Immediato ritorno in A per l'Hellas dello scatenato Pazzini, capitano e capocannoniere della Serie B. Sono 23 i suoi gol promozione, record personale centrato da leader dei gialloblù. A 32 anni si è riscoperto letale dopo un decennio a buoni livelli
Dura solo una stagione il purgatorio in Serie B del Verona, promosso in A al termine di un campionato condotto ai vertici. Un “Pazzo” Hellas, d’altronde il marchio della festa è stampato dai gol dell’infinito Pazzini. Sono 23 i centri dell’attaccante veronese, capitano e capocannoniere di un torneo che non masticava dal 2004. Quanto basta per centrare il primato realizzativo in carriera a 32 anni -
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Non può che ringraziare il suo attaccante Fabio Pecchia, allenatore che al battesimo a Verona ha ritrovato subito la Serie A dopo le esperienze da vice di Benitez tra Napoli, Real Madrid e Newcastle. Exploit dettato dai numeri del “Pazzo” che, attraverso i suoi 23 gol, ha portato in dote 31 dei 74 punti alla causa dell’Hellas. Un bottino che lievita a 43 punti se accumulato con le reti (8) del compagno Bessa, una coppia da applausi -
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Attaccante dal repertorio completo, valorizzato dai 12 anni nella massima serie, Giampaolo Pazzini è impegnato a Verona dal 2015 nonostante la retrocessione della scorsa stagione. Leader gialloblù dopo il ritiro di Toni, il “Pazzo” è rimasto fedele all’Hellas con l’obiettivo di restituire la A alla città: poco importa se non militava in Serie B da 12 anni dai tempi dell’Atalanta, del resto i numeri ribadiscono il suo spessore -
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Straripante in avvio di stagione con 11 gol (e 4 doppiette di fila) nelle prime 7 partite, reti consecutive bissate contro Cittadella, Bari e Perugia. Sigilli decisivi come a cavallo tra la fine del girone d’andata e inizio 2017 (Salernitana e Ternana). Se il Verona archivia una parentesi negativa lo deve al peso del proprio capitano dall’aprile esaltante. Ecco quindi che il record personale di 23 gol in campionato va in archivio -
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Esperienza e gol al potere alla guida di un gruppo costruito per tornare subito in Serie A. Se Pazzini ha garantito le fortune del Verona, Pecchia ha festeggiato la promozione costruendo attorno al “Pazzo” un organico di qualità: oltre all’ottimo Bessa va rimarcato il peso degli esterni Luppi e Siligardi come il jolly Valoti. Romulo leader a centrocampo con Fossati e i fratelli Zuculini, bene Nicolas e Pisano in difesa -
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Attacco da 64 gol in stagione, Verona ha gioito soprattutto con lo strapotere di Pazzini dall’esultanza ormai decennale: “Avete visto?”, mimando con le dita indirizzate agli occhi. Un’abitudine nata a Firenze accanto all’amico ed ex compagno Luca Toni, partner d’attacco affermato nella sua ribalta in Serie A datata 2005. Ripercorriamo le tappe e le maglie indossate in carriera dal “Pazzo” tra club e Nazionale azzurra -
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Classe 1984, pistoiese di Monsummano Terme, Giampaolo Pazzini cresce nel Margine Coperta ovvero la società satellite dell’Atalanta, club che lo accoglie all’età di 15 anni. Matura l’intera trafila nel settore giovanile accanto all’amico Montolivo e ai talenti nerazzurri (Padoin, Lazzari, Agazzi e Canini) per poi affacciarsi alla prima squadra allenata da Mandorlini appena retrocessa in Serie B -
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Positivo l’impatto con i professionisti del “Pazzo”, attaccante 19enne che si ritaglia 9 reti in 39 presenze nella promozione dell’Atalanta: diversi i gol decisivi nonostante la convivenza con i più rodati Budan, Gautieri e Saudati. Il primo assaggio della Serie A (3 centri in 12 gare) convince la Fiorentina ad acquistarlo nella sessione di gennaio: 6,5 milioni di euro versati ai bergamaschi che concederanno pure Montolivo -
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L’avvento a Firenze agli ordini di Prandelli vede Pazzini diventare la prima alternativa a Luca Toni, capocannoniere e Scarpa d’Oro con 31 centri nella stagione 2005/06. In precedenza il “Pazzo” inanella 3 reti tra le quali la magia contro la Juventus (3-3) e archivia il campionato seguente con 27 presenze e 5 gol (decisivo contro Livorno, Empoli e Siena) pagando un infortunio di due mesi patito con l’Under 21 -
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L’annata 2006/07 regala il ritorno in Europa complice il 6° posto finale, traguardo al quale Pazzini contribuisce con 7 gol (ben 3 rifilati all’ex Atalanta) in 9 match da titolare. Toni saluta ma viene rimpiazzato da Vieri e Osvaldo, concorrenza che non ostacola il “Pazzo” (9 centri in Serie A) esordiente pure in Coppa Uefa. Debutterà pure in Champions nella stagione successiva, ma a gennaio ecco l’addio direzione Sampdoria dopo un’avventura viola da 136 presenze e 33 centri totali -
