L'attuale allenatore dello Shakhtar Donetsk: "Amo il mio club, ma sono ambizioso e sogno di allenare in un campionato importante come la Premier, la Liga o la Serie A. Vincere non è la sola cosa che voglio, nelle partite deve esserci qualità e qualcosa di bello per i tifosi. Non sono ossessionato dal risultato"
Paulo Fonseca è tra i candidati più forti per la panchina della Roma, in questo momento uno dei due grandi favoriti insieme a Roberto De Zerbi. La società giallorossa, divisa tra i due profili, sta continuando a portare avanti entrambe le piste e proprio nelle ultime ore è volata verso Lisbona con i suoi uomini di mercato per incontrare l'agente dell'allenatore portoghese, che proprio per questo motivo ora sembra leggermente in vantaggio sull'italiano del Sassuolo.
Il portoghese ha guidato lo Shakhtar Donetsk negli ultimi tre anni, nei quali ha vinto tre campionati, tre coppe d'Ucraina e una Supercoppa. In passato, invece, aveva vinto una Supercoppa di Portogallo con il Porto e una coppa di Portogallo con il Braga. Dopo tre anni in Ucraina, dunque, per Fonseca potrebbero aprirsi le porte della Serie A. E l'allenatore portoghese non ha nascosto la sua volontà di affrontare nuove sfide: "Amo lo Shakhtar, ma sono ambizioso e un giorno vorrei allenare in uno dei campionati top d'Europa come la Premier, la Liga o la Serie A - ha dichiarato al network ucraino ProFutbol – Un giorno succederà, sono ancora giovane. La mia filosofia? Vincere non è la sola cosa che voglio. Voglio che nelle nostre partite ci sia qualità, prediligo il possesso di palla e il fatto che i miei giochino un calcio offensivo. Voglio avere il coraggio di creare qualcosa di bello per i tifosi, perchè amo il mio lavoro e di sicuro non ho l'ossessione del risultato. Sono uno che ama la qualità, lo spettacolo e non solo la vittoria".
"Dinamo Kiev? Troppo legato allo Shakhtar"
Gli anni allo Shakhtar non sono stati facili per Fonseca, costretto a lunghi viaggi verso Kharkiv dopo che lo stadio di Donetsk è stato distrutto dalla guerra. "E questo vuol dire che quando giochiamo tre volte a settimana per via delle competizione europee, i miei giocatori sono costretti comunque a lunghi viaggi, non hanno il tempo di recuperare e quindi non possiamo giocare con l'intensità che vorrei. Ora non so fin quando continuerà la guerra e non so cos'altro farà il club per ovviare a questa situazione. In questi tre anni abbiamo vinto tanto e abbiamo rispettato le attese dei tifosi: battere la Dinamo Kyiv. Nutro profondo rispetto per questo club, siamo stati onesti rivali. In passato sono stato contattato, ma sono troppo legato allo Shakhtar e sarebbe difficile un mio passaggio alla Dinamo".