
Quando il numero "insolito" diventa mito, Griezmann sulla scia di Zidane e Ronaldo
Non solo 9 e 10, tanti grandi campioni sono riusciti a rendere immortali anche numeri di maglia solo all'apparenza di poco appeal. È dalla metà degli anni Novanta che la numerazione è diventata fissa per ogni calciatore, dando libero sfogo alla fantasia. Tra numeri di ripiego, imitazioni e un'addizione...

80, 14, 17, 23 e 22. Sicuramente non i numeri più "ambiti" da un calciatore e nel mondo del marketing calcistico, ma i grandi campioni sono riusciti a rendere immortali anche le scelte "insolite".

22. KAKÁ - 22 come il giorno di nascita, dell'aprile 1982. Lo indosserà soltanto coi colori rossoneri in tutta la sua carriera, trasformando il 22 da "anonimo" a magico.

22. MILITO - Il Principe diventato re nella notte di Madrid. Risposta nerazzurra a quel numero "tutto" rossonero e di Kaká. "Capitò per caso al Zaragoza, potevo scegliere tra il 2 e il 22. Scelsi quello che mi piaceva di più".

14. CRUIJFF - Il numero diventato leggenda. Due le versioni sull'origine di quel mito: nel 1970 il profeta del gol indossava regolarmente il numero 9, fu quando il compagno Gerrie Mühren non trovò in spogliatoio la propria maglietta prima di una partita, che Johan decise di cedergli la sua 9, prendendosi - del tutto casualmente - la 14. Altra versione è che, in quell'anno, l'Ajax adottò i numeri fissi per tutta la stagione. Cruijff partì infortunato trovando libero, al suo rientro, solo quel numero. Poi entrato nella storia.

14. HENRY - "Gioca sempre per il nome scritto davanti alla maglia, loro ti ricorderanno per quello che c'è dietro". E per il numero. È questa una delle citazioni attribuite a Henry. Anche lui immortale numero 14.

5. ZIDANE - Anche per Zizou quello al Real fu un numero atipico reso celebre dalle sue giocate, su tutte quella volée pazzesca nella finale di Champions contro il Leverkusen. Ai tempi, il Real schierava Raul col 7, Ronaldo col 9 e Figo col 10. Mica male…

45. BALOTELLI - Anche per SuperMario un numero frutto del destino. Da giovane del vivaio partì con un anonimo 45, poi i gol e la scaramanzia. "E poi mi piace che quando si pensa al numero 45 venga subito in mente Mario Balotelli".

1+8. ZAMORANO - Forse meno insolito di altri, il 18, per un attaccante. Sicuramente più eccentrico quel segno "più" in mezzo alle cifre che lo trasformava in un altro 9, insieme a Ronaldo. Fu il brasiliano a reclamare a gran voce la maglia, per antonomasia dell'attaccante, per ragioni di sponsor (il suo marchio R9).

21. PIRLO - Prima nell'Inter, poi nel Milan e nella Juve. E anche con la Nazionale. Dopo di lui simbolo di eleganza e qualità. "Mio padre è nato il 21 - scrisse nella sua autobiografia -. È anche il giorno in cui mi sono sposato e in cui ho fatto il mio esordio in Serie A. È diventato il mio numero di maglia nella fase iniziale e non l'ho mai lasciato andare".

92. EL SHAARAWY - Cresta alta e tanti gol. Impatto super col mondo del Milan col 92 sulla schiena, come il suo anno di nascita.

16. DANIELE DE ROSSI - Chissà quanti tifosi della Roma hanno a cuore quel numero, reso speciale proprio da DDR. L'origine, a sua volta, è dovuta a un'altra leggenda del centrocampo, Roy Keane.

26. JOHN TERRY - Altro numero anonimo poi diventato leggenda dalle parti di Stamford Bridge. Ragione eccentrica quello che lega JT alla scelta: "Fu il mio primo numero al Chelsea, quando vidi tanti tifosi con il mio 26 sulla schiena decisi di non cambiarlo così da non obbligarli a sborsare altri soldi per una mia nuova maglia".

25. ZOLA - Altra leggenda in Blues. La sua maglia non è mai stata ufficialmente ritirata, ma nessuno l'ha più indossata dopo di lui. Più mito di così…

39. ANELKA - Tantissimi club diversi e tantissimi numeri di maglia. Diventò un cult il suo 39.

42. YAYA TOURÉ - Gigante del centrocampo, dominatore della mediana. Scelse, e rese famoso, il 42, invertendo il 24 già indossato ai tempi del Barcellona.