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La permanenza alla Fiorentina coincide anche con l’exploit di Pazzini datato 24 marzo 2007, ovvero l’inaugurazione del nuovo Wembley tra le Nazionali U-21 di Inghilterra e Italia. Suo il primo gol nello stadio inglese dopo soli 30’’, rete che anticipa l’hat-trick (3-3 finale) e la standing ovation del pubblico. Punto fermo nelle selezioni giovanili azzurre, il “Pazzo” si affaccia così alla Nazionale maggiore da Genova -
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In effetti il trasferimento in blucerchiato (9 milioni di euro più Bonazzoli) propizia l’avvento della coppia Cassano-Pazzini, tandem che rievoca ai nostalgici i fasti di Vialli e Mancini. I due si trovano alla perfezione, tanto che l’attaccante toscano sigilla la prima metà di stagione alla Samp con 11 gol in 19 presenze per la gioia di Mazzarri. Bottino impreziosito dai 4 centri in Coppa Italia persa in finale ai rigori contro la Lazio -
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Il campionato 2009/10 con Delneri in panchina vale il 4° posto in classifica dettato dallo strapotere di Cassano (9 reti) e Pazzini, 19 gol che incidono il suo primato realizzativo in campionato in carriera. Stende l’Inter a inizio torneo prima di punire con una doppietta la Roma all’Olimpico, impresa che indirizza la corsa allo Scudetto a favore degli uomini di Mourinho. In estate rifila 3 gol al Werder Brema nell’amaro preliminare di Champions, accumula 6 gol a Genova prima di intraprendere la strada di Milano come Cassano -
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I numeri eccezionali archiviati con la Sampdoria gli regalano la chiamata in Nazionale con esordio il 28 marzo 2009: sostituisce Iaquinta e segna di testa alla prima Azzurra. Partecipa alla sfortunata spedizione ai Mondiali del 2010 restando in gruppo con l’avvento del ct Prandelli: Pazzini segna contro Estonia e Slovenia sulla strada di Euro 2012, si ripete in amichevole con la Polonia prima di scivolare nelle gerarchie dei convocati. In totale il suo bilancio Azzurro recita 25 gettoni e 4 gol -
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Se FantAntonio si aggrega al Milan, il “Pazzo” si trasferisce all’Inter per 12 milioni di euro più il cartellino di Biabiany. Sono i nerazzurri del post Triplete, affidati a Leonardo dopo l’esonero di Benitez: Pazzini debutta da subentrante contro il Palermo, segna 2 gol e si procura il rigore di Eto’o per il 3-2 finale. Come a Genova il primo impatto nella nuova realtà è esaltante: sono 11 i suoi centri in 17 gare, ma al traguardo trionfa il Milan dell’amico Cassano. Quantomeno Pazzini solleva il suo primo trofeo, la Coppa Italia del 2010 -
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Nella stagione seguente sulla panchina dell’Inter si alternano Gasperini, Ranieri e Stramaccioni, instabilità che macchiano il campionato dell’Inter (6° posto) e il rendimento di Pazzini: solo 5 reti, tutte accumulate in vittorie nerazzurre, mentre la ribalta è concessa a Milito (24 gol) secondo solo a Ibrahimovic (28). Le strade del “Pazzo” e di Cassano si incrociano ancora nello scambio estivo che porta l’attaccante toscano al Milan e FantAntonio in nerazzurro -
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Tre le stagioni di Pazzini al Milan a partire dal campionato chiuso al 3° posto con Allegri, allenatore che schiera il centravanti toscano in 30 occasioni ricevendo buone risposte: 15 i suoi centri in Serie A, 5 dei quali rifilati al malcapitato Bologna. Buona l’intesa con l’astro nascente El Shaarawy (16 reti) e il redivivo Balotelli, 12 gol dal suo arrivo a gennaio. In rossonero il “Pazzo” ritrova inoltre il grande amico Montolivo -
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Al termine della prima stagione al Milan viene operato al ginocchio destro, operazione che lo relega ai box per 6 mesi e che precede un nuovo infortunio muscolare. Un’annata quindi macchiata (2 gol in 18 gare) sulla falsariga del campionato 2014/15 con Inzaghi in panchina: solo 4 centri, ma quello contro il Torino è il suo 100° in Serie A indossando la fascia di capitano. L’addio ai rossoneri archivia un’avventura complessiva da 86 partite e 24 reti in tre anni -
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L’estate 2015 segna piuttosto l’inizio dell’avventura a Verona, trasferimento che riunisce Pazzini e Toni già compagni a Firenze. Un’annata maledetta quella dell’Hellas retrocesso in B nonostante la staffetta Mandorlini-Delneri: i 6 gol a testa del tandem d’attacco, coppia poi spezzata dal ritiro di Toni, non risparmiano l’ultimo posto in classifica. Pazzini giura fedeltà ai gialloblù e resta in gruppo da capitano -
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Il resto è storia recente, quella che rende Pazzini un leader assoluto a Verona in Serie B. Un campionato che non disputava dal 2004 con la maglia dell’Atalanta, tuttavia l’impatto del capitano 32enne è devastante: 23 gol e record personale, come detto, exploit che regala un immediato ritorno in A per gli uomini di Pecchia. Se la promozione era annunciata ai nastri di partenza, gli applausi sono comunque d’obbligo per questo “Pazzo” Verona -
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