Mourinho: "Legame speciale con l'Inter ma allenerei una rivale in Italia"

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Lo Special One, intervistato dal Times, parla anche del suo futuro:  "Con l’Inter ho vinto tutto e c’è un legame speciale. ma se un giorno dovesse chiamarmi una società rivale in Italia, non ci penserei due volte. Sono un professionista. Non ho però fretta, non tornerò forse già l'anno prossimo perché cerco una cultura e non una nuova avventura. Adoro la pressione del calcio inglese"

MOURINHO NUOVO ALLENATORE DELLA ROMA

"Con l’Inter ho vinto tutto e c’è un legame speciale. Se un giorno dovesse chiamarmi una società rivale in Italia, non ci penserei due volte. Questo è il mio modo professionale di vivere le cose e mi fa stare bene con me stesso". Parola di José Mourinho. L’allenatore portoghese, eroe del Triplete nerazzurro esonerato dal Tottenham lo scorso 19 aprile, ha rilasciato una lunga intervista al Times, parlando anche del suo legame con l’Italia e con i club del suo passato. "Quando lascio una società racconto sempre e solo le cose buone che ho vissuto – precisa Mou - non sono il tipo di persona che espone i panni sporchi in piazza. Sottolineo sempre le cose positive".

"Futuro? Cerco anche una nuova cultura"

Dopo l’addio al Tottenham, Mourinho non ha fretta di pensare al futuro. "Non ho piani – le sue parole - sto andando avanti con la mia vita normale. Mi sento fresco e rilassato. Sono in vacanza. Ho più tempo per riflettere, aspetterò prima di tornare nel calcio”. Con delle idee ben precise: "Forse non tornerò in panchina già l’anno prossimo, cerco anche una nuova cultura e non una nuova avventura". E non esclude la possibilità di allenare una Nazionale a fine carriera: "Mi piacerebbe, che sia il Portogallo o altrove. Certo, allenare il Portogallo sarebbe un onore ma non escludo certo di farlo in un altro Paese".

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"Vitória Setúbal la mia squadra del cuore"

In 21 anni da allenatore, con 25 trofei vinti alla guida dei club, Mourinho ha sempre mantenuto un legame speciale con le piazze in cui ha allenato. Nessun dubbio, però, sulla squadra del cuore: “Sicuramente la squadra della mia città, il Vitória Setúbal. Tutto ciò che accade a loro, nel bene e nel male, lo sento profondamente. A parte questo, ho un enorme rispetto per i club in cui ho lavorato prima. Quando uno dei miei club precedenti gioca contro un'altra squadra, è normale che io tifi per la mia società del passato”. Ha lasciato il Portogallo nel 2004, lavorando anche a Milano, Madrid e Manchester, ma la sua seconda casa è sempre stata a Londra. Prima con il Chelsea, poi con il Tottenham. “Questo è successo principalmente per motivi calcistici, ma anche perché io e la mia famiglia amiamo la città. Il Portogallo è il Portogallo, non fraintendetemi – precisa - è dove voglio vivere la mia vecchiaia ma Londra offre molto. I miei figli hanno cominciato a studiare qui nel mio primo periodo al Chelsea. Poi siamo stati in Paesi diversi, ma loro hanno frequentato sempre scuole di inglese”.

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"Adoro la pressione del calcio inglese"

L’attrazione per l’Inghilterra riguarda ovviamente anche il calcio: "Lo vivono in modo speciale. Dopo Inter e Real Madrid avrei avuto la possibilità di finire in Germania o Francia ma ho preferito tornare al Chelsea. In Germania e in Francia sai che se vai al club A (il Bayern Monaco) o al club B (il Paris Saint-Germain) e sai che il tuo destino è già scritto. In Inghilterra è competizione ai massimi livelli. Questo mi ha attratto". Tutta "una questione di pressione. La sceglierei sempre, anche se a volte diventa sproporzionata. Mai però allenerei in un Paese dove la pressione non esiste". Premier League significa anche rapporto con i colleghi: "Con Ferguson ci sentiamo per messaggio – ammette Mou – Wenger non è nella mia rubrica. Ho i numeri di Klopp, Guardiola e Arteta. Ma non ci sentiamo mica tutti i giorni".

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Ora l'esperienza da commentatore agli Europei

L’estate vedrà lo Special One impegnato da commentatore. Negli scorsi giorni Mou ha firmato un accordo con l'editore britannico News UK e quest'estate sarà columnist per The Sun, Times e Sundey Times durante i prossimi Europei. L'accordo prevede anche la partecipazione di Mourinho sulla radio del gruppo, talkSPORT, per commentare le tre gare dell'Inghilterra ai gironi, un ottavo di finale, due quarti, una semifinale e la finale. "L'Inghilterra è una delle candidate per la vittoria – ammette – per me sarà una bella esperienza, vado e racconto ciò che vedo. Incontro persone, imparo qualcosa, sto lavorando ma è come se fossi in vacanza. Se credo davvero di essere trattato ingiustamente dai media? Sì, penso che le persone hanno la percezione che io non sia umile. Penso che la gente abbia torto e che la mia natura sia davvero umile. Ma a volte, poiché dico cose così dirette, la percezione degli altri è che non sono una persona umile".

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