Il campo, i trofei, la panchina, la malattia: la storia di Sinisa Mihajlovic
Dagli anni della Stella Rossa ai successi con la Lazio, ripercorriamo la storia e la carriera del campione serbo, morto a 53 anni a causa della leucemia. Dotato di un formidabile sinistro e recordman di gol su punizione, da allenatore ha guidato - tra le altre squadre - Bologna e Milan
di Alfredo Corallo
- "La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic", il comunicato diffuso dalla famiglia. Ripercorriamo la carriera del campione serbo, scomparso a 53 anni, dalle origini all'ultima esperienza da allenatore a Bologna
- Sinisa Mihajlovic nasce il 20 febbraio del 1969 nella cittadina croata di Vukovar, al confine con la Serbia, in quella che allora era chiamata Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Cresce nella vicina Borovo e tira i primi calci nella squadra del paese, che nel 1991 sarà teatro di un episodio sanguinoso, considerato uno dei prodromi delle Guerre nei Balcani.
- Scappato con la famiglia nel 1991 allo scoppio della guerra, è tornato a Borovo nel 2015, accompagnato dal fratello Drazena e da un reporter del quotidiano Kurir: è in questa casa che ha trascorso l'infanzia, 'primo figlio maschio' (il significato letterale del nome Sinisa) di una casalinga croata e di un camionista serbo. Un viaggio alle origini più volte rinviato, per ragioni evidenti: "Volevo mantenere le immagini dei miei ricordi e non quelle di una città devastata".
- I primi ad accorgersi del talento (e del sinistro micidiale) di Sinisa sono i dirigenti del Vojvodina, fin lì campione una sola volta nella storia della Prva liga: nel 1966, con un certo Vujadin Boskov in panchina. Il 20enne Mihajlovic - utilizzato da esterno di centrocampo - diventa presto una delle colonne del team di Novi Sad e nella stagione 1988-89 trascina a forza di gol (11) la squadra alla conquista del suo secondo titolo.
- È la Crvena zvezda di mister Ljupko Petrovic, di Robert Prosinecki, del futuro 'genio' milanista Savicevic e della 'meteora' interista Darko Pancev. E di Sinisa, determinante per la conquista del titolo: autore dell'1-0 (su punizione, ovviamente) e del tiro-cross che propizia l'autorete di Augenthaler nella semifinale di ritorno del Marakàna di Belgrado contro il Bayern Monaco; ma anche di uno dei rigori della finale di Bari con l'Olympique Marsiglia, giustiziere del Milan al Vélodrome, nella notte più 'buia' per i rossoneri di Arrigo Sacchi.
- Senza storia la sfida di Tokyo dell'8 dicembre 1991 tra gli slavi (guidati ora da Vladica Popovic) e i cileni del Colo Colo, detentori della Coppa Libertadores: 3-0, con doppietta di Vladimir Jugovic (che riabbraccerà Mihajlovic alla Samp) e sigillo finale di Pancev su assist del solito Sinisa.
- Ma la guerra incombe e Mihajlovic non ha alternative alla fuga per salvare se stesso e la sua famiglia. Così, dopo un'altra stagione super - terzo scudetto consecutivo e 5 gol in Coppa dei Campioni, fermato solo dalla 'sua' Sampdoria - vola a Roma, acquistato per 8 miliardi e mezzo di lire, voluto fortemente da Boskov che da quel momento sarà come un padre per Sinisa.
- Il 26 agosto del 1992 - in Coppa Italia contro il Taranto - segna al debutto dopo appena 4 minuti e diventa il più veloce esordiente in gol con la maglia giallorossa. Per Sinisa saranno due stagioni altalenanti: tra campionato e coppe colleziona 69 presenze e un gol, contro il Brescia. Una partita che passerà alla storia non solo per quella rete...
- Quel 28 marzo del 1993, infatti, è scolpito nella storia del calcio italiano per il debutto di Francesco Totti, mandato in campo da Boskov su consiglio dello stesso Mihajlovic, che spinse il tecnico a lanciare l'allora 16enne 'pischello' di Porta Metronia: "Dai, fai entrare il regazzino...".
- La prima rete della Roma - che vinse 2-0 al Rigamonti - fu siglata da Claudio Caniggia, protagonista di una storia esilarante raccontata proprio da Mihajlovic: "Era il 1992 ed erano appena usciti i cellulari. Come tutti gli allenatori dell'epoca, Boskov telefonava a casa alle 23 per vedere se fossimo usciti o no. Una sera andai a cena con Caniggia, tornai per le undici e mezza e la governante mi disse che aveva chiamato. Il giorno dopo era incazzato: 'Voi non siete professionisti! Sinisa, tu dov'eri ieri?".
