Il belga, considerata la squalifica inflitta dalla Uefa al City, ha parlato del suo futuro: "La società ha fatto ricorso ed è sicura che verrà accolto. Io mi fido e aspetto, anche se due anni senza Europa sarebbero lunghi..."
Dopo una stagione tormentata dagli infortuni, Kevin De Bruyne era tornato protagonista nel Manchester City di Pep Guardiola. Nove gol e la bellezza di 20 assist in 35 partite giocate, il modo migliore per presentarsi all'Europeo con il suo Belgio. L'emergenza Coronavirus, però, ha fermato tutto: "Credo che potremmo essere in grado di allenarci di nuovo entro due settimane - ha spiegato il classe 1991 in un'intervista al quotidiano Het Laatste Nieuws - penso che tutto finirà giocando a porte chiuse. L'aspetto finanziario è troppo importante per la Premier League. Se la stagione non dovesse finire, questo causerebbe seri problemi". Nel frattempo il belga si gode la famiglia - aspetta il terzo figlio - e pensa al futuro. Già, perché lo scorso febbraio la Uefa ha escluso il City per due stagioni come punizione per aver violato le regole del Fair Play finanziario. Il club ha presentato ricorso contro la sentenza, appellandosi al Tribunale di arbitrato dello sport (Tas): "Sto solo aspettando - ha spiegato De Bruyne, che ha ancora tre anni di contratto ma che non si immagina senza Champions - la società è sicura al 100% di vincere la causa e mi fido di quello che mi viene detto. Poi, una volta che ci sarà il verdetto, esaminerò la questione. Due anni senza calcio europeo sarebbero lunghi. Se fosse solo uno, potrei anche restare".
Dipende da Guardiola
Sono tante le star del Manchester City che attendono di conoscere quale sarà il futuro europeo del club. Fra queste c'è anche Pep Guardiola, l'allenatore che ha riscritto la storia recente dei Citizens: "Ma la mia decisione non dipenderà dalla sua - ha continuato De Bruyne - lui ha detto che in ogni caso terminerà il proprio contratto, ma ogni mia decisione non terrà conto di questo. Ovviamente ho già lavorato con altri allenatori e continuerò a farlo quando Pep se ne andrà. Ma al momento non ci ho pensato, ci sono cose più importanti". Niente fretta dunque, questa è la parola d'ordine: "Sono molto contento di giocare per il City, una delle migliori squadre del mondo. La Premier è la competizione migliore per le mie caratteristiche. In tutta la mia carriera ho sempre aspettato il momento giusto prima di cambiare".