Fernando Torres dice addio: i 18 anni di carriera del Niño in 18 scatti

I record e i gol, quella volta che "scivolò come un torero sotto la Kop" e i sei mesi al Milan. L'unico trofeo di sempre in maglia Atletico alla sua penultima partita e il primato di detentore di Mondiale, Europeo, Champions ed Europa League contemporaneamente. Torres dice basta, El Niño diventato goleador, uomo e leggenda

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I record e i gol, quella volta che "scivolò come un torero sotto la Kop" e i sei mesi al Milan. L'unico trofeo di sempre in maglia Atletico alla sua penultima partita e il primato di detentore di Mondiale, Europeo, Champions ed Europa League contemporaneamente. Torres dice basta, El Niño diventato goleador, uomo e leggenda.

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Classe 1984. E classe da vendere come avrebbe poi fatto capire al mondo del calcio: Torres è un bambino che muove i primi passi insieme al fratello portiere: "Tu tira, io paro". Da lì l'amore per il gioco. Le giovanili dell'Atletico già a undici anni e quella faccia pulita che gli vale il soprannome di un'intera carriera, El Niño. Il bambino.

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I primi passi in colchoneros partono dalla Segunda División, un campionato vinto e il salto coi grandi della Liga. All'età di 17 anni diventa il più giovane di sempre ad indossare quella maglia. A 19 il capitano più giovane della storia dell'Atletico. Sarà miglior marcatore per la propria squadra per cinque stagioni consecutive (244 presenze e 91 reti), prima di attirare su di sé le attenzioni di altri top club europei.

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Nel 2007 a spuntarla è il Liverpool, che sborsa ben 26 milioni di sterline. Cifra decisamente alta per quel periodo storico di calciomercato. Per i Reds segnerà la bellezza di 81 gol in 142 partite.

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Piano piano, El Niño incomincerà a infrangere record su record, come i 33 gol stagionali al primo anno, strappando il precedente primato a Michael Owen; e i 23 nella sola Premier League, record per un calciatore straniero dai tempi di Ruud van Nistelrooy. A fine anno (2007-08) sarà eletto miglior giocatore del campionato inglese.

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Nel frattempo ecco la prima vera gioia della carriera. Torres decide la finalissima contro la Germania, e la Spagna di Aragonés diventa campione d'Europa 2008.

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Il ciclo vincente, poi proseguito con Vicente del Bosque in panchina, partirà proprio dai suoi gol.

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In quell'anno, e con quel look che ora sembra così lontano, arriverà terzo nella classifica del Pallone d'Oro. Dietro ai futuri penta-campioni CR7 e Messi. Non solo, nel 2009 Torres (a dispetto di una sola stagione e mezzo ad Anfield) entrerà nella lista dei cinquanta più grandi giocatori dei Reds di tutti i tempi secondo il 'Times'.

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E quel gol pazzesco contro l'Arsenal che fece impazzire Massimo Marianella in telecronaca? "E poi scivola, come un torero, sotto la Kop". Un capolavoro, che però non servì a vincere alcun trofeo con la maglia del Liverpool.

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Il futuro è allora quello del Chelsea, dove lo aspetta Ancelotti. Ben 50 milioni di sterline è il costo del suo cartellino, al tempo il più caro della storia dei Blues (ad oggi lo battono solo Pulisic, Morata e Kepa) e dell'intero calcio inglese.

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Allo Stamford Bridge i gol saranno appena 20 in Premier, 45 in totale ma su 172 partite giocate. Uno solo (in sei mesi) nella sua stagione di debutto. La vena sotto porta sembra sparita e Torres sbaglia gol clamorosi come quello a porta vuota nel settembre del 2011 contro lo United.

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Il riscatto arriverà in Champions. Nella sorprendente cavalcata di Di Matteo del 2012 c'è anche il suo zampino, col gol nel recupero al Camp Nou che blindò la qualificazione in finale.

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Dopo il trionfo europeo col club, arriverà anche quello con la nazionale, segnando un gol in finale contro l'Italia nel 2012 (unico giocatore a segnare una rete in due diverse finali di un Europeo), bissando così il titolo del 2008. Nel 2010 anche il trionfo Mondiale.

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Nel 2013, dunque, ecco un altro trofeo nel suo palmares, che a inizio carriera sembrava destinato a raccogliere poche gioie. Torres segna in un'altra finale, quella di Europa League contro il Benfica, e diventa così l'unico giocatore (insieme a Mata) ad essere stato contemporaneamente (anche se solo per dieci giorni), campione in carica di Mondiale, Europeo, Champions League ed Europa League.

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Per Torres ci sarà anche una parentesi italiana nel Milan, soli sei mesi fino al gennaio del 2015 con dieci presenze e un gol. Contro l'Empoli con una grande torsione di testa.

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"El Niño vuelve a casa". Il 4 gennaio seguente sono 45mila le persone ad attenderlo per la sua nuova presentazione con la maglia che ha sempre amato.

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Per l'Atletico giocherà altre 160 partite, segnando 38 gol. Chiuderà la sua carriera, tra club e nazionale, con 817 presenze e 291 reti totali.

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Il lieto fine della favola sarà a Lione, nel giorno della finale di Europa League 2018 e prima dell'avventura in Giappone. El Niño, ormai uomo, vincerà alla sua penultima partita di sempre in maglia Atletico il suo primo trofeo coi colchoneros.