- Dopo l'esperienza alla Roma, nel luglio del 1994 Mihajlovic viene acquistato dalla Sampdoria, dove gioca 4 stagioni e si afferma come uno dei migliori specialisti di gol su punizione.
- L'allenatore di quella Sampdoria è lo svedese Sven-Göran Eriksson e il leader della squadra Roberto Mancini, che rappresenteranno da qui in poi due figure fondamentali nella vita di Sinisa.
- Nello stesso periodo incontra la donna della sua vita: la bellissima Arianna Rapaccioni, che sposerà il 28 giugno del 1996 e 'risposerà' lo stesso giorno del 2021, per i loro 25 anni di matrimonio. Dal loro amore sono nati 5 figli: Viktorija, Virginia, Dusan, Miroslav e Nicholas. Il primogenito di Sinisa è Marco, nato da una sua precedente relazione.
- A Marassi nasce anche il coro che lo accompagnerà per tutta la carriera di calciatore: "Sinisa, mira la porta, tira la bomba...".
- Nell'ultima stagione in maglia blucerchiata ritrova Boskov, che subentra a Cesar Luis Menotti e torna a Genova dopo gli anni d'oro dello scudetto (ma anche 2 Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e la finale di Coppa dei Campioni del 1992). Mihajlovic chiude il suo quadriennio in maglia blucerchiata con 128 presenze e 15 reti, ceduto alla Lazio di Eriksson per 22 miliardi di lire.
- Ma prima di riabbracciare Eriksson vola in Francia per i Mondiali, determinante con il suo gol all'Iran (su punizione, tanto per cambiare) per il passaggio della Jugoslavia agli ottavi, poi eliminata dall'Olanda. Agli Europei del 2000 Sinisa si ricongiunge con Boskov, che guida fino ai quarti di finale una selezione formata da serbi e montenegrini, sconfitti nuovamente dagli oranje, in quella che sarà la sua ultima esperienza da allenatore. Mihajlovic lascerà la nazionale nel 2002 con 63 presenze e 9 reti.
- Dopo i Mondiali francesi, Sinisa raggiunge l'amico Roberto Mancini in una Lazio rivoluzionata dalla campagna acquisti faraonica del presidente Sergio Cragnotti: insieme al difensore serbo arrivano anche Marcelo Salas, Dejan Stankovic, Sergio Conceição, Iván de la Peña, Fernando Couto e Christian Vieri.
- A volerlo con forza - oltre al Mancio - è Eriksson, che fa di Mihajlovic il perno della difesa al fianco di Alessandro Nesta, rientrato dopo l'infortunio al ginocchio destro subito nella partita contro l'Austria ai Mondiali di Francia.
- Il suo primo trofeo in maglia biancoceleste è la Supercoppa italiana, vinta grazie al successo per 1-0 (rete di Conceição) sulla Juventus il 30 agosto del 1998 allo stadio Delle Alpi di Torino.
- Il 13 dicembre del 1998, nella vittoria casalinga per 5-2 contro la Sampdoria, Sinisa realizza una tripletta tutta da calci piazzati, eguagliando il record di Beppe Signori (sebbene l'attaccante italiano segnò due dei suoi tre gol con punizioni di seconda).
- Il 19 maggio del 1999 arriva il primo trofeo europeo nella storia della Lazio, che a Birmingham batte 2-1 il Maiorca (gol di Vieri e Pavel Nedved) e si aggiudica l'ultima edizione della Coppe delle Coppe.
- La Lazio è inarrestabile e tre mesi più tardi - il 27 agosto allo stadio Louis II di Monaco - vince anche la Supercoppa Europea superando per 1-0 (Salas) il Manchester United di Sir Alex Ferguson. E alla fine del 1999 Mihajlovic sarà anche eletto 'Calciatore serbo dell'anno'.
- Sempre nel 1999, Sinisa confeziona in casa del Bayer Leverkusen il primo gol della storia laziale in Champions League. Sua anche la rete della vittoria (2-1) contro il Chelsea, a Stamford Bridge, nella seconda fase a gironi.
