16 gol tra Serie A e Coppa Italia.
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- Era arrivato a gennaio 2021 da svincolato per fare il vice Ibra. Finisce con l'attaccante croato che salta più partite per infortunio dello stesso svedese (complice anche il lungo periodo di inattività). Alla fine per lui una manciata di gare di campionato (10 appena, una sola da titolare) e addio dopo 6 mesi. Con 0 gol.
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- La maledizione spezzata: con un'immagine su tutte, indelebile per tutti i tifosi del Milan: la doppietta in 3’ nel derby del 5 febbraio 2022, quella del “si è girato Giroud”. Il francese segna l'1-1 e poi si ripete di sinistro dopo una girata in area che ribalta l’Inter. Due gol che danno il via alla cavalcata che porterà al sorpasso in classifica sui nerazzurri e alla vittoria dello scudetto, al suo primo anno in Italia.
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- Tra le tante immagini di Giroud che esulta in rossonero per un gol, ne resterà una molto particolare, quella dell’attaccante che esulta per un gol…evitato agli avversari. Lo scorso campionato il francese, nei minuti finali di Genoa-Milan, sostituì il connazionale Maignan, espulso, con tanto di maglia e guanti da portiere. E con ottimi risultati, visto che sventò l’azione del possibile pari dei rossoblu all'ultimo secondo.
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- 132 volte in campo con il Milan e 49 gol in un totale di novemila minuti giocati. 39 reti in Serie A, 3 in Coppa Italia, 6 in Champions, 1 in Europa League. Un gol ogni 186 minuti. La prova del 9… superata. E ora Morata dopo di lui