Il presidente del Benevento a Sky Sport: "Giusto ridursi gli stipendi, ma bisogna farlo in maniera proporzionale. Non si può applicare una percentuale prestabilita per tutti". Poi su Inzaghi: "È uno di famiglia, abbiamo gli stessi valori"
"Riduzione degli stipendi? La mia posizione è quella di tutta la Serie B. Penso che non si possa decidere un taglio con una percentuale prestabilita e poi applicarlo a tutti", è questo il pensiero di Oreste Vigorito, presidente del Benevento (club primo in classifica in Serie B a +20 sulla seconda), intervenuto a Sky Sport in merito alle soluzioni che il mondo del calcio dovrà adottare per superare la crisi. "La rinuncia al diritto al salario è un diritto soggettivo, questo presuppone il rapporto tra la società e il tesserato. Bisogna poi aggiungere le varie soluzioni personali: in ogni club ci sono giocatori a inizio carriera che guadagnano un tot, quelli a fine carriere che ne guadagnano un altro e poi quelli che stanno nel mezzo che hanno anche un valore di mercato. Come si fa a dire a tutti tagliamo una tot percentuale di stipendio?", il pensiero di Vigorito. Che poi aggiunge: "Credo che bisogna parlare con il procuratore e i calciatori e spiegare loro che l’azienda calcio ripartirà ma che il vero problema sono le aziende che sostengono il calcio che avranno una ripresa lenta. Dobbiamo perciò dare tutti il nostro contributo ma in maniera proporzionale, così come succede quando paghiamo le tasse. Chi guadagna 3000 euro al mese non può avere lo stesso taglio rispetto a chi guadagna 1 milione al mese".
"La crisi avrà ripercussioni sulle aziende che sostengono il calcio"
Vigorito poi aggiunge: "Il calcio deve essere visto come un’azienda e non solo come sport. Il calcio ha tre fenomeni: quello economico, quello sociale e quello finanziario. A quello sociale crediamo di adempiere, perché o si ritiene che il calcio svolga questa funzione oppure è meglio chiudere gli stadi. Per quanto riguarda l’aspetto economico il calcio è sostenuto da presidenti che, specialmente in serie B, sono tutti imprenditori a livello nazionale, regionale o locale. Questa crisi economica toccherà anche le loro aziende, che mantengono il calcio. Se non si capisce questo e si pensa di poter chiudere la saracinesca del negozio è chiaro che all’interno resteranno i prodotti che andranno in scadenza e poi verranno buttati", le parole del presidente del Benevento.
"Un torto negarci la A. Inzaghi come uno di famiglia"
"Il Benevento ha 22 punti di vantaggio sulla zona promozione e la B prevede due promozioni dirette, quindi i nostri punti da calcolare sono 22 sulla terza più lo scontro diretto a nostro favore, quindi è come se ne avessimo 23. Questo significa che dopo 29 al Benevento mancano 4-5 punti per la promozione diretta: io credo che noi siamo in Serie A già da qualche mese e negarci questa promozione sarebbe una grave torto nei confronti della società, dei tifosi e di quanti hanno contributo al fenomeno Benevento in questa annata 2019-2020", ha ammesso il presidente del Benevento. Vigorito ammette poi di avere un rapporto speciale con Inzaghi: "Personalmente ho dimenticato che Inzaghi è un allenatore di calcio, sembra quasi di essersi conosciuti da ragazzi pur avendo io una cinquantina di anni in più rispetto a lui. Pippo si rivolge a me credo con lo stesso affetto col quale vive la sua famiglia. Inzaghi è un ragazzo figlio di famiglia, con i valori di una volta come me: ci siamo incontrati su questo piano e difficilmente tutto questo potrà essere distrutto dalle disavventure del calcio", ha concluso il presidente del Benevento.