
LA FOTOGALLERY. Il centrocampista nerazzurro fatica ad imporsi nel nostro campionato, ma la storia insegna che i campioni vanno aspettati, come fece la Juve con Platini e Zidane (con le debite proporzioni). Per evitare di commettere errori come con Pirlo o Davids e Vieira (Milan)

GEOFFREY KONDOGBIA - È rimasto in panchina per 91' minuti nel big match contro la Juventus. Anche al Monaco faticò, e tanto, nei suoi primi mesi in Ligue1. Roberto Mancini non vuole bruciarlo, nonostante una partenza un po' titubante. I 31 milioni spesi sono solo una delle ragioni per attendersi un cambio di passo nel futuro prossimo

ANDREA PIRLO - L'Inter non vuole certo ripetere un altro caso Pirlo. Il centrocampista fu acquistato dal Brescia nel 1998 ma in maglia nerazzurro era chiuso. Non gli si trovava una collocazione adeguata, lui che aveva le caratteristiche da trequartista. Dopo i prestiti a Reggina e Brescia, la cessione a suon di miliardi (30) al Milan, di cui ne fece la fortuna

MATTHIAS SAMMER - Sempre in casa Inter si registra il curioso caso del calciatore tedesco. Arrivò dallo Stoccarda nel 1992: un colpo da 9 miliardi. 11 presenze, 4 gol e la cessione a gennaio al Borussia Dortmund. Nel palmares, da quel momento, tra gli altri successi, un Europeo, una Champions, ma soprattutto un Pallone d'Oro

MICHEL PLATINI - Hanno avuto più pazienza in casa bianconera ad inizio anni 80, quando Platini si materializzò a Torino solo per onor di firma. Sei mesi da fantasma, poi l'esplosione e la consacrazione a livello mondiale: due scudetti, una Coppa Campioni e tre Palloni d'Oro oltre ad un Europeo

LEONARDO BONUCCI - L'Inter lo aveva nella Primavera ma non ci credette fino in fondo. A Treviso, in Serie B, vedeva spesso la partita dalla panchina. Poi l'avventura al Bari fu il trampolino verso la Juventus e verso la Nazionale

LUCA TONI - Alzi la mano chi, ai tempi di Toni centravanti di Vicenza e Brescia, si sarebbe immaginato che quel pennellone ormai 26enne sarebbe diventato il centravanti della nazionale campione del mondo, nonché bomber senza freni in Italia e in Germania

HERNAN CRESPO - Fu lenta, con la stampa e i tifosi che iniziavano ad arrabbiarsi con Ancelotti, la partenza di Crespo in Italia con il Parma. Poi iniziò a segnare, senza più fermarsi

GABRIEL OMAR BATISTUTA - "Un investimento sbagliato, è meno forte di Balbo e Dezotti". Così sentenziò Omar Sivori, dopo un paio di partite non esaltanti di Batistuta, giunto alla Fiorentina nel 1991. Batigol se ne andrà dieci anni dopo, con 331 partite giocate e ben 207 gol segnati