- Il 14 maggio del 2000 la vittoria più bella: all'Olimpico i ragazzi di Eriksson - che approfittano del crollo della Juventus sotto il diluvio di Perugia - liquidano 3-0 la Reggina e regalano al popolo laziale il secondo scudetto della loro storia.
- Per Sinisa - che nella foto tiene in braccio le piccole figlie Virginia e Viktorija - è una stagione da urlo, la migliore della sua carriera in termini realizzativi: 46 presenze e 13 gol, di cui tre in Champions e 4 in Coppa Italia, vinta contro l'Inter.
- Il 'terrore' nelle facce dei romanisti Tommasi, Totti, Batistuta e Zebina - campioni d'Italia nel 2001 - al cospetto di un missile terra-aria di Sinisa, recordman di reti su punizione in Serie A (28) insieme al 'maestro' Andrea Pirlo. "Lui ha fatto 200 partite più di me - la provocazione di Sinisa - io un gol più di lui, perché una delle sue punizioni fu un autogol, ma gliel'hanno dato buono perché è italiano... Quindi sono stato io il migliore”.
- Nel 2004 ancora una Coppa Italia, l'ennesimo trofeo nei suoi 6 anni alla Lazio, con 193 presenze e 33 reti. Il suo ultimo allenatore è... Roberto Mancini, che porterà con sé l'amico a Milano...
- Due le stagioni in nerazzurro di Sinisa, marcatore più 'anziano' in campionato nella storia del club grazie al gol in Ascoli-Inter dell'8 aprile 2006 (1-2), segnato a 37 anni e 47 giorni.
- Il 15 maggio del 2005 si toglie anche lo 'sfizio' di pennellare la punizione della vittoria nella finale di ritorno della Coppa Italia contro la Roma, a San Siro (all'andata i nerazzurri avevano ipotecato il trofeo con la doppietta di Adriano).
- Sinisa chiude la sua carriera da giocatore all'Inter nel 2006; ma rimane a Milano e il 1° luglio è già sulla panchina nerazzurra nel ruolo di 'secondo' del Mancio, contribuendo alla conquista di due scudetti e una Supercoppa italiana.
- Dopo i due anni di 'apprendistato' all'Inter, Sinisa è pronto per avere una squadra tutta sua: la chance arriva dal Bologna, il 3 novembre del 2008, quando subentra a Daniele Arrigoni. Vince la sua prima partita contro il Torino (5-2, al Dall'Ara) e 'resiste' fino a metà aprile, sostituito da Giuseppe Papadopulo.
- La seconda occasione è quella buona. Chiamato l'8 dicembre del 2009 dal Catania a sostituire Gianluca Atzori, risolleva le sorti di una squadra che sembrava spacciata con degli 'scalpi' illustri: vince a Torino con la Juve, in casa della Lazio e il 12 marzo del 2010 strapazza 3-1 al Massimino l'Inter di Mourinho, prossima al Triplete. Salva gli etnei con due giornate d'anticipo e spicca il volo...
- La prima stagione in viola è caratterizzata da ben 15 pareggi e termina con un 9° posto in classifica. Il 7 novembre del 2011, all'indomani della sconfitta per 1-0 in casa del Chievo, Mihajlovic viene esonerato e sostituito da Delio Rossi.
- Nel maggio del 2012 diventa il nuovo commissario tecnico della Nazionale serba. Manca, tuttavia, la qualificazione ai Mondiali 2014 (terzo nel girone alle spalle di Belgio e Croazia) e il 20 novembre del 2013 lascia dopo 19 incontri ufficiali (7 vittorie, 8 sconfitte e 4 pareggi) per tornare in Italia, alla Sampdoria.
- Subentra lui, stavolta, a Delio Rossi e rinvigorisce i genovesi, che vincono il derby di ritorno e concludono in 12^ posizione. Nella stagione 2014-2015 la sua Samp viaggia a ritmi da Champions e chiude al settimo posto, che vale al serbo la chiamata del Milan.
- Nonostante i rinforzi estivi (Luiz Adriano, Carlos Bacca, il ritorno di Mario Balotelli in prestito dal Liverpool, Alessio Romagnoli), l'avventura rossonera di Mihajlovic dura meno di una stagione, sostituito il 12 aprile del 2016 da Cristian Brocchi (cui Sinisa lascia in 'eredità' una finale di Coppa Italia).
- Ma non tutto è da buttare: il 31 gennaio Sinisa riporta il Milan a vincere un derby per 3-0 dopo 6 anni dall'ultima volta (dando però un grosso dispiacere all'amico Roberto...).
- E, soprattutto, il tecnico serbo ha il merito di aver lanciato il 16enne Gigio Donnarumma, il più giovane portiere titolare nella storia della Serie A, impiegandolo nella partita casalinga vinta 2-1 contro il Sassuolo.
- Ma a Sinisa le offerte non mancano e già a metà maggio viene ufficializzato come nuovo allenatore del Torino, che incarna perfettamente il suo spirito di 'guerriero': il serbo conduce un girone di andata da 'zona Europa' (29 punti, record dell'era Cairo) chiudendo la stagione al 9° posto. Esonerato, poi, il 4 gennaio del 2018 all’indomani del ko con la Juve nei quarti di Coppa Italia. Cinque mesi più tardi firma per lo Sporting Lisbona, sollevato dall'incarico appena 9 giorni dopo dal nuovo presidente dei portoghesi, in pieno caos societario.
- Dopo qualche mese di stop, il 28 gennaio del 2019 torna - a distanza di 10 anni - sulla panchina del Bologna, al posto di Filippo Inzaghi. Il 3 febbraio vince al debutto contro l'Inter, a San Siro, e alla fine salva gli emiliani con un turno d’anticipo piazzandosi decimo con 44 punti, frutto di 9 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte.
- Ma il 13 luglio del 2019 la notizia shock, comunicata dallo stesso allenatore (fresco di rinnovo fino al 2022) in conferenza stampa. Il serbo rivela di aver contratto una forma acuta di leucemia e di volersi sottoporre alle relative cure. "Le mie non sono lacrime di paura - le sue parole - vincerò anche questa battaglia".
- Il club felsineo, i tifosi, la città - come tutto il mondo del calcio e oltre - si stringono intorno a lui (il direttore sportivo Walter Sabatini conferma la volontà dei rossoblù di rispettare il contratto); e sui social sono migliaia i messaggi di incoraggiamento per Sinisa.
- Il 25 agosto, dopo appena 44 giorni di ricovero e ancora in cura al Sant'Orsola di Bologna, Sinisa è già sulla panchina degli emiliani per la prima giornata di campionato, al Bentegodi di Verona. "Siamo rimasti scioccati - ammette Andrea Poli, centrocampista dei rossoblù - non ce l'aspettavamo, anche se ce l'aveva promesso. Ha un coraggio eccezionale". E poi il messaggio in 'romanesco' della figlia Vicky: "Ma come se fa! La Grande Bellezza".
- Mihajlovic riprende progressivamente a guidare la squadra e porta il Bologna al 12° posto in campionato con 47 punti, confermando la stessa posizione nella stagione successiva. Al suo fianco la famiglia e tanti vecchi amici, come Roberto Mancini. "Non ci sentivamo da 4 anni per una cosa che era successa - confessa il serbo - ma è stato il primo a chiamarmi quando mi sono ammalato e il primo a venirmi a trovare in ospedale. Sono contento che abbiamo riallacciato la nostra amicizia".
- Il 5 marzo del 2021 lo 'show' di Sinisa e Ibrahimovic a Sanremo. Cantano in duetto Io vagabondo ("Una canzone che mi è sempre piaciuta. E poi io e Zlatan un po' nomadi lo siamo, no?"); e rivelano lo 'strano' modo in cui si sono conosciuti. "Era uno Juve-Inter - spiega il serbo - e mi ha dato una testata... Da lì siamo diventati amici". Poi affrontano con il sorriso anche i terribili momenti vissuti dall'allenatore nei mesi della malattia. "Come posso aiutarti?", mi chiedeva Ibra. "Un modo ci sarebbe: mi serve un attaccante per il Bologna...".
- Due mesi più tardi accoglie con grande emozione la notizia della gravidanza di Virginia e il 28 ottobre del 2021 diventa nonno della piccola Violante.
- Il 26 marzo del 2022 è costretto a fermarsi. Annuncia che dovrà sottoporsi a un nuovo ciclo di terapie per scongiurare una ricomparsa della malattia: "Dovrò saltare alcune partite, ma seguirò la squadra dall'ospedale". Il 5 maggio torna a Casteldebole per dirigere l'allenamento dei rossoblù, che chiuderanno la stagione al 13° posto. Ma la quarta stagione di Sinisa al Bologna dura soltanto pochi mesi, esonerato il 6 settembre dopo appena 5 partite (tre pareggi e due sconfitte), sostituito da Thiago Motta.