Milan, Ibrahimovic: "Gioco praticamente gratis, dura restare. Rangnick? Non so chi sia"

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L'attaccante svedese mette ancora in dubbio la propria permanenza in rossonero e "avverte" la dirigenza in un'intervista a Sportweek: "Il Milan non è un club da Europa League e Ibra nemmeno, o gioco per vincere o sto a casa. Il mio ritorno? Solo per passione, sto giocando gratis..."

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Il futuro di Zlatan Ibrahimovic è sempre più lontano dal Milan. Lo dicono le indiscrezioni di calciomercato e soprattutto lo dicono le parole dello stesso attaccante svedese. Quel "leggete tra linee..." pronunciato al termine di Milan-Juventus, con il quale aveva lasciato intravedere un orizzonte lontano dal club rossonero, è diventato ancora più chiaro nell'intervista concessa a "Sportweek". "Vediamo come sto tra due mesi e quello che succederà con il club. Sono onesto, se la situazione è questa sarà difficile vedermi al Milan l'anno prossimo", queste le parole di Ibrahimovic, che a precisa domanda sul futuro allenatore e direttore tecnico rossonero ha risposto così: "Rangnick? Chi è? Non so chi sia Rangnick". Segnali sempre più forti di una separazione imminente.

"Confronto con Gazidis necessario"

Un rapporto, quello con il management rossonero e in particolare con l'amministratore delegato Ivan Gazidis, che aveva già raggiunto picchi di alta tensione poco più di un mese fa, quando lo svedese fu protagonista a Milanello di un acceso dibattito con il dirigente del Milan: "In quell'occasione ho parlato per me e per la squadra, era un confronto necessario. Non era cattiveria la mia. Ma bisogno di avere spiegazioni sul futuro, il mio e quello del Milan". Un avvenire sul quale Ibra mette in guardia chiunque deciderà di varcare le porte di Milanello: "Il Milan non è un club da Europa League e Ibra nemmeno, o gioco per vincere o sto a casa".

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"Al Milan solo per passione, sto giocando gratis"

Un ritorno, quello al Milan nello scorso gennaio, che ha segnato il rientro di Ibrahimovic nel calcio europeo, dopo due stagioni ai Los Angeles Galaxy. Un ritorno nella "sua" Milano che però non è stato dettato da questioni economiche: "Sono al Milan solo per passione, sto giocando gratis, ma mi era stato detto che sarebbe stato troppo facile lasciare il calcio in America e allora sono tornato qui. Poi si è messo in mezzo il Covid a fermare tutto e allora ho pensato che forse c'è qualcuno che non vuole che io smetta. Per fortuna abbiamo ricominciato". E se qualcuno decidesse di dare una nuova possibilità all'attaccante svedese, Ibra mette subito le cose in chiaro: "Non so se ci sarà un altro club dopo il Milan, non chiudo mai le porte. Ma vado solo in un posto dove comando, non in un posto in cui le parole non valgono niente. Ho ancora troppa passione per quello che faccio". E conclude mandando un messaggio a tutti, in perfetto stile Ibrahimovic: "Ognuno è se stesso e nessun altro è Ibra